Titolo: La Bambina che Salvava i Libri
Autore: Markus Zusak
Pagine: 563
Editore: Frassinelli (collana Narrativa)
Prezzo: € 18,00
Trama
Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone... Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un'intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il "Mein Kampf" e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s'infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti.
Mia recensione
All’inizio della lettura sono rimasta abbastanza confusa, la voce narrante è la Morte, che conosce la protagonista quando raccogliere l’anima del suo fratellino e decide di “svagarsi” un po’ seguendola, anche a distanza di anni, nel corso della sua vita.
La storia si svolge in Germania, prima e durante la seconda guerra mondiale e appunto, racconta la vita travagliata di questa bambina che in mezzo alle difficoltà,rimane affascinata dai libri ed inizia quasi casualmente a rubarli.
Il primo libro che raccoglie diventa il simbolo materiale del ricordo di suo fratello e di sua madre,il secondo lo salva da un rogo organizzato dai nazisti, poi continua la sua carriera di ladra, aiutata spesso dal suo amico Rudy, perché trova nella lettura la sua salvezza.
Liesel salvando e rubando libri salva se stessa.
Dolcissima è la figura dal padre adottivo che è accanto a Liesel nei momenti difficili e la aiuta ad imparare a leggere e scrivere e soprattutto le è molto di conforto con il suo carattere pacato e accomodante.
La parte più bella del romanzo, a mio parere, arriva oltre la metà del volume,a questo punto la guerra sta diventando sempre più cruenta(anche se nel romanzo a parte la scarsità di cibo, la guerra è descritta in modo abbastanza leggero) e la protagonista chiusa nelle cantine dei vicini per proteggersi dagli attacchi aerei, per placare le angosce e le paure di coloro che la circondano, legge.
Insomma, la lettura(e per Liesel anche la scrittura) è in questo romanzo, veicolo di serenità, anche solo momentanea e salvezza mentale dei protagonisti, diventa un vero e proprio rifugio dai mali del mondo, le parole per tutti i protagonisti, hanno potere a volte anche terapeutico.
Ciò che mi ha lasciata più spiazzata è sicuramente la figura della Morte, che di tanto in tanto interviene in maniera diretta, con frasi e riflessioni che nella loro verità, fanno davvero pensare.
Un libro consigliato perché originale e soprattutto diverso da tutti gli altri legati all’olocausto e alla Germania nazista. Quattro stelline.
LA LADRA DI LIBRI:ULTIMA RIGA“Ho odiato le parole e le ho amate, e spero che siano tutte giuste”
Buona domenica a tutti
Lya
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