01 dicembre 2015

RECENSIONE: Vetro di Giuseppe Furno



Buona lettura!
Titolo: Vetro
Autore:Furno Giuseppe
Pagine: 750
Prezzo: 17,60 euro
Editore: longanesi
Genere: storico, thriller
Data di pubblicazione: 2 gennaio 2013
Trama
Venezia 1569. Andrea Loredan, secondogenito del doge, ha scelto di stare dalla parte dei poveri, dei diseredati, in difesa dei quali impiega la sua esperienza di avvocato. Quando, in una notte di settembre, le polveriere dell'Arsenale esplodono, radendo al suolo una parte della città, Andrea si prodiga per dare soccorso ai feriti e raccoglie così le ultime, enigmatiche parole della badessa di un convento: "Cerca la verità senza paura..." È il primo tassello di un mistero che lo coinvolgerà in una vicenda oscura e terribile, una storia di spionaggio e controspionaggio, sullo sfondo di una Venezia che custodisce da secoli sia biblioteche nascoste, cercate dall'Inquisizione romana, sia i segreti dell'arte del vetro, segreti che possono uccidere. 

“Vetro” è un libro che ho voluto inserire nella mia tbr list (la sfida del comodino) del 2015 perché mi sembrava un romanzo storico appassionante e ben scritto. Anticipo già in apertura che ho fatto molta fatica a terminarlo…

Andrea Loredan è il figlio del Doge di Venezia ed è un avvocato “de prigioni”, lavora cioè a contatto diretto con i criminali del popolo. Dopo una grave esplosione che distrugge un intero quartiere della Serenissima, Andrea si trova immischiato in un mistero ben più grande di lui: il suo lavoro, non approvato dal padre, lo porta a incontrare un anziano turco, un ragazzo accusato di fratricidio e un uomo accusato di essere una spia fiorentina. Toccherà a lui e al suo rigore giuridico risolvere il mistero che si cela dietro questi personaggi.

Il romanzo è ambientato nella turbolenta Venezia del 1570 circa tra problemi con i turchi, l’Inquisizione e la censura dei libri. In una città così ricca di influssi culturali e piena di stranieri, il protagonista, Andrea, si ritrova a difendere due cause davvero molto particolari che poi si andranno lentamente a concatenare tra loro.
Ho detto all’inizio della recensione che ho fatto davvero molta fatica a terminare il libro perché ha un pregio grandissimo che però si rivela essere anche il più grande difetto. Non posso dire assolutamente nulla riguardo la ricostruzione storica che è accurata e ricca di dettagli, i personaggi e il loro linguaggio sono perfettamente calati nell’epoca e nel luogo dove è ambientata la storia e l’intreccio è complesso e ben congeniato: tutto sembra muoversi insieme alla città che, dopo Andrea, è la vera protagonista la storia.
Allora cosa c’è che non va? Ciò che ha ostacolato la mia lettura è la troppa ricchezza di dettagli: quando si parla del governo ci sono molti nomi inutili e delle descrizioni puntigliose del funzionamento di esso, lo stesso accade con la giustizia, che è ancora più ricca di informazioni perché il protagonista infarcisce i suoi pensieri di nozioni giuridiche antiche, le descrizioni, che sono indubbiamente splendide, a lungo andare diventano pesanti da leggere. Insomma, mi è sembrato che ogni cosa fosse eccessiva, avrei preferito, insieme al rigore storico e alle descrizioni che già sono presenti, una forma più agile e selezionata dei contenuti. Un altro rallentamento l’ho riscontrato con la successione dei personaggi i quali, in ogni capitolo, cambiano concentrandosi prima su uno poi sull’altro, pur rimanendo Andrea il principale protagonista. Questi altri personaggi sono davvero troppi e ho fatto fatica a stare dietro a tutte le vicende che s’intrecciano in modo frammentario in quanto, ognuno di loro, si trova in luoghi e situazioni molto differenti. Insieme a questo ho trovato il ritmo della storia lento in modo quasi estenuante, non è certamente un romanzo d’azione ma a tratti sembra quasi un saggio sulla Venezia della metà del Cinquecento.
Non me la sento assolutamente di bocciarlo perché è più che evidente che alle spalle del romanzo ci sono puntigliose ricerche storiche, politiche e linguistiche del periodo, cosa che non è mai davvero scontata in questa tipologia di libri e io apprezzo davvero moltissimo. Nonostante questo ho faticato parecchio a terminarlo perché l’ho trovato troppo denso e farraginoso, insomma poco agile da leggere pur consegnando al letture un’immagine viva e pulsante della Serenissima del Cinquecento.
Dovendo assegnare una “votazione”, adesso darei due stelline alla fluidità di lettura e cinque all’accuratezza e alle descrizioni; mi riservo di provare a rileggerlo in un altro momento, quando avrò la mente più calma e pronta ad affrontare un romanzo così fuori dai nostri tempi.

Lya


 

2 commenti:

  1. Che peccato che non ti abbia convinto!! Io ho letto Vetro forse due o tre anni fa, non ricordo, e mi era piaciuto tantissimo: sarà che io amo i libri "lenti" (infatti ad esempio faccio molta fatica a leggere i thriller, ne leggerò si e no un paio all'anno) e soprattutto per quanto riguarda i romanzi storici, adoro quelli che ti permettono di immergerti completamente nell'atmosfera dell'epoca, e con questo libro ci sono riuscita alla grande!

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    1. Anche a me piacciono molto i romanzi storici che ti coinvolgono ma questo non è riuscito ad appassionarmi per la lentezza...peccato!

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