23 novembre 2014

RECENSIONE: Into the Still Blue di Veronica Rossi

Buona lettura!
Titolo: Into the still blue
Autore:Veronica Rossi
Pagine: 200
Data di pubblicazione: 28 gennaio 2014

Trama
Il loro amore e la loro leadership sono stati testati. Ora è il momento per Perry e Aria di unire gli Abitanti di Reverie e delle altre città e gli Outsiders in un ultimo disperato tentativo di portare equilibrio nel loro mondo.La corsa per giungere allo "Still Blue" per salvarsi dall'Etere ha raggiunto una situazione di stallo. Aria e Perry sono determinati a trovare questo ultimo porto sicuro dalle tempeste e sono altrettanto determinati a stare insieme.Il tempo stringe per salvare Cinder che è stato rapito da Hess e Sable per le sue abilità uniche. E quando Roar torna al campo, è così furioso con Perry che non riesce neanche a guardarlo, e Perry Inizia a sentire di aver già perso.Senza altre opzioni da poter considerare, Perry e Aria assemblano una squadra per organizzare una impossibile missione di salvataggio: Cinder è la sola chiave per sbloccare lo "Still Blue" ed è la loro unica speranza di sopravvivenza oltre ad essere un loro amico. In un mondo morente  i legami tra le persone sono ciò che conta di più.In questo ultimo libro della sua splendida trilogia, Veronica Rossi alza la posta al massimo e porta la sua storia d'amore a un finale epico.



Dopo la rilettura del primo libro (QUI la recensione), la lettura del secondo (QUI la recensione), finalmente mi sono calata nel terzo e ultimo volume della serie di Veronica Rossi che purtroppo in Italia è stata interrotta. Quando ho aperto "Into the Still Blue" le mie aspettative erano davvero molto alte poiché il secondo volume mi ha colpita quasi quanto il primo è quindi attendevo il finale col botto.

******attenzione piccoli spoiler******
Ormai con Sable e Hess è guerra aperta: loro hanno le giuste coordinate e le risorse tecnologiche e umane per poter arrivare dove l'etere non colpisce e non distrugge: lo Still Blue. Perry e Aria devono quindi organizzare un piano per riuscire a trovare il modo di sopravvivere lontano dalle tempeste di etere.

Ho strinto al massimo l'introduzione al libro sia perché non voglio fare spoiler, sia perché effettivamente non succede moltissimo in questo terzo libro che ha deluso abbastanza le mie aspettative.
A differenza dei primi due libri la storia è lenta, ripetitiva e a tratti poco interessante, tutto questo in particolar modo nelle prime 150 pagine del romanzo. I diversi protagonisti, come ho già detto nella precedente recensione, continuano il loro sviluppo: da una parte Aria che cresce e diventa sempre più forte e consapevole delle sue possibilità, dall'altra parte Perry che è sempre più condizionato nei suoi pensieri e nelle sue scelte dalla responsabilità della tribù. Ribadisco che, se Aria diventa un personaggio più interessante, lui continua a perdere il suo spirito battagliero diventando sempre più noioso e passivo. Questo è un libro più "serio" rispetto agli altri infatti non c'è spazio per battute ironiche e maliziose di Roar, tutta la situazione è troppo seria e nel complesso è proprio la mancanza di "leggerezza" che ha reso la lettura più ostica e lenta.
La prima parte del romanzo che così lenta, crea un'attesa e un'aspettativa molto forte che però non viene giustificata con il famoso "finale col botto". Perdonate se mi ripeto, ma sono davvero abbastanza delusa dalla conclusione di questa serie, mi aspettavo decisamente di più e non ho potuto fare a meno di fare confronti con altre trilogie distopiche che ho letto di recente, vedi la serie Divergent di Veronica Roth. Allegiant ha un finale col botto come si deve perché è completamente inaspettato e ha un impatto molto forte sul lettore, in questo il terzo volume di Veronica Rossi invece solo le ultime 30 pagine sono più convulse e articolate senza però riuscire a stupire. Già dalla metà del libro infatti avevo intuito come il tutto dovesse finire, e pur apprezzando l'assenza di inutili morti e spargimenti di sangue, avrei voluto qualcosa in più: maggiore pathos,  più spazio all'avventura e alle situazioni finali. Insomma, ci voleva meno lentezza nella prima parte del romanzo e più accuratezza e approfondimento nella seconda.
Dalle mie parole avrete capito che Into the Still Blue manca di equilibrio ed è molto precipitoso dove invece aveva dovuto essere più ponderato e analizzato.
Insomma, a differenza del primo libro che mi è piaciuto moltissimo e del secondo che comunque mi ha coinvolto, questo terzo libro non ha brillato per dinamicità e originalità. Ho quindi deciso di assegnare tre stelline perché le ultime pagine comunque hanno risvegliato in parte il mio interesse. Sono davvero molto dispiaciuta di aver dovuto scrivere una recensione così poco lusinghiera per un finale che ho tanto desiderato e atteso.

Lya

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