oggi voglio presentarvi una nuova collana tutta digitale delle Mondadori che propone una serie di brvi libri d'autore in ebook.
"Un nuovo modo di leggere, veloce,
diretto. Contenuti inediti o di anticipazione, fiction e non fiction, firmati
dagli autori più noti e più apprezzati dal pubblico a garanzia di una qualità
eccellente. Una piccola grande sfida per il mercato degli ebook: se le proposte
di libri brevi non mancano, gli XS di Mondadori si caratterizzano per la scelta
degli autori, delle storie o dei temi trattati, e vogliono proporsi come un think tank che suggerisca nuovi modi di
vedere, leggere e affrontare la realtà.
Buona parte dei testi saranno inediti, ma non mancheranno le proposte
che riprendono testi d’autore poco conosciuti o anticipano brani di libri di
prossima uscita.
Già i 6 titoli di lancio della
collana sono un mix dei diversi approcci: due inediti (Con Picasso incasso di Francesco Bonami e 2012 Ultime notizie dalla fine del mondo di Roberto Giacobbo), due
apparsi su Nuovi Argomenti (Pastiche
proustiano in salsa biancoceleste di Alessandro Piperno e Una suora siciliana di Dacia Maraini) e
due teasing di libri di prossima uscita (E
adesso facciamo il cinematografo! di Francesco
Rosi con Giuseppe Tornatore e Nashira,
Nascita di una ribelle di Licia Troisi).
Piccoli,
anzi piccolissimi i prezzi: da 0,99 a 1,99. Disponibili
in tutti i principali e-book store. "
Uno di questi brevi romanzi è di Licia Troisi
Nascita di una ribelle
La magica
storia di Eshar, ambientata nel mondo della saga fantasy I regni di Nashira (il cui secondo volume è in uscita a novembre).
Ecco un estratto:
Prologo
Il silenzio è perfetto, così
assoluto che il rumore del suo
respiro sembra assordante. Forse era meglio prima,
pensa Eshar, quando tutto il bosco risuonava di fruscii
e versi animali. In questa quiete irreale è come se il
suo
dolore fosse amplificato, fino a diventare
intollerabile.
Eshar piange. Non riesce a smettere. Per quanto cerchi
di fermarle, le lacrime continuano a scorrere lungo le
guance, bollenti. Ha senso ciò che sta facendo? È giusto
continuare a inseguire l’ombra di un sogno in quel luogo
maledetto?
La voce di lei risuona nella sua mente: Non siamo
soli… non lo siamo mai stati…
Forse è tutta un’illusione e la sua ricerca finirà lì,
non
appena lo troverà uno degli animali che ruggivano poco
prima nel folto del bosco.
Il piede incontra una grossa radice sporgente ed Eshar
cade bocconi. Impreca, stringendo disperato le foglie
secche
che coprono il terreno. Non può farcela da solo. Ha
sempre avuto qualcuno cui appoggiarsi: i suoi padroni,
che disponevano completamente della sua vita, poi Almodio…
e infine Lajke. Si chiede quale oscuro cammino
l’abbia portato al Bosco del Ritorno. Fino a tre anni
prima
era uno schiavo che conduceva una vita forse miserabile,
ma in fondo rassicurante nel suo essere totalmente
in balia della volontà altrui. E adesso invece cos’è? La
libertà
vale la disperazione senza fondo che lo attanaglia?
La sua mente ritorna a tre anni prima, al momento che
ha dato il via a ogni cosa. A un lontano giorno di
pioggia.
Un giorno di pioggia
«Sacchi! Servono altri sacchi!» urlò Molteno.
La pioggia scrosciava incessante e quasi si mangiava le
sue parole. Pioveva da quattro giorni, ininterrottamente.
All’inizio era sembrata una benedizione, perché la
siccità
quell’anno non aveva dato tregua. Poi però il fiume aveva
iniziato a ingrossarsi e i campi ad allagarsi: tutto il
raccolto
rischiava di andare perduto.
Gli schiavi avevano formato una lunga catena umana, che
dalla casa si snodava fino all’argine del fiume. Eshar si
volse
attendendo che il suo vicino gli passasse un sacco, ma
quello
si limitò a guardarlo con aria sperduta e le mani vuote.
«Padrone, non ce ne sono più!» urlò Klath, il più
anziano,
che chiudeva la catena. Davanti a lui, la barriera
improvvisata
che avevano eretto con i sacchi pieni di terra iniziava
già a mostrare segni di cedimento; l’acqua era quasi
arrivata
al bordo e fluiva tra sacco e sacco in ampi spruzzi
scuri.
Molteno scattò in avanti, il Bastone stretto tra le mani,
e colpì Klath con tutta la sua forza. Lo schiavo si piegò
in due urlando per la sofferenza provocata dalla Pietra
dell’Aria, incastonata in cima al Bastone, ma Molteno non
si fermò. Continuò a infierire fino a quando il vecchio
non
giacque al suolo, inerte. Poi si voltò verso gli altri
schiavi.
«Toglietevi le tuniche, legatele e riempitele di terra,
avanti!» gridò.
Eshar guardò il suo vicino, esitando. Tremavano sotto
le sferzate incessanti della pioggia, e il rombo del
fiume
in piena sembrava il ruggito di un animale infuriato. A
cosa potevano servire le loro misere tuniche?
«Muovetevi!» gridò ancora Molteno bastonando il primo
schiavo che gli capitò sotto mano. I Femtiti non
provavano
dolore se non attraverso il Bastone: la magia della
Pietra dell’Aria era in grado di generare in loro ondate
di paura incontenibile, la sensazione dell’anima strappata
a forza dal corpo. E così Eshar e gli altri si
affrettarono
a obbedire.
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