24 luglio 2012

Recensione "L'eredità di Iside" di Francesco Gioè

Titolo: L' Eredità di Iside
Autore: Francesco Gioè
Editore: Neftasia
Pagine: 375
Prezzo: € 18,00

Trama:
Il crollo d’una parete nelle Catacombe cappuccine di Palermo svela una vecchia Bibbia, testa di ponte di un pellegrinaggio che porterà ad un segreto insospettabile. Cos’è il GRIV? Servizi segreti ispirati dalle previsioni catastrofistiche di Al Gore e di buona parte della scienza contemporanea. Qual è il suo obiettivo? Salvaguardare la Terra ad ogni costo. Un protagonista fobico e musicopatico; un’equipe di professionisti a spasso per la storia e, sullo sfondo, lo spionaggio ai massimi livelli. L’eredità di Iside mette insieme mistery, noïr e avventura. Una caleidoscopica narrazione attraverso mezzo mondo; attraverso guerre e civiltà pregresse. Cosa muoveva il vecchio frate vissuto a cavallo di tre secoli? Qualcuno cercherà di scoprirlo, passando da un’investigazione sincopata e da una tecnica narrativa assolutamente graffiante.

Mia recensione:
Fui contattata alcuni mesi fa dall’esordiente Francesco Gioè, che mi chiese se avessi voglia di leggere il suo primo romanzo “L’eredità di Iside”. Accettai volentieri per due ragioni: 1) la trama rispecchiava esattamente i miei gusti di lettura; 2) solo il nome di Iside già mi aveva convinta al 50% (non per niente il mio nick è Isy^^). Da questa breve premessa potrete perciò capire che ero entusiasta all’idea di leggere questo romanzo, e saranno state forse le mie aspettative troppo alte a non farmi apprezzare pienamente il libro.
Il romanzo si apre con la presentazione del protagonista, ovvero Gregorio Gendusa, un uomo che per certi versi mi ricordava un po’ il celebre Poirot dell Christie, se non fosse stato così fobico, paranoico e anche sboccato (sembra proprio che le frasi non abbiamo impatto se non ci metti in mezzo una bella parolaccia!). Diciamo insomma che da Poirot ha preso l’arroganza e il sentirsi superiore (che in effetti non lo rende proprio uguale…).
Ben presto si scopre che Gregorio fa parte di un’associazione ambientalista chiamata con l’acronimo GRIV, una specie di servizi segreti dediti al salvataggio della Terra da disastri ambientali ad opera di terzi (perciò non dipendenti dalla natura). Il nome in codice di Gregorio è Galileo e assieme a lui ci sono molti altri colleghi.
La loro ennesima avventura inizia in seguito al crollo di una parete all’interno delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo e il conseguente rinvenimento di una parte di una misteriosa Bibbia che sin da subito mostra di avere qualcosa che non va, a partire dall’epoca della sua creazione: come ci è finita là? Chi l’ha messa? E perché?
A questa e ad altre domande il GRIV cerca risposte lungo una specie di caccia al tesoro che li porterà ad esplorare luoghi reconditi, dove più si va avanti e minori sono le possibilità di sopravvivere. A rendere ancora più complessa la vicenda è l’intrecciarsi alla storia principale di numerose altre vicende che come un puzzle si compongono al fine di mostrare un quadro ben più grande del previsto.
Devo ammettere a malincuore che alle ottime premesse non è seguita una storia altrettanto eccezionale. Innanzitutto la narrazione: in certi punti essa risultava troppo semplicistica nello stile, tanto da non sembrare una narrazione, ma piuttosto una radiocronaca degli eventi, che è ben diverso da flussi di coscienza, un escamotage spesso utilizzato per esporre i pensieri liberi dei personaggi.
Il personaggio di Gregorio poi non mi ha colpita, nonostante il carattere mi avrebbe dovuto far impazzire: nonostante ami i personaggi un po’ arroganti e sicuri di sé, lui mi ha dato una pessima impressione, in certi momenti diventava odioso e irritante.
La storia iniziale, come ho già detto, aveva delle ottime premesse e se l’autore si fosse concentrato nello sviluppo di un filone centrale facendo sì che gli altri eventi ruotassero intorno al primo, la storia sarebbe risultata più facilmente comprensibile e avrebbe anche potuto attirare il lettore. Ma l’intreccio troppo complesso, la poca chiarezza nei passaggi da un evento a uno parallelo, e l’aver voluto dare uno spessore rilevante ai vari nuclei narrativi ha reso la storia in certi punti persino indecifrabile: ero costretta a tornare indietro per capire chi era il protagonista e dove si trovava. Inoltre ho trovato troppo forzato il voler inserire necessariamente tanti elementi all’interno della storia, che magari sarebbero stati bene in un altro romanzo e non in questo. Ogni thriller ha un filone conduttore: indagini sulla mitologia, complotto del vaticano, lotta contro il terrorismo…sembra come se l’autore per rendere intrigante la storia abbia voluto inserire ogni elemento all’interno del libro, creando così l’effetto opposto: un miscuglio di nozioni, di informazioni e situazione che ben poco c’entrano l’una con l’altra. E alla fine della trama originaria ben poco resta!
Una storia che avrebbe potuto dare molto, ma che nel complesso mi ha deluso. E dico questo a malincuore, dato l’entusiasmo con il quale ho iniziato la lettura.
Ho adorato l’immensa cultura e le tantissime notizie raccolte dall’autore per scrivere il romanzo, ragione per cui mi duole dare un voto basso. Ma non posso dare più di 2 stelline e 1/2. Però trattandosi di un autore emergente ha ancora tutta la carriera davanti e, secondo me, prima o poi riuscirà a sviluppare appieno tutte le potenzialità e le decine di informazioni in suo possesso, magari in singoli romanzi con un’unica struttura centrale, e attirare l’attenzione da parte del pubblico.


A presto

Isy

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