Titolo: Il bell’Antonio
Autore: Vitaliano Brancati
Pagine: 234
Prezzo: 9 euro
Editore: Mondadori
Trama:
Giovane di rara bellezza, nella
Catania fascista e conformista degli anni Trenta, Antonio Magnano gode fama di
impareggiabile seduttore, concupito dalle donne e invidiato dagli uomini. Ma
dopo tre anni di nozze con la bellissima e candida figlia di un facoltoso notaio,
Antonio vede la sua reputazione offuscarsi lasciando il posto ad un'infamante
verità.
Recensione:
Eh,
quando non tira, non tira. E nulla si può fare! Lo sa bene il bellissimo
Antonio Magnano!
Antonio
Magnano è il protagonista della celebre
opera “Il bell’Antonio” di Vitaliano Brancati, pubblicato nel 1949 dapprima in
puntate, sul settimanale “Il Mondo” e, nel maggio come romanzo, dalla Bompiani.
L’opera inizialmente subì numerose censure per i contenuti e il linguaggio.
Ovviamente dobbiamo decontestualizzare i romanzo. Esso fu pubblicato nell’Italia
post seconda guerra mondiale, una nazione ancora devastata economicamente,
fisicamente e moralmente. Inoltre, dopo la fine della guerra, l’Italia fu
governata dalla maggioranza di Democrazia Cristiana, che nel concreto limitava
ancora la pubblicazione e divulgazione di testi che non rispettavano i limiti
del pudore e della moralità (mi domando come sarebbe successo se un giorno
avessero mai dovuto leggere le più recenti pubblicazioni famose!).
Il
protagonista del romanzo è Antonio Magnano, figlio di Alfio Magnano. Invidiato
da tutti gli uomini per il suo bell’aspetto; ambito da tutte le donne che lo
guardano camminare per le strade e nel frattempo, sospirando, sperano di
riuscire almeno una volta ad “averlo” anche loro. Anni ’30, piena epoca fascista.
Antonio vive a Roma, dove la fama di sciupa femmine lo precede. Ben presto
viene richiamato a Catania dalla famiglia, poiché i Magnano hanno combinato il
matrimonio con la figlia di uno degli uomini più notabili della città: il Notaio
Puglisi. Seppur restio, Antonio ritorna. Ma non appena vede per la prima volta,
in giro per strada, la bellissima Barbara, Antonio non ha dubbi: se n’è innamorato
e la sposerà, con grande gioia delle due famiglie. Tutto sembra filar liscio
durante i tre anni successivi, quando per una serie di fortuite situazioni non
si scopre la verità: il matrimonio tra Antonio e Barbara non è mai stato consumato
per colpa di Antonio . E così il matrimonio viene annullato e l’infamia si abbatte
sulla famiglia Magnano.
Ironico
è il modo in cui Barbara scopre la verità: ella infatti era completamente all’oscuro
di cosa succeda in realtà tra moglie e marito, e così vive nell’ignoranza per 3
anni, imbambolata dalle parole dell’uomo amato, sino a quando una domestica non
le svela la verità. Numerose sono le scene grottesche e ironiche, che però
portano a rifletere. La storia non può non far sorridere, seppur nascondendo,
non proprio tra le righe, la dura critica al sistema fascista e ai valori che
il regime ha impresso nella società, quale appunto la supremazia della virilità
maschile. Valori che sono rimasti vivi anche dopo la caduta del fascismo,
soprattutto in alcune parti della Penisola.
(dialogo
tra Lorenzo Calderara, segretario federale del regime fascita e il vicesegretario
generale del partito. Casa d’appuntamenti)
"«andiamo,
Lorenzo, fatti onore ! Il segretario federale di Catania dev'essere un maschio!...
C'intendiamo, eh ? (…)"
Il
romanzo presenta anche una critica, seppur con forza minore, nei confronti
della Chiesa e dei suoi rappresentanti: c’è il prete invidioso, il parroco che
non riesce a guardare Barbara senza sentirsi avvampare.
"Il
sacerdote sapeva bene di nutrire nei riguardi di Antonio sentimenti non perfettamente
cristiani, ma purtroppo, quando prendeva la china della collera, non riusciva a
resistere a quella piacevole sensazione che dà il vuoto spalancato sotto i
piedi e che tira giù inesorabilmente. «Voi», disse alla madre, «dovete pregare Dio che se lo raccolga
presto!"
Il
linguaggio di Vitaliano Brancati è sempre molto schietto, non sempre
chiarissimo e non solo per il largo uso di frasi ed espressioni tipicamente siciliane.
Tra
i personaggi principali sicuramente non si può non citare il signor Ermenegildo anche lo zio materno,
Il
finale è emblematico. Mostra come spesso l’orgoglio paterno e il voler
proteggere a tutti i costi i figli, portano ad ottenere i risultati opposti.
Ciò nonostante il libro, pur richiedendo un impegno maggiore rispetto ad altri
romanzi, merita sicuramente di esser letto.
Una
lettura interessante che ho avuto modo di scoprire solo da poco durante la frequenza
di un corso all’università. Con questo romanzo ho iniziato la mia iniziativa di
riscoperta di autori italiani moderni-contemporanei.
4
stelline e ½ meritatissime!
Vi consiglio inoltre il bellissimo film del 1960 con protagonisti Marcello Mastroianni e Caludia Cardinale, rispettivamente Antonio Magnano e Barbara Puglisi!
Nessun commento:
Posta un commento
Il blog cresce con i vostri commenti!
Lasciate un segno del vostro passaggio ^^