Titolo: Il mercante di libri maledetti
Autore: Marcello SimoniPagine: 351
Prezzo: 9.90€
Editore: Newton&Compton
Trama:
È il mercoledì delle ceneri dell’anno 1205 quando padre Vivïen de Narbonne è costretto a fuggire, braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede qualcosa di molto prezioso, che non è disposto a cedere ai suoi inseguitori.Sono passati tredici anni da quel terribile giorno, quando Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie, riceve da un nobile veneziano l’incarico di mettersi sulle tracce di un libro rarissimo, l’Uter Ventorum. Si dice che contenga antichi precetti della cultura talismanica orientale, e permetta di evocare gli angeli e la loro divina sapienza. Inizia così l’avventuroso viaggio di Ignazio tra Italia, Francia e Spagna, sulle tracce di un manoscritto che qualcuno pare abbia smembrato in quattro parti e accuratamente nascosto. Solo chi è in grado di risolvere complicati enigmi, e di decifrare strani messaggi disseminati nel percorso che conduce al libro, potrà trovarlo e accedere ai suoi segreti. Ma Ignazio non è l’unico a volerlo. Ci sono personaggi loschi e ambigui che intendono entrarne in possesso, anche con l’inganno e con la forza. Chi riuscirà per primo a scoprire dove si trova? E cosa saranno pronti a rischiare, tutti coloro che lo inseguono, per svelare per primi i suoi arcani misteri?
Recensione:
Aspettavo di leggere questo libro da quando la N&C ci inviò la newsletter a riguardo. Nonostante ci avessero detto di essere disponibili a una recensione non ci hanno mai più mandato la copia. Ma io, curiosa come solo una donna sa essere, non sono riuscita a resistere e così, approfittando di uno sconto dl 15% al suo lancio l’ho acquistato. Devo dire che le mie aspettative non sono state deluse. La storia è ben articolata, intrigante, con una buona dose di mistero e un numero accettabile di colpi di scena… Ma andiamo con ordine. Il protagonista del romanzo è Ignazio da Toledo, personaggio ben descrittivo nella sua tipicità: personaggio scaltro, furbo, che riesce sempre a cavarsela per il rotto della cuffia, proprio come tutti i protagonisti di storie Thriller. Ciò nonostante mi è piaciuto perché si capisce da subito che nasconde un segreto più grande di quello che sembra e quindi il lettore è spronato a leggere per scoprire tutti i dettagli. Gli altri protagonisti che io reputo di un certo rilievo sono i 2 compagni di Ignazio, ovvero Willalme e Uberto. Primo con un passato traumatico e il secondo un giovane orfano vissuto sempre in monastero quindi estraneo al mondo esterno. Inevitabilmente le tre vite si intrecciano quando inizia l’avventura alla ricerca del “Libro Maledetto”, ovvero l’Uter Ventorum, il libro degli angeli che può dare a chi lo possiede un immenso potere e come ogni Thriller “Se il libro finisce delle mani sbagliati sarebbe una tragedia per il mondo”…anche questa situazione è molto tipica, eppure devo dire che proprio perché in linea generale il romanzo ha seguito i topoi del thriller io l’ho apprezzato. Soprattutto perché l’antagonista in questo romanzo è una setta, la Saint-Vhem o meglio una figura di spicco del gruppo, detto Dominus o Maschera Rossa, che riesce a mantenere segreta la sua identità fino alla fine. Inoltre ad esso va associato anche un numero non indifferente di personaggi lo stesso misteriosi e fino all’ultimo impossibile inserire nella “lista buoni” o “lista cattivi”. Ero sicuro alla fine di aver capito chi fosse Dominus ed essere riuscita a smistare i personaggi in questa classificazione, salvo poi accorgermi alla fine della storia di aver sbagliato tutto e mi è piaciuto proprio per questo fatto, poiché la storia non si è dimostrata banale. Un elemento che sicuramente ha fatto salire il punteggio del romanzo è l’ambientazione: la descrizione artistica dei luoghi si è rivelata veritiera e del tutto precisa nei minimi dettagli (come ad esempio le sculture del monastero di San Michele della Chiusa creati da Nicholaus, scultore da me amato anche se per molti sconosciuto). Stesso si può dire della descrizione storica, con l’analisi del fenomeno dei pellegrinaggio e con una particolare attenzione per i dettagli.
La scrittura è scorrevole, semplice e sempre chiara. Talvolta ho trovato però passaggi un po’ troppo “ingarbugliati” che facevano perdere il senso della frase. Così come ho trovato situazioni un po’ banali, come l’uccisione di un conte nemico di Willalme di cui si sarebbe voluto da sempre vendicare: i protagonisti assistono da lontano all’assedio di Tolosa del 25 giugno 1218. Willalme scorge il conte Montefort, suo nemico, che non vede da anni proprio nel momento in cui viene colpito a morte, personalmente l’ho trovato banale. Ma pazienza! Per fortuna è successo solo un paio di volte.
Quello che non mi ha colpito è il finale! In realtà mi ha deluso poiché lo trovo molto “sdolcinato” e un po’ forzato, come se l’autore avesse necessariamente bisogno di un finale da favola del tipo “E vissero tutti felici e contenti”. Anche per una romanticona come me è risultato eccessivo e per la sua imprevedibilità ha ottenuto solo l’effetto contrario.
Molti sconsigliano la lettura, io però pur non trovandolo brillante l'ho comunque parecchio apprezzato e penso che una possibilità la meriti decisamente!!!
Dunque assegno 4 stelline...e vi auguro una buona lettura!
Alla prossima
Isy
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