05 aprile 2012

Recensione "Non tutti i bastardi sono di Vienna" di Andrea Molesini

Titolo: Non tutti i bastardi sono di Vienna
Autore: ANdrea  Molesini
Pagine: 363
Prezzo: € 14
Editore: Sellerio
Trama:
Villa Spada, a un tiro di voce dal Piave, nei giorni della disfatta di Caporetto diventa dimora del comando austriaco e teatro di un dramma romantico e patriottico disteso su un fondo nascosto di miserie. Un apologo malinconico sull’illusione degli eroi. «Maggiore, la guerra è assassinio, sempre... voi ora volete solo dare un esempio: uccidere dei signori non è come uccidere dei contadini! Negando la grazia voi contribuite... sto dicendo voi, barone von Feilitzsch, perché qui ci siete voi... contribuite a distruggere la civiltà di cui voi ed io... e questo ragazzo... facciamo parte, e la civiltà è più importante del destino degli stessi Asburgo, o dei Savoia». Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch’esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell’area geografica e nell’arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca. Nella villa vivono i signori: il nonno Guglielmo Spada, un originale, e la nonna Nancy, colta e ardita; la zia Maria, che tiene in pugno l’andamento della casa; il giovane Paolo, diciassettenne, orfano, nel pieno dei furori dell’età; la giovane Giulia, procace e un po’ folle, con la sua chioma fiammeggiante. E si muove in faccende la servitù: la cuoca Teresa, dura come legno di bosso e di saggezza stagionata; la figlia stolta Loretta, e il gigantesco custode Renato, da poco venuto alla villa. La storia, che il giovane Paolo racconta, inizia con l’insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su fanciulle contadine e di dileggio del parroco del villaggio, accende il desiderio di rivalsa. Un conflitto in cui tutto si perde, una cospirazione patriottica in cui si insinua lo scontro di psicologie, reso degno o misero dall’impossibilità di perdonare, e di separare amore e odio, rispetto e vittoria. E resta un senso di basso orizzonte, una claustrofobia, che persiste ironicamente nel contrasto con lo spazio immenso delle operazioni di guerra.
Mia recensione:

“Non tutti i bastardi di Vienna” è un romanzo di Andrea Molesini, autore veneto, vincitore del Premio Campiello 2011 ed è in parte basato su una vicenda vera, narrata nel “Diario dell’invasione” di Maria Spada (però riscritto per dare una forma romanzata all’evento: ad esempio le ragazze sequestrate nella prima parte del romanzo erano ben di meno nella realtà, rispetto a quelle descritte nel romanzo; così come i protagonisti sono frutto della fantasia dell’autore, ma non i luoghi e gli eventi storici!).

Ho acquistato questo libro in occasione della sua presentazione presso il “Presidio del libro” del mio comune di residenza. Probabilmente se non ci fosse stato questo evento non lo avrei acquistato, non perché non avessi letto buone opinioni,  più che altro perché nonostante mi piaccia la storia, non ho mai letto (o voluto leggere) una storia ambientata durante la Grande Guerra. Questo dimostra quanto a volte io mi sbagli nel giudicare un libro prima ancora di leggerlo.

All’inizio della lettura, vuoi per lo stato particolare che stavo vivendo (preparazione di un esame difficile), vuoi per i miei pregiudizi iniziali, mi ero convinta che la prima opinione fosse quella giusta. Ma all’incirca dopo il primo quarto del libro la storia ha iniziato a prendermi, tanto che spesso ero costretta a smettere perché toglievo troppo tempo allo studio, quando ormai l’esame era imminente.

A mia discolpa devo però dire che la prima parte del romanzo non è piaciuto ad altri perché la particolare narrazione rendeva la storia un po’ confusionaria e di difficile comprensione. Però appunto, come detto prima, da un certo punto in poi la storia prende ritmo e diventa anche molto chiara e logica.

Dopo questo lungo preambolo passiamo però al romanzo. “Non tutti i bastardi di Vienna”, su ammissione dell’autore, è un titolo successivo, ovvero scelto solo dopo aver concluso la stesura del romanzo, ed è stato scelto per 2 ragioni: 1) perché era una frase tratta direttamente dal romanzo da un dei personaggi secondari; 2)perché è un endecasillabo (ovvero è composto da 11 sillabe), e secondo l’autore, una frase in endecasillabi è maggiormente facile da memorizzare rispetto a titolo con più o meno sillabe! (Geniale no!) Anche se come l’autore stesso ha ammesso, spesso il suo libro è stato “ricordato” con nomi differenti, però sempre con titoli in endecasillabi.

La storia è ambientata interamente a Villa Spada, una dimora di campagna, situata in un paesino nei pressi del Piave, di proprietà di ricchi possidenti, che però si vedono ben presto costretti a rinunciare al loro status, sia per la guerra, che li sta portando sul lastrico, col cibo che scarseggia e le razzie di oro e preziosi dei combattenti stranieri; sia per la requisizione della Villa da parte prima degli Austriaci e poi dei Tedeschi , che fanno si che la famiglia Spada da padrone di casa diventi ospite in casa propria (se non, in alcuni casi, addirittura prigionieri!). La vicenda inizia con l’arrivo degli austriaci in questo Paesino e il sequestro, da parte di alcuni soldati, di giovani ragazze del posto. Dopo averle rinchiuse nella Chiesa del Paesino, hanno abusato delle ragazze per interi giorni, prima di liberarle su ordine del Generale Korpium e della loro severa punizione (vengono infatti inviati sul fronte, ovvero sul Piave, che nell’immaginario dei soldati era ormai sinonimo di morte!). Sarà proprio questo affronto a scatenare l’indignazione e la voglia di rivalsa della Famiglia Spada, con la conseguente evoluzione della storia.

La famiglia Spada è composta da Paolo, 17enne orfano, che vive in casa con i nonni Guglielmo (aspirante scrittore)e Nancy (la vera padrona di casa!). Con loro vivono anche Zia Maria; la domestica Teresa e sua figlia Loretta; Renato, il guardiano e infine Giulia, cugina di Paolo. L’intera vicenda si svolge lungo l’arco di un anno (9 Novembre 1917-30 Ottobre 1918) e in 360 pagine riusciamo a rivivere alcuni degli eventi più tragici della 1° Guerra Mondiale, come per esempio la guerra del Piave (simbolo della caduta dell’Italia, ed in seguito simbolo della Vittoria dell’Italia) e la Disfatta di Caporetto, con la conseguente sostituzione alla guida dell’esercito  di Armando Diaz al posto del Generale Cadorna; la storia si concluderà però prima dell’annuncio della fine della Guerra, avvenuto 5 giorni dopo, il 4 Novembre 1918!

Dalla fine del 1917 alla fine del 1918, vediamo una crescita di Paolo, il vero protagonista, a mio avviso, della storia. Paolo è anche il narratore, in prima persona, dell’intera storia. Egli si ritroverà da giovane spensierato, che vive la sua vita tra sguardi fugaci e desideri di crescere e di scoprire l’amore, a sentimenti più maturi, patriottici che lo spingeranno a vivere un posto di rilievo come spia a favore dell’esercito italiano.

In questo quadro ho tralasciato, per esigenze di descrizione, l’analisi delle figure dei 2 “usurpatori” di Villa Spada:  il colonnello Korpium prima (Austriaco) e di Rudolf von Feilitzsch dopo (tedesco). Entrambi instaurano un rapporto di reciproco rispetto con Zia Maria, che permette quindi agli abitanti di Villa Spada di conservare un minimo di dignità e di rispetto!

Passando all’esame stilistico, ho trovato la scrittura, nella prima parte del romanzo, poco chiara, non tanto nel linguaggio, ma più che altro nella costruzione delle frasi. Ma da circa la fine del 1à quarto ho trovato un improvviso ordine nella narrazione e la storia non mi ha più creato difficoltà di comprensione, eccetto alcune frasi scritte in dialetto veneto stretto, che anche se incomprensibili, hanno comunque dato un carattere distintivo al romanzo  e ai suoi personaggi.

Ho deciso di assegnare 4 stelle e sono molto felice di essermi lasciata convincere a leggere questo romanzo.

Concludo questo post con alcune foto dell’evento della presentazione del libro. Andrea Molesini sin da subito si è dimostrato disponibile alle domande e il suo modo di argomentare ha fatto sì che l’intero pomeriggio sembrasse una normale lezione di storia, con la sola particolarità che gli studenti presenti (poiché questo evento è dedicato ai ragazzi di scuole medie e superiori) anziché annoiarsi seguivano attenti tutto il discorso, con attivi interventi e vivo interesse =)Ripeto, sono sempre più felice di vedere che ci sono giovani che ancora leggono e partecipano a questi eventi attivamente e non perchè sono costretti dai loro docenti! Nei loro commenti c’era davvero voglia di conoscere e di crescere.





A presto amici lettori...
Isy

2 commenti:

  1. spaziare tra generi diversi non piò che arricchirci!
    con 4 stelle mi sa che ci casco anch'io!!!

    RispondiElimina
  2. Ah allora devo continuare! grazie.
    Sono al primo quarto ed in effetti fa "cacare".
    Paola

    RispondiElimina

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