Visualizzazione post con etichetta Beat. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Beat. Mostra tutti i post

01 marzo 2018

RECENSIONE: La specialista del cuore di Claire Holden Rothman

Buona lettura!

Titolo: La specialista del cuore
Autore: Claire Holden Rothman

Pagine: 384
Prezzo: 9 euro
Editore: Beat editori

Trama
In una notte d’inverno del 1874 Honoré Bourret, rinomato medico di una cittadina del Quebec, bacia la figlia Agnès, prende i soldi messi da parte per il battesimo di Laure, l’altra figlia di cui sua moglie è in attesa, e scappa di casa. Fugge perché su di lui grava un’accusa orribile: secondo gli abitanti della zona avrebbe percosso e affogato sua sorella Marie, una ragazza storpia e muta divenuta ormai un peso insopportabile. Agnès, però, non vuole darsi per vinta e decide che, in un modo o nell'altro, ritroverà «quell'uomo triste e tenebroso» che era suo padre. Andata a vivere con la nonna dopo la morte della madre, Agnès lascia la sorellina Laure nel suo mondo protetto di bambina e si getta con ostinazione in un sogno coraggioso ma apparentemente irrealizzabile: sfatare i pregiudizi dell’epoca e diventare medico, proprio come suo padre, con la speranza, magari, di incontrarlo di nuovo. Ispirato alla storia vera di Maude Abbot (1869-1940), una delle prime dottoresse di Montreal, La specialista del cuore ha rivelato il talento di Claire Holden Rothman sulla scena letteraria internazionale.

Come al solito i romanzi pubblicati dalla Beat editore non mi deludono mai! “La specialista del cuore” è un bel romanzo storico al femminile ambientato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Agnes è una bambina quando suo padre, il suo grande eroe, decide di fuggire dalla sua famiglia e dalla sua città per non essere processato per l’omicidio della sorella, storpia e muta. Sapendo di essere poco attraente ma intelligente e portata per le scienze, la ragazza studia e riesce, dopo numerose peripezie, a diventare medico, uno dei primi medici donna di Montreal.

“La specialista del cuore” è un libro che parla di amore per la famiglia, per la conoscenza e per sé stessi, che racconta la storia dell’emancipazione femminile e della presa di coscienza di alcune donne che desiderano più di un marito e dei figli.
Agnes è una bambina precoce che osserva il padre e i suoi studenti mentre lavorano e sogna di poter essere anche lei una donna di scienze. La scomparsa volontaria del padre le provoca un grandissimo dispiacere e, questa grande mancanza, porta Agnes a voler colmare il vuoto emulando suo padre, un patologo che conserva in casa decine di vasi contenenti organi umani sezionati da studiare. Honoré Burret è un luminare nella sua professione e lei desidera seguire le sue orme in un periodo in cui le capacità e l’intelligenza delle donne erano ancora denigrate e sottovalutate. Spinta da una governante che credeva nelle sue capacità, Agnes studia e, dopo anni faticosi fatti di impegno e ostacoli, riesce a laurearsi e a diventare dottore. Però non riesce a trovare dei clienti perché i preconcetti sulle capacità femminili sono dure a morire e quindi inizia a lavorare presso il museo di patologia dell’università. Qui rincontra dei vecchi amici: i cuori e gli organi sezionati da suo padre e dai suoi studenti. Per tutto il libro il legame con suo padre c’è sempre: tutte le sue decisioni relative alla sua carriera sono mirate a onorare suo padre e a riempire il vuoto che ha lasciato. Proprio inseguendo questo desiderio inespresso, Agnes diventa la specialista dei cuori ed emerge in capo accademico durante la guerra pubblicando numerosi articoli e studi. La lontananza degli uomini le permette di risplendere ma lei comprende più che mai che il lavoro e la dedizione alla ricerca scientifica non possono essere tutto nella vita di una donna.
Il romanzo è agrodolce perché Agnes è una donna forte, determinata e appassionata che si scontra numerose volte contro la ristretta società accademica maschilista e bigotta che relega la parte femminile della popolazione a diventare un soprammobile grazioso per decorare le serate con i colleghi. Lei decide di sacrificare tutta la sua parte femminile, denigrando spessissimo la sua bellezza, per poter fare ciò che più ama, o pensa di amare: il medico ricercatore. La cosa che più mi ha colpita è che ciò accade anche oggi: succede che le donne più potenti debbano spesso o mortificare il proprio aspetto nella speranza di essere più bene accette nel mondo del lavoro, oppure mettere eccessivamente in mostra il lato esteriore. So che questi possono essere dei cliché però io li trovo molto veri, soprattutto perché io stessa sono una donna che combatte per poter entrare nel mondo del lavoro. Tante cose sono cambiate dall’epoca ma noi, l’emancipazione, l’abbiamo avuta davvero? Queste sono le riflessioni che il libro mi ha portato a fare e che me lo hanno reso più caro, nonostante la storia sia a tratti ripetitiva. Ho deciso di assegnare quattro stelline al romanzo.
Lya

30 novembre 2017

RECENSIONE: L'innocente di Alison Weir

Buon giovedì e buona lettura!


Titolo:L'Innocente
Autore: Alison Weir
Prezzo: € 15,00 E-Book: € 8,99
Pagine: 464
Editore: Beat
Genere: Romanzo Storico

Trama

Inghilterra, 1554: Jane Grey, sovrana per appena nove giorni, si aggira nella dimora di Master Partridge, il carceriere della Torre di Londra. In quell'edificio che si affaccia sulla Tower Green, dove fu giustiziata anni prima Anna Bolena, è tenuta prigioniera insieme alle sue dame di compagnia, dopo essere stata giudicata colpevole di alto tradimento e condannata, poco più che sedicenne, a essere bruciata viva a Tower Hill, o decapitata, secondo il volere della regina Maria. Ha un'unica possibilità per salvarsi, stando almeno alla promessa dell'anziano abate di Westminster: se abiurerà la fede riformata, Maria Tudor, da poco impossessatasi del trono con la ferma intenzione di restaurare nel regno la religione cattolica, le concederà la grazia. Lady Jane, tuttavia, è pronta a riconoscere le sue colpe - aver indossato una corona non sua e avere, così, permesso che il suo cuore e la sua volontà fossero influenzati dalle brame di potere altrui -, ma non può tradire il proprio credo e barattare la vita eterna con quella terrena. Sono anni difficili quelli che precedono il tragico esito della giovane vita di Jane Grey. Tra la fine del regno di Enrico VIII e l'avvento di Elisabetta I le tensioni tra cattolici e protestanti, a lungo sopite, esplodono, e il loro scontro si consuma alla luce dei roghi degli eretici; la Corona è al centro di una fitta rete di intrighi, accordi sotterranei e inaspettati tradimenti...


Dopo tanta titubanza, perché non credevo fosse il momento giusto per questa lettura, eccomi qui a parlarvi dell’ennesimo romanzo storico al femminile, genere che mi è tant caro insieme al fantasy.

Lady Jane Gray è la figlia della nipote del re Enrico VIII. Nata quando il suo prozio era già avanti con gli anni, la piccola Jane cresce in un mondo fatto di perfezionismo e sofferenza. Sua madre, Frances, è una donna fredda che pretende l’assoluta perfezione da Jane sin da tenera età perché la aspetta un futuro glorioso: dovrà sposare il prossimo re d’Inghilterra. Questo matrimonio permetterà alla sua famiglia di raggiungere una grande importanza in società e di coronare il sogno dei suoi genitori. Ma, crescendo Jane si rende conto che tutto ciò che vuole è studiare e ragionare su questioni religiose: non desidera le luci della ribalta. Però, costretta dalla sua famiglia, accetterà una posizione che le sarà fatale alla tenera età di 16 anni.

Come quasi tutti i romanzi storici editi da Neri Pozza e poi dalla Beat, non ho potuto non farmi coinvolgere da questa triste storia fatta di macchinazioni e manipolazioni. Jane nasce femmina e questo rimane per tutta la sua breve vita il suo peccato più grande quindi, l’unica cosa che può fare per rendersi gradita alla madre, è quella di obbedire e fare un matrimonio vantaggioso per lei e per la sua famiglia. Frances, sua madre, inizia a farla educare sin da piccolissima, rimproverandola aspramente per ogni errore reale o immaginario. Quindi, Jane prova terrore e cieca obbedienza nei confronti della sua genitrice e studia e s’impegna al massimo delle sue capacità tanto da attirare l’attezione di eminenti intellettuali di tutta Europa. Silenziosa e abbastanza triste, la bambina conosce i suoi pochi anni di felicità alla corte della regina Caterina Parr, l’ultima moglie di Enrico VIII, dove può dedicarsi senza pressioni allo studio e alla religione. Nel corso della sua vita conosce molti grandi uomini e donne a partire dal re e da suo figlio, fino alle principesse Maria ed Elisabetta. Nonostante la sua erudizione, Jane deve obbedire alla sua famiglia che la controlla completamente: deve sposare l’uomo di loro scelta e poi fare ciò che gli dicono.
La scalata sociale è al centro delle macchinazioni di sua madre e suo padre che però finiscono per portarla direttamente sul patibolo. Ho trovato questa storia profondamente ingiusta e terribile anche se so che il destino di moltissime donne dell’epoca era proprio questo: merce di scambio per accordi politici e/o commerciali favorevoli. Non essendo eredi del patrimonio di famiglia, in quanto donne, non potevano fare altro che obbedire al padre e poi al marito. Tutto questo emerge in modo forte da questa storia e, soprattutto nella parte finale, mi ha lasciata davvero sconvolta. Jane aspetta il suo destino comprendendo che lei è del tutto innocente ma accetta comunque il suo fato non aspettandosi alcun aiuto. Voglio assegnare quattro stelline e mezzo a questa tristissima storia che, pur essendo abbastanza lenta nel suo svolgimento, mi ha coinvolta e fatta riflettere. Certe volte, avendo davanti agli occhi delle “eroine” non penso a come doveva effettivamente essere la vita di una donna all’epoca, questo romanzo/biografia me lo ha fatto ricordare.

Lya

28 settembre 2017

RECENSIONE: La figlia del boia e il monaco nero di Oliver Pötzsch

Buon giovedì e buona recensione a tutti!



Titolo: La figlia del boia
Autore: Oliver Pötzsch
Traduzione: Alessandra Petrelli
Pagine: 436
Prezzo: 9,00 euro
Editore: Beat

Trama

Baviera, 1659. Il destino di Martha Stechlin, levatrice di Schongau, sembra segnato. Messa nelle mani del boia del paese perché le sia estorta formale confessione, attende di essere spedita al rogo per il barbaro omicidio di due bambini. Jakob Kuisl, il boia di Schongau, un gigante alto quasi due metri, la barba nera e spinosa, le lunghe dita ricurve simili ad artigli, non crede però alla sua colpevolezza. E con lui non credono che la dolce Martha sia una strega anche sua figlia Magdalena, un’attraente ragazza dalle labbra carnose, e Simon Fronwieser, il figlio del medico cittadino, un giovane ben visto tra il gentil sesso di Schongau. I tre indagano per cercare di ribaltare una sentenza che sospettano sia stata scritta solo per convenienza politica e, soprattutto, per nascondere una verità inconfessabile. Attraverso un’impeccabile ricostruzione storica della società tedesca del Seicento,
La figlia del boia conduce il lettore in un’epoca di superstizioni e follie collettive e delinea una stupefacente figura propria di quel mondo: il boia, un uomo temuto e, ad un tempo, un esperto erborista e un illuminato.

“La figlia del boia e il monaco nero” è il secondo libro che vede come protagonisti il boia di una cittadina tedesca, Kuisl, e sua figlia Magdalena alle prese con un efferato omicidio. Visto che mi sono divertita abbastanza nella lettura del precedente libro QUI la recensione, ho deciso di continuare con la lettura del secondo libro.

Simon, il figlio del medico di Schongau, viene chiamato da una cittadina vicina per verificare un decesso: il parroco sembra morto dopo un’intensa mangiata. Però, un particolare, insospettisce il medico che comprende che il prete non è morto per cause naturali ma è stato avvelenato. Per cercare il colpevole di questa morte, Simon di rivolge a Kuisl, il temibile boia del paese, e insieme scopriranno numerose cose legate al passato del territorio, ai templari e a un famoso tesoro andato perduto.

Come il primo libro, anche questo mi è piaciuto anche se l’ho trovato lento in alcune parti.
Se ne “La figlia del boia” i personaggi erano stati presentati e abbozzati, qui vengono descritti e analizzati maggiormente. Simon si rivela essere un farfallone abbastanza superficiale che è attratto solo dalle apparenze e dal livello sociale delle donne. Infatti, per tutto il romanzo lui indaga con la bella e intraprendente sorella del pastore morto per riuscire a risolvere degli enigmi e arrivare sia al tesoro dei templari, sia all’assassino. Insomma, Simon in questo giro ha perso un po’ di punti perché si è rivelato essere davvero attento solo alle cose meno importanti nella vita e, anche se prende abbastanza batoste, mi è risultato abbastanza antipatico. Kuisl, il boia del paese, in questo libro, prende una strada parallela nelle indagini e si muove in solitudine. Come sempre è un personaggio pragmatico e dal passato losco, ha delle conoscenze piuttosto vaste della vita ma anche della cultura. Lui, neanche a dirlo, è il personaggio carismatico che ha calamitato la mia lettura: i suoi sentimenti ambivalenti nei confronti del suo lavoro, la sua arguzia e la sua decisione, lo rendono un ottimo protagonista e un fantastico detective. Riesce ad arrivare dove altri non possono e quindi, con il suo intuito e la sua conoscenza, vede molto più lontano dei suoi bigotti compaesani.
Per le due protagoniste femminili ho un paio di cosette da dire. Magdalena è abbastanza insopportabile e testarda anche se, questa volta, l’ho trovata meno infantile e più decisa. La ragazza è innamorata di Simon e reagisce piuttosto male, a ragione, quando il suo amato calamita le sue attenzioni su una nuova arrivata, Bendikta. Quest’ultima è la sorella della vittima iniziale che arriva con la scusa di sistemare le cose del defunto fratello, ma rimane per le indagini manipolando e spingendo Simon a darle tutte le risposte. Il fatto che sia manipolatrice e che cerchi qualcosa è abbastanza chiaro sin dall'inizio ma il medico ci casca con tutte le scarpe e si fida di lei. Avete capito che questa donna non mi è piaciuta molto? Come personaggio è fantastico, ma come “persona” molto meno.
La storia è ben congeniata e costruita, il finale è coinvolgente e intrigante, le situazioni che sono narrate tra gelosie, templari e sette nascoste, le ho trovate davvero interessanti…insomma il libro mi è piaciuto e assegno quattro stelline in attesa di leggere le prossime avventure dei protagonisti.


Lya

01 agosto 2017

Libri da ombrellone: romanzi in viaggio tra Londra, Edimburgo, Dublino e Praga

Buongiorno lettori e stranieri
e buon inizio di agosto! Oggi per la puntata della rubrica estiva "Libri da ombrellone" ho pensato di farvi viaggiare leggendo un bel libro.
Oggi toccheremo 4 mete europee che amo alla follia!

LONDRA: ci sono stata due volte e la amo, ci tornerei alte mille volte e ci vivrei anche! E' una bellissima città cosmopolita ma con una salda storia e forti tradizioni.
Per questa grande città ho scelto un quasi saggio che racconta la sua storia dalle sue origini (inutile dirvi che è nella mia wishlist!) e che trovo davvero molto intrigante anche se mi rendo conto che è un bel tomone! Evevo pensato a "Nero fumo e cenere" di Dan Vyleta ma ho preferito cambiare un po' genere.

Titolo: Londra una biografia
Autore:Peter AckroydPagine: 704
Prezzo: 13 euro
Editore: Beat

Trama
Londra non è una città. I suoi vicoli sono vene, i suoi parchi polmoni. Nella nebbia, le strade di ciottoli brillano di sudore. Le sue vecchie mura sembrano spalle enormi. I ponti che traversano il Tamigi gambe tozze e arcuate, e le luci di Westminster o le insegne di Trafalgar Square occhi sempre aperti. Comunque la si guardi, una cosa è certa: Londra non è una città, è un animale in costante mutazione.
Partendo da questa irrefutabile verità, Peter Ackroyd, londinese di East Acton, ha concepito il più ambizioso e originale dei progetti: ricostruire il corpo di una terra che ha quasi cinquanta milioni di anni. La sua Londra è un saggio storico, un romanzo, un racconto gotico e, insieme, un labirinto stupefacente in cui il lettore si perde con immenso piacere.
Grazie a una prosa accattivante ed eclettica, la Londra di Ackroyd si candida a essere il ritratto millenario e definitivo della capitale britannica.
EDIMBURGO: il mio sogno proibito. Ogni tanto guardo i voli per questa capitale ma non è ancora arrivato il suo momento purtroppo.
Per questa capitale avevo pensato di proporvi la serie "Outlander" di Diana Gabaldon ma poi ho optato per qualcosa di diverso...

Titolo: Storie di una città
Autore: Alexander McCall Smith, Ian Rankin e Irvine Welsh
Pagine: 126
Prezzo: 13,50 euro
Editore: Guanda

Trama
Edimburgo gode di una immenso prestigio internazionale per la sua eccellenza culturale e artistica, ma è anche una città di duri contrasti. In questa raccolta la capitale della Scozia è fonte di ispirazione per tre grandi scrittori contemporanei, che lì sono nati e vivono. Alexander McCall Smith, Ian Rankin e Irvine Welsh offrono tre punti di vista diversi sulla città. Un nostalgico biologo di Nuova Delhi giunge a una sconvolgente conclusione; due giocatori della Homeless World Cup vengono trascinati in un magico mondo di illusioni? E per finire Welsh ci immerge nel mondo pulp che ben ci ha fatto conoscere nei suoi romanzi, raccontandoci la storia di un animale da compagnia molto particolare, la tigre di un boss della malavita, e dello sventurato che deve occuparsene? J.K. Rowling introduce questi tre originali racconti con una riflessione sul suo trasferimento a Edimburgo e la sua vita in questa città.
DUBLINO: altra capitale che desidero visitare da anni. Come per la Scozia spero di poterci andare e poter fare un bel giro dell'isola... quando vincerò il superenalotto XD
I primi libro che mi sono venuti in mente, che appartengono a una serie, sono di Karen Marie Moning con i 5 libri della serie Fever, però, anche in questo caso ho voluto cambiare un po' buttandomi su altro.

Titolo: Una canzone che ti strappa il cuore
Autore: Joseph O'connor
Pagine: 280
Prezzo: 17 euro
Editore: Guanda

Trama
Nella Dublino oscurantista di inizio Novecento, la diciassettenne Molly Allgood muove i primi passi nel mondo del teatro e sogna un futuro da star in America. Ribelle, irriverente, bella, corteggiata da tutti, diventa l'amante di John Synge, il più importante drammaturgo irlandese, un genio inquieto, un poeta dal linguaggio forte e dalle passioni tempestose. Il loro è un amore tormentato, a volte crudele, spesso tenero, che sfida le convenzioni rigide dell'età edoardiana ? anche quelle religiose ?, la differenza di età e di estrazione sociale. Molti anni dopo, Maire O'Neill è una «reliquia del passato», un'anziana attrice logorata dalla malinconia, dalle ambizioni e dai rimpianti di una vita. «Molly», così l'hanno sempre chiamata, ormai si aggira sola e smarrita per le frenetiche strade di Londra. Nel suo mondo trasognato le figure reali si confondono con i fantasmi, con il vago chiarore dei luoghi e delle presenze che avverte intorno a sé: Dublino, le colline della contea di Wick low, Londra, New York attraversano il tempo e lo spazio, come lo scenario di un immobile atto unico. L'antica storia d'amore proibita che Molly non ha mai dimenticato si riverbera negli oggetti e nei ricordi, «in strane irruzioni diurne».
PRAGA: altra capitale che ho potuto visitare per ben due volte e che mi ha molto colpita per le atmosfere e per la storia che la vede protagonista. Ho selezionato un thriller quasi letterario che mi ha colpita moltissimo.

Titolo: Le notti nere di Praga
Autore: Davide Mosca
Pagine: 216
Prezzo: 18 euro
Editore: Mondadori

Trama
Come ogni mattina, Franz Kafka si reca nel suo ufficio di impiegato assicurativo, ma questa volta alla sua scrivania trova seduto uno sconosciuto. Una situazione degna dei suoi romanzi. Lo sconosciuto gli rivolge domande allusive, inquietanti, e si dilegua minacciando di tornare presto. Nessuno, nell'edificio delle assicurazioni, lo ha visto né entrare né uscire. Cercando di non pensare all'accaduto, Kafka si rifugia a casa, in via degli Alchimisti, dominata dalla mole possente del Castello. Qui cede alle insistenze della chiaroveggente Zelenda, sua vicina, che vuole leggergli il futuro, nel quale riconosce oscuri presagi. Il giorno dopo Zelenda è scomparsa, e Kafka teme per la sua vita. Investigando nel sottobosco di indovini e occultisti incontra Karolina Kor, seducente alchimista, dalla quale viene a sapere che la pietra filosofale, creata secoli prima proprio in uno dei laboratori segreti di via degli Alchimisti, pare essere stata ritrovata. In tanti ritengono che Kafka sappia come raggiungerla e sono pronti a tutto per impossessarsene. Tra scetticismo della ragione e inconfutabili magiche alchimie, il grande scrittore si mette sulle tracce della mitica pietra filosofale.

Cosa ne pensate di questa selezione? ^^

17 marzo 2017

RECENSIONE: Annus mirabilis di Geraldine Brooks

buona lettura!

Titolo: Annus mirabilis
Autore: Geraldine Brooks
Pagine:352
Prezzo: 12,90 euro
Editore: Beat

Trama
È una mattina del 1666 a Eyam, un piccolo e isolato villaggio di montagna del Derbyshire, in Inghilterra, e nel grazioso cottage in cui vive, Anna Frith, vedova a diciotto anni con due bambini, dopo aver riempito una brocca d’acqua fresca, raggiunge la stanza di George Viccars, un sarto girovago venuto qualche tempo fa a bussare alla sua porta in cerca d’un alloggio. Anna entra nella stanzetta dal soffitto basso e per poco la brocca d’acqua non le cade di mano. Il volto giovane e bello della sera precedente è scomparso. Gorge Viccars giace con la testa spinta di lato da un bubbone grande quanto un maialino appena nato, un rigonfiamento di carne lucida e pulsante. Così, nelle pagine di questo romanzo, la peste giunge a Eyam, in una mattina del 1666. Inaspettata e innocente eroina, Anna deve affrontare la morte nella sua famiglia, la disintegrazione della sua comunità e il pericolo di un amore illecito. L’Annus Horribilis della peste, però, è destinato a trasformarsi in un Annus Mirabilis, un anno di meraviglie…
Romanzo indimenticabile che svela «la meraviglia del coraggio umano» (Library Journal), Annus Mirabilis è un’avvincente storia d’amore in cui dolore e gioia, perdita e resurrezione si alternano mirabilmente.

Nuovo libro edito dalla Beat da recensire per voi! Ogni volta è sempre difficile scegliere quale libro leggere e diventa ancora più complesso per quanto riguarda i beat perché, se da una parte mi attirano tutti, dall’altra non voglio “consumarli” troppo in fretta.
Annus Mirabilis di Geraldine Brooks era nella mia wl da parecchio e quindi ho deciso di leggerlo.

I protagonisti della storia sono gli abitanti di un piccolo villaggio inglese i quali, nel 1666, vengono colpiti dalla peste veicolata da alcune stoffe preziose provenienti dalla città. Anna è la voce narrante e, attraverso il suo sguardo semplice ma delicato, racconta ciò che vive in prima persona tra malati, morti e violenze.

Parto subito dicendo che questo libro non è ciò che mi aspettavo perché è una vera e propria cronaca, lenta e piuttosto dettagliata, di un disastro avvenuto in questo piccolo villaggio. Tutto inizia con l’arrivo di un gentile sarto girovago che prende alloggio presso Anna, una vedova giovanissima con due figli a carico. Il sarto sembra stare bene finché non crolla nel suo letto preda di febbri e con degli inquietanti bubboni vicini alle ghiandole. L’uomo muore in fretta ma la malattia inizia a diffondersi e Anna, insieme al parroco e a sua moglie iniziano una battaglia contro la morte che dura un intero anno, tutto il 1666. Per preservare le altre città vicine dal contagio, il villaggio viene chiuso e i rapporti umani con l’esterno troncati. La malattia inesorabile che colpisce chiunque, la morte che bussa a ogni casa e l’isolamento volontario, portano gli abitanti allo stremo delle forze provocando situazioni critiche e violente. La sopravvivenza è al centro di ogni pensiero.
La voce narrante, quella di Anna, racconta questa escalation di sofferenza e solitudine con occhi semplici ma profondi in quanto lei stessa è colpita dal dolore della perdita.
Non è sicuramente un libro allegro, anzi è piuttosto lugubre e ansiogeno perché l’efficacia della narrazione porta il lettore a sentire il peso incombente della malattia e del dolore che può colpire chiunque e in qualsiasi momento. I rapporti umani e civili si assottigliano sempre di più per la paura del contagio e ciò pesa notevolmente in un villaggio dove tutti si conoscono e si aiutano. La carità è rara e gli aiuti sono pochi; tutti devono cavarsela come possono.
 La storia è lenta e a tratti “ripetitiva”, anche se il finale a sorpresa ravviva un po’ la lettura e stupisce.
Per questo motivo ho deciso di assegnare al libro tre stelline e mezzo anche se la lettura è stata lenta e non priva di ostacoli emotivi.


Lya

29 novembre 2016

Top Five Tuesday: 5 libri da regalare per Natale

Buon pomeriggio lettori!
eccomi con una nuova top ten/five!
Il tema di oggi è elastico quindi, visto che per Natale sto pensando a un progettino, vorrei inserire qui i cinque libri che regalerei (e a chi) in base alle mie letture del 2016.


1- Cecità di Josè Saramago: libro che regalerei a un adulto perché ci vuole una certa maturità per capirlo e affrontare alcuni temi forti.

2- L'albero delle bugie di Frances Hardinge: che regalerei a una ragazza tra i quattordici e quindici anni per avere maggiore effetto e presa. La storia è molto carina e ben scritta e credo che possa essere apprezzata pienamente o da un pubblico giovane oppure dagli amanti dei libri per ragazzi.

3- The Danish girl di David Ebershoff: in questo caso regalerei libro e film insieme perché sono molto belli entrambi. Sceglierei questo dono per un  lettore adulto o adolescente interessato a romanzi biografici, tratti dalla realtà. I temi della sessualità trattati dal libro e dal film sono molto delicati e velati.
4- L'Innocente di Alison Weir: è una delle mie ultime letture che regalerei a qualcuno amante dei romanzi storici al femminile alla storia inglese.

5- Cress di Marissa Meyer: questo terzo volume della serie lo regalerei a un amante degli young adult e dei retelling. La cover è molto bella!

E voi? quali sono i libri che avete letto quest'anno che regalereste? E a chi? ^^

15 ottobre 2016

What's Next? 246

Nuovo fine settimana, nuovo aggiornamento letture!

Lya
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
"La figlia del boia e il monaco nero", secondo libro che vede come protagonista un boia tedesco e sua figlia, è stata una bella lettura che a fasi alterne mi ha interessato. Leggerò sicuramente le avventure seguenti! 

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)

Ho letto le prime 60 pagine di questo libro e già mi sta piacendo moltissimo! Non sono ancora arrivata alla parte in cui si parla dell'albero delle bugie, ma credo che stasera porterò avanti la lettura ^^

What's next? (Qual è il prossimo?)
Il prossimo libro che leggerò sarà il primo della serie di Ransom Rigg, in previsione della visione del film. Speriamo mi piaccia! ^^


Isy
Io rimango stabile^^
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
Sicuramente una lettura facile e veloce. Secondo volume della saga di "Fairy Oak", in un crescendo di suspance, ti conduce verso la lettura del terzo volume(28 ottobre...sbrigati ad arrivare xD).

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
Sicuramente nella seconda metà il libro si riprende, speriamo in un crescendo continuo^^

What's next? (Qual è il prossimo?)
Ho deciso...sarà il momento giusto?=)

Voi cosa leggete di bello ? ^^

08 ottobre 2016

What's Next? 245

Ciao amici lettori. Oggi inauguriamo una variante di "What's next". Diciamo che l'obiettivo finale è sempre lo stesso, ovvero mostrarvi le nostre letture passate, presenti e future...ma assieme alla cover del libro vogliamo lasciarvi anche qualche commento sulla lettura appena terminata, le nostre impressioni su quella attuale e le ragioni per cui abbiamo scelto proprio quel libro come "prossima lettura"^^Spero che l'idea vi piaccia e renda più attiva questa rubrica..e ovviamente aspettiamo anche i vostri commenti




Lya
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
Ecco uno dei libri della mia sfida del comodini. Come sempre ho dato priorità e devo dire di essere soddisfatta della lettura, un bel romanzo storico con un inaspettato risvolto paranormale. 



What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
Sono a quasi metà del libro e come il primo "La figlia del boia" mi ha catturato pur non essendo un libro veloce da leggere^^

What's next? (Qual è il prossimo?)
Tra i libri che m'ispirano, usciti in quest periodo, dopo "Un po' di follia in primavera" della Gazzola che ho già letto, ho deciso di optare per questo libro per ragazzi.

Isy
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
Sicuramente una lettura facile e veloce. Secondo volume della saga di "Fairy Oak", in un crescendo di suspance, ti conduce verso la lettura del terzo volume(28 ottobre...sbrigati ad arrivare xD).

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)
Ultimo capitolo della saga di "Inkheart". Il primo volume, "Cuore d'inchiostro", l'ho adorato: è entrato di diritto tra i miei libri preferiti. Il secondo, "Veleno d'inchiostro" è stato anch'esso coinvolgente (ma no quanto il primo), poiché quasi interamente ambientato nel Mondo d'inchiostro.
Questo terzo è partito un po' a rilento, la lettura procede un po' troppo lentamente...spero che si riprenda...

What's next? (Qual è il prossimo?)
Non ho ancora deciso cosa leggere, ma sicuramente sarà una lettura adatta a questo mese di Ottobre, sicuramente cerco qualcosa che abbia richiami dark e un po' "gotici". Consigli?

Voi cosa leggete di bello ? ^^

06 ottobre 2016

Libri da Instagram 6#

Buonasera lettori! Eccomi con una nuova puntata di libri da instagram, in cui appare anche il mio bellissimerrimo gattone ^^


Mentre stavo cercando di fare una foto "figa" del libro appena iniziato, ecco spuntare Hermes alla ricerca di attenzioni...come potevo non approfittare della sua apparizione? Si è pure messo in posa sul libro ^^

07 settembre 2016

RECENSIONE: La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo

Buona lettura!


Titolo: La simmetria dei desideri
Autore: Eshkol Nevo
Pagine: 376
Prezzo: 9 euro
Editore: BEAT
Genere: narrativa contmporanea

Trama
Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent'anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l’esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori. Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto. Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo. Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figli. Durante la partita Amichai ha un'idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati?

La simmetria dei desideri è un romanzo che ho acquistato da libraccio davvero parecchio tempo fa: m'ispirava molto la storia ma, fino ad ora, non era ma il momento giusto per leggerlo.

I protagonisti della storia sono quattro amici che abitano a Tel Aviv e che durante i mondiali di calcio decidono di scrivere tre loro desideri che vorrebbero veder realizzati entro quattro anni successivi leggendo però voce alta uno dei tre. La voce narrante è quella di un timido introverso giovane uomo che cerca la sua realizzazione personale e che racconta la sua storia e quella dei suoi amici, così strettamente legati tra loro, tra alti e bassi, momenti drammatici e felici.
Yuval, Churchill, Ofir e Amichai, quattro uomini uniti da un'amicizia che pare indissolubile.
                                                               
Dall'inizio del 2016 questo è uno dei primi libri realistici che mi capitato di leggere e, come sempre, i libri editi dalla beat mi colpiscono particolarmente. Quello che mi ha interessato e il significato del titolo che viene rivelato solo verso la fine quando il narratore, dopo aver raccontato gli ultimi cinque anni della sua vita con molti flash detto presi anche dagli anni precedenti, si rende conto che i quattro desideri che hanno espresso durante la partita di calcio dei mondiali sono stati realizzati l'uno dall'altro. Ad esempio Yuval esprime il desiderio di stare con Yaara, una ragazza che ha conosciuto da poco ma di cui è perdutamente innamorato: il suo desiderio verrà realizzato da un altro dei suoi amici. A sua volta Yuval decide di chiudere il cerchio e, quasi alla vigilia dei mondiali durante i quali avrebbero dovuto leggere tutti i loro desideri, termina di scrivere il suo romanzo, quello che racconta le loro vite ma che sarebbe dovuto appartenere a un altro dei suoi amici. Attraverso questi desideri espressi all'inizio del romanzo, l'autore riesce a raccontare quattro storie diverse ma irrimediabilmente unite da conoscenze, abitudini, affinità e amicizia. In generale devo dire che sia trovato alcune parti parecchio scorrevoli e interessanti, la parte finale l'ho trovata invece più lenta e ripetitiva poiché si incentra principalmente sul narratore che, da quattro lunghi anni, soffre per amore. Questo suo non riuscire ad andare avanti, sia in campo sentimentale che lavorativo, fa sentire il protagonista inadeguato rispetto agli altri suoi tre amici che hanno realizzato molto la loro vita tra famiglie, impieghi e scoperta di se stessi. Yuval arriva sentirsi tagliato fuori da questo progredire, si sente inchiodato in una vita ripetitiva e circolare, senza vie d'uscita, e per questo decide di scrivere la sua storia e quella degli altri ragazzi: desidera andare avanti e cambiare. Se tutti questi sentimenti mi sono molto familiari soprattutto in questo periodo della mia vita in cui non sono più una studentessa universitaria ma non sono neanche una lavoratrice e, un po' come Yuval sono frenata da ciò che mi circonda, d'altra parte credo che romanzo sia un po' troppo sbilanciato ad un certo punto. Da esserci quattro protagonisti ne rimane solamente uno. Per questo motivo ho deciso di assegnare tre stelline e mezzo romanzo e non di più nonostante i quattro romanzi intrecciati ne abbiano parecchio coinvolta e interessata.


Lya

26 aprile 2016

RECENSIONE: La figlia del boia di Oliver Potzsch



Buona lettura a tutti!


La figlia del boiaTitolo: La figlia del boia
Autore: Oliver Potzsch
Pagine: 432
Prezzo:9 euro
Editore: BEAT

Trama

Baviera, 1659. Il destino di Martha Stechlin, levatrice di Schongau, sembra segnato: il boia del paese deve torturarla per estorcerle una confessione nella quale lei dica di aver ucciso due bambini.
Jakob Kuisl, il boia di Schongau, un gigante alto quasi due metri, la barba nera e spinosa, le lunghe dita ricurve simili ad artigli, non crede però alla sua colpevolezza. 
E con lui non credono che Martha sia una strega anche sua figlia Magdalena, un’attraente ragazza dalle labbra carnose, e Simon Fronwieser, il figlio del medico cittadino, un giovane ben visto tra il gentil sesso di Schongau. I tre indagano per cercare di ribaltare una sentenza che sospettano sia stata scritta solo per convenienza politica e, soprattutto, per nascondere una verità inconfessabile. 


Eccomi finalmente a parlarvi di un romanzo che ho desiderato e ricevuto per il mio compleanno più di un anno fa: "La figlia del boia" edito dalla mia casa editrice del cuore, la beat.

Il protagonista della storia è un boia tedesco del 1600 il quale, tra un'impiccagione e punizioni corporali varie, si ritrova a vestire i panni di investigatore per cercare di risolvere una serie di disgrazie capitate nel suo villaggio. Uno dopo l'altro vengono trovati i corpi di alcuni bambini del paese, tutti riportano uno strano marchio sulla spalla. Proprio a causa di questo marchio si pensa immediatamente alla stregoneria e viene subito trovato un capro espiatorio: la levatrice. Il boia, uomo pragmatico ma anche di cultura, sa che dietro a tutti gli avvenimenti non si nasconda una strega ma bensì un assassino.

Voglio partire questa recensione parlandovi di una nota dell'autore che si trova la fine del libro; lui ci dice che la maggior parte dei nomi e alcuni avvenimenti sono realmente accaduti e che lui è un discendente del boia di cui narra le vicende. Questo particolare, un po' macabro che ho scoperto solo la fine della lettura, mi ha colpita molto positivamente perché ha reso, nella mia mente, ancora più realistica la storia.
Passando al romanzo, posso dire che mi è piaciuto per la maggior parte: le descrizioni degli ambienti, dell'epoca, delle torture e usanze del seicento le trovate davvero molto realistiche e d'impatto. A discapito del titolo, che mi ha fatto credere che la protagonista del romanzo sarebbe stata la figlia del boia, il personaggio centrale, quello con una maggiore introspezione psicologica e quello più acuto, è sicuramente il boia stesso. È subito evidente che non ama il suo lavoro ma che per tradizione familiare è costretto a farlo, è un uomo che ha studiato l'anatomia umana e che si tiene informato sulle nuove scoperte, conosce le piante e i loro usi medicinali ed è un personaggio silenzioso, cupo ma sicuro di sé. Sua figlia è presente all'interno della storia ma ha un ruolo marginale come quello del suo pretendente, il dottore della città. Il mistero narrato vede la presenza di stregoneria e di rituali magici, di assassini senza scrupoli, di politici sbrigativi e di tanti personaggi ignoranti che ragionano in branco e non singolarmente. Le pagine scorrono veloci e si viene a formare pian piano un complesso puzzle di avvenimenti e coincidenze tutto scritto in modo fluido e ricco. Insomma, il libro mi è piaciuto tanto che sono andata a comprare il seguito che spero di leggere a breve.
Assegno quattro stelline a questo thriller storico che mi ha colpito sia per la particolarità dei personaggi scelti e descritti, sia per l'ambientazione che per lo stile di scrittura.

Lya
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...