Pagine 539
Prezzo: 10€
Editore: Time Crime
Genere: Thriller
Data di pubblicazione:2012
Trama
Roma. Durante un’estate torrida un
bambino di sette anni, Alessio Bramante, figlio di un celebre professore di
archeologia, scompare misteriosamente nelle catacombe che tagliano le viscere
della città. L’uomo indagato per il supposto omicidio del bambino viene
inspiegabilmente lasciato alla mercédella furia del padre di Alessio, che lo
uccide senza esitazione: il solo ad andare in carcere, per un amaro scherzo del
destino, sarà dunque Giorgio Bramante. Quattordici anni dopo qualcuno
aggredisce Leo Falcone, collega dell’ispettore Nic Costa, che all’epoca aveva
lavorato al caso senza riuscirea risolverlo. Bramante, nel frattempo, viene
rilasciato, mentre in prossimità di Castel Sant’Angelo, all’interno di un museo
dedicato alle anime del Purgatorio, viene rinvenuta una maglietta appartenuta
al piccolo Alessio. Sulla stoffa, incredibilmente, vi sono tracce fresche di
sangue. Ben presto, Costa e i suoi collaboratori si trovano a dover risolvere
un atroce mistero legato all’antico culto di Mitra, e a una vendetta che sembra
non essersi ancora pienamente consumata...
Mia Recensione:
100 g di emozione,
2 etti di suspance, un po’ di mistero e qualche goccia di humor…Fatto? Ora
mischiate bene, fate bollire con la passione accesa al massimo e otterrete il
thriller perfetto per l’estate!
“Il settimo
Sacramento” è un romanzo dell’inglese David Hewson, il quinto che ha per
protagonista il perspicace e forte Nic Costa. In realtà non sono molto d’accordo
con l’affermazione secondo la quale è Costa il protagonista. Ma andiamo con
ordine. Roma. Un bambino scompare all’improvviso nelle viscere della terra, inghiottito da uno dei tanti tunnel che formano il sottosuolo archeologico della Capitale. 7 ragazzi sono indagati: Ludo Torchia, Dino Abati, Toni la Marca, Sandro Vignola, Andrea Guerino, Raul Bellucci. Tutti e 7 sono studenti di archeologia del professor Giorgio Bramante, il quale è, soprattutto, il padre del bambino scomparso: Alessio Bramante. Da quel giorno molte cose sono cambiate e molti anni sono passati. Ludo Torchia è morto il giorno dell’arresto per mano di Bramante, al quale era stato concesso di poter parlare privatamente per cercare di ritrovare il figlio. Bramante è stato arrestato, il commissario a cui fu affidato il caso, Arturo Messina, è stato “mandato”, e gli altri 6 ragazzi rilasciati per insufficienza di prove. Ma dei 6 ragazzi uno ad uno muoiono tutti in circostanze mai chiarite: il rinvenimento del cadavere di Toni la Marca e la comparsa, sulla maglia del piccolo Alessio (custodita in un museo) di tracce fresche di sangue, fanno sì che, 14 anni dopo il caso mai chiuso venga riaperto. Le indagini sono condotte principalmente da Leo Falcone, il quale ha un legame speciale con le indagini dell’omicidio, ed anche un conto in sospeso con Bramante. Perché? Al suo fianco poi troviamo anche Nic Costa e Gianni Peroni. Ragione per cui non reputo Costa il “vero” protagonista. Le indagini però sono guidate dal Commissario Bruno Messina, figlio del commissario destituito anni prima, quasi fosse uno scherzo del destino.
Ma la storia non ha a che fare solo con la ricerca della verità sulla scomparsa del bambino (il cui corpo non è stato mai ritrovato!), sennò la storia sarebbe risultata scialba e anche banale. Alla trama principale ben presto si intreccia anche la leggenda, la riscoperta di antichi culti, ovvero quello mitraico che fanno ben sperare il lettore di trovarsi a qualcosa di ben più complesso che un semplice “smarrimento”. Grazie all’aiuto di altri validi poliziotti, come la giovane indiana Rosa Prabakaran, della scientifica, e del medico legale Teresa Lupo (compagna di Peroni), la storia si ricostruisce, come un tempio distrutto che viene ricostruito passo per passo, recuperando tra le macerie tutti i pezzi. Ma una volta completato il risultato non soddisfa, qualcosa manca, la struttura è debole e rischia di crollare all’improvviso…e allora si rende conto che forse la verità e la realtà vanno ben oltre le aspettative.
Un romanzo che lascia col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.
Le scelte stilistiche sono, a mio avviso, perfette per il tipo di romanzo. Infatti, a capitoli descriventi la realtà, si alternano capitoli che ripercorrono le ore dalla scomparsa del piccolo Alessio sino all’omicidio di Toni La Marca e il conseguente arresto di Bramante. E nonostante si sappia sin dalle prime pagine di cosa succede nel passato, tramite il racconto di Falcone, è stato comunque intrigante leggere la storia!
La narrazione scorre sempre fluida, non ci sono mai vuoti che possono lasciare smarrito il lettore: una scrittura lineare, chiara, ma ricca sono le basi per un buon thriller: a una storia complessa e intricata, non puoi, a mio avviso, associare una scrittura altrettanto complessa, perché si rischierebbe solo di confondere il lettore e spingerlo all’abbandono del romanzo.
I personaggi li ho trovati ben caratterizzati. Dall’aspetto fisico, ai tratti comportamentali e all’emotività. In particolare l’intreccio tra privato e lavoro, che di solito da adito a un connubio esplosivo, non ha deluso le aspettative. Tra i personaggi meglio riusciti sicuramente annovero Falcone e Costa. Soprattutto Falcone, poliziotto orgoglioso che nonostante fosse stato ferito durante un’azione, non ha mai accettato la pena della gente. Un uomo tutto d’un pezzo, sprezzante del pericolo ma che nonostante ciò non esita a mettere a repentaglio la propria vita, anche con un po’ di sana ironia.
Un romanzo da 5 stelle, da leggere assolutamente, magari dopo aver recuperato i precedenti (anche se io non ho riscontrato alcuna difficoltà nella lettura poichè, tranne qualche accenno alle vicende passate, la trama portante del romanzo è assolutamente originale e indipendente!)
Buona lettura!
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