Salve a tutti, oggi vorrei proporvi un libro e una recensione particolari per due motivi: il primo è che questo volume me lo ha regalato la mia amica Isy per Natale e quindi ci tengo molto, secondo perché non appartiene alle letture solite che faccio, non è un fantasy o un romanzo storico, ma bensì racconta una storia vera.
Anche se questo libro l’ho letto il mese scorso, ci tengo particolarmente a farvelo conoscere perché mi ha fatto riflettere molto e mi ha fatto capire punti di vista diversi.
Prima di parlarvi del libro, vorrei raccontarvi il motivo per cui questo volume mi ha colpito.
Fino a qualche anno fa il mio sogno era quello di essere un’egittologa, (alla Indiana J. O alla Relic Hunter :P) mi ha sempre affascinato la cultura egiziana, ero una vera appassionata. Non so se fortunatamente o sfortunatamente, fatto sta che un paio di anni fa ho fatto una vacanza in Egitto, ero davvero in estasi al pensiero di andare al Cairo vedere il museo, le piramidi, la sfinge, stare nel luogo in cui ha praticamente avuto inizio la civiltà.
Arrivata al Cairo, sono stata brutalmente riportata alla realtà, perché andando in giro, visitando, ho incontrato tante donne e ragazzine completamente velate(erano completamente coperte e c’erano 45 gradi), vi assicuro che una cosa è vederle in tv, un’altra osservarle dal vivo, e mi sono resa conto che il mio sogno, un po’ infantile, non si sarebbe mai avverato perché, come donna, non avrei potuto affrontare tutto questo per poter lavorare(avendo fortuna), per poter andare in contro alle mie passioni. In quel frangente ho davvero desiderato essere un uomo.
Questo libro, Il Libraio di Kabul, anche se non é ambientato in Egitto, ha fatto luce su tante problematiche che ignoravo o che conoscevo superficialmente, che riguardano la vita delle donne musulmane, e durante la lettura mi ha fatto ricordare numerose volte la mia permanenza in Egitto facendomi capire la realtà delle cose.
Scusate se ho divagato, ma ho voluto farvi conoscere la mia esperienza personale.
Titolo: Il Libraio di Kabul
Autore: Åsne Seierstad
Pagine: 321
Prezzo: € 9,00
Editore:BUR
Trama
Quando l'autrice, giovane inviata norvegese, entra a Kabul al seguito delle truppe alleate, una delle prime persone che incontra è Sultan Khan, un libraio incarcerato per due volte in nome delle libertà intellettuale e della dignità del suo paese. Asne viene accolta in casa Khan e diventa per circa un anno la "figlia bionda" del libraio. Da testimone ci racconta storie di libri salvati e squarci di vita quotidiana in Afghanistan attraverso amori proibiti, matrimoni combinati, crimini, punizioni, ma anche solidarietà e legami fortissimi.
Mia recensione
Il libraio di Kabul allontanandosi molto dal suo titolo, parla della storia di una famiglia afghana moderna, benestante in cui ovviamente ci sono uomini ma soprattutto donne con la loro storia segreta, non ancora raccontata.
Molte sono le narrazioni legate alle figure femminili della famiglia, dalla nonna(la matriarca), alle 2 mogli e alle sorelle del libraio con fidanzamenti, matrimoni, speranze infrante e terribili punizioni.
Molte sono le narrazioni legate alle figure femminili della famiglia, dalla nonna(la matriarca), alle 2 mogli e alle sorelle del libraio con fidanzamenti, matrimoni, speranze infrante e terribili punizioni.
A parte le vicende politiche che vengono narrate, rimangono impressi gli usi che ci sono nell’interazione e nei ruoli svolti dai due sessi in ambito casalingo.
Guardare i tg e sentire gli speciali non é la stessa cosa che leggere la storia intima di queste persone che esprimono i loro pensieri e dolori.
È bel libro che fa sicuramente riflettere in quanto, come scritto nella prefazione e nella postfazione, racconta la storia vera di una famigli afghana, è un reportage in forma di romanzo in cui una giornalista europea, che ha vissuto nella famiglia del libraio, racconta la su esperienza.
Riflettendo, noi che siamo nati e viviamo in occidente, diamo per scontate molte cose che riteniamo ovvie, certe, dal nostro punto di vista.
Quante volte sentiamo, diciamo, la parola libertà esprimendone quindi il significato? tante, forse troppe a mio parere.
Quante volte sentiamo, diciamo, la parola libertà esprimendone quindi il significato? tante, forse troppe a mio parere.
La lettura di questa storia mi ha fatto meditare e riflettere sia sul significato di libertà, che cambia molto da posto a posto, da paese a paese,da persona a persona, sia sulla situazione della donna.
Fino a 50 anni fa circa, delle donne molto coraggiose hanno dato avvio ad un processo che lentamente e con tante sofferenza ci ha fatto raggiungere la (quasi)parità dei sessi ai giorni nostri.
Forse perché sono ancora giovane e non ho ancora affrontato il mondo lavorativo,forse perché vivo in un questo mondo moderno dove la donne hanno certamente molto più potere che in passato, ma credo di non capire fino in fondo l'importanza delle azioni di queste donne.
Fino a 50 anni fa circa, delle donne molto coraggiose hanno dato avvio ad un processo che lentamente e con tante sofferenza ci ha fatto raggiungere la (quasi)parità dei sessi ai giorni nostri.
Forse perché sono ancora giovane e non ho ancora affrontato il mondo lavorativo,forse perché vivo in un questo mondo moderno dove la donne hanno certamente molto più potere che in passato, ma credo di non capire fino in fondo l'importanza delle azioni di queste donne.
Questo é certamente un libro che consiglio, perché parla di tanti argomenti, tradizioni e punti di vista non in maniera brutale, ma narra storie di vite in modo da non rendere la lettura pesante e troppo traumatica.
Voto: quattro stelline e mezzo
Lya
Lya
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