28 giugno 2014

RECENSIONE: L'amante di Roma di Kate Quinn



Buona lettura!

Titolo: L'Amante di Roma
Autore: Kate Quinn
Pagine: 480
Prezzo: 14,90
 Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 2013

Trama
Tea è una schiava ebrea costretta a servire Lepida Pollia, una padrona bizzosa e crudele che le contende l’amore di Ario, invincibile gladiatore divenuto l’idolo delle folle del Colosseo. Lepida fa di tutto per separarli, giungendo a venderla per allontanarla dalla Città Eterna. Ma nel corso degli anni Tea, grazie alla sua bravura come cantante, si guadagna una celebrità che la porta a contatto con le più importanti personalità dell’impero, crescendo il figlio avuto da Ario. Nel frattempo il suo amato gladiatore continua a dominare l’arena e a rimpiangere i pochi momenti di felicità trascorsi con lei. Il talento di Tea attira l’attenzione dell’imperatore: il folle, paranoico e sanguinario Domiziano, che ne fa la sua amante costringendola a una vita di orrori e sevizie, rendendo sempre più fosco il suo destino. Ma anche il destino di Domiziano è segnato dalla sua stessa pazzia...
 
 
Premetto che non avevo grandi aspettative riguardo questo libro, però mi sono dovuta ricredere perché mi è abbastanza piaciuto e non è erotico come immaginavo che fosse. Ero davvero terrorizzata di leggere qualcosa di troppo spinto, visti i protagonisti, in realtà il libro racconta una storia d'amore e di libertà.

I protagonisti del libro sono due: Ario e Tea. Lui un gladiatore, lei una schiava: entrambi sottomessi alle decisioni dei loro padroni, senza libertà e giustizia.
Ario il Barbaro è un gladiatore fortissimo, alimentato dall'odio che manifesta con una forte violenza la quale va ad alimentare il divertimento degli spettatori: in pochissimo tempo lui è il re delle arene, il più amato e conosciuto.
Tea è una schiava ebrea di 15 anni oppressa dalla colpa del suo passato che si ferisce da sola ed è al servizio di una ragazza romana davvero malvagia e sadica.
I due s'incontrano e tra loro nasce un sentimento che li allontana dalle catene della schiavitù. Il loro amore è forte però viene osteggiato drasticamente da Lepida, la padrona di Tea.
Mentre Ario continua a massacrare nell'arena, Tea diventa Atena, una cantante di Brindisi e attira l'interessa dell'imperatore Domiziano....

Come ho già detto non avevo grandissime aspettative per questo libro, dato il titolo mi aspettavo la presenza di molte scene erotiche...posso dire che ho sbagliato e che anzi, il libro mi è piaciuto!
All'inizio sembra solo una storia d'amore travagliata tra i due protagonisti, ma poi lo sfondo si arricchisce di dettagli e personaggi che rendono la lettura più piacevole. Tutta la storia è ricchissima d'intrighi, sfortune per i protagonisti e complicazioni non da poco che dividono Ario e Tea portandoli a vivere vite diversissime ma accomunate dal sentimento d'amore.
In tutti il libro ci sono moltissimi personaggi femminili a partire da Tea, per arrivare alle nobili Giulia e Flavia tutte accomunate da un fattore: sono sottomesse all'imperatore e ai suoi capricci. Giulia, la nipote di Domiziano è una ragazza apparentemente fragile che però, a suo modo si ribella, mentre Flavia, la sorella dell'imperatore, è una cristiana e salva numerosissime vite, a dispetto del volere di Domiziano. Tea è l'unica tra queste donne a non avere scelta: lei è una schiava ebrea, senza nessuna speranza....
Una donna molto presente nel romanzo, la quale merita una menzione a parte, è Lepida e cioè il personaggio creato appositamente per essere odiato; tutto il mio disprezzo è stato calamitato verso questa figura che è l'incarnazione della superficialità, della crudeltà e della vanità. Non le importa di nulla tranne che di se stessa e della sua ascesa sociale, della sua bellezza e degli amanti che la desiderano e poi vengono gettati via: tutto per il brivido della caccia e della distruzione. Insomma è davvero terribile!
I personaggi maschili invece sono molto diversi tra loro: Ario è il gladiatore che disprezza se stesso e nasconde una natura violenta che esprime nelle lotte nella brutale arena, Marco e Paolino sono due ingenui romani che non sono mai critici verso gli altri ma solo verso se stessi e, Lepida, porterà entrambi a vivere dei momenti orribili.
L'ambientazione spietata e violenta è perfetta come sfondo e Domiziano è lo specchio di questa società molle e crudele: lui è freddo, aggressivo e lunatico e, a metà del libro diventa uno dei protagonisti assoluti.
Tirando le somme il libro mi è piaciuto e mi ha sorpresa positivamente poichè ho trovato l'ambientazione ben fatta e i personaggi molto vari.

Assegno 3 stelline e mezzo.

Lya

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