29 maggio 2012

Recensione "Young Sherlock Holmes - Nube mortale" di Andrew Lane

Titolo: Young Sherlock Holmes – Nube mortale
Autore: Andrew Lane
Pagine: 308
Prezzo: 9,90 euro
Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: marzo 2012

Trama:
Le giornate del giovane Sherlock Holmes sono straordinariamente monotone: in collegio riceve un'istruzione classica e lezioni di buone maniere, per diventare un cittadino prototipo dell'Impero britannico. Ma tutto ciò sta per cambiare... A causa della partenza improvvisa di suo padre per l'India e della misteriosa indisposizione di sua madre, Sherlock viene mandato a passare l'estate nella tenuta dei suoi eccentrici zii. E qui scoprirà la sua vena investigativa, risolvendo il suo primo caso di omicidio e rapimento.

Recensione:
“Young Sherlock Holmes – Nube mortale” è il primo di 4 libri scritti dall’inglese Andrew Lane sull’infanzia del celeberrimo investigatore.
La storia è ambientata nel 1868. Sherlock è appena 14enne e la storia si apre durante l’ultimo giorno di scuola presso il collegio maschile di Deepdene. Il ragazzo già pregusta un’estate all’insegna del riposo in compagnia della famiglia, ma qualcosa gli rovina i programmi. Infatti a prenderlo non c’è la sua famiglia, ma solo il fratello maggiore Mycroft, che non vive più con loro, ma ormai lavora a Londra. Egli, con rammarico, gli annuncia che il padre è stato costretto a recarsi in India per una missione e sua madre, malata, non può prendersi cura di lui. Perciò verrà ospitato per l’intera estate presso la Holmes Manor, di proprietà degli zii Sherrinford (fratello del padre) e Anna. Come se le prospettive non fossero abbastanza basse, a far compagnia al trio c’è anche la governate Eglantine, che sin da subito mostra un astio incomprensibile nei confronti di Sherlock. E come si suol dire “Al peggio non c’è mai fine”, presso Holmes Manor giunge anche un precettore che ha il compito di insegnare a Sherlock durante l’estate (MA VE LA IMMAGINATE UN’INTERA ESTATE A STUDIARE A 14 ANNI??)
Fortunatamente la situazione non sarà completamente tragica: a)perché il suo precettore Amyus Crowe, oltre ad essere allegro, spigliato, e un po’ fuori dal comune, ha anche una figlia bellissima, Virginia!; b)perché conoscerà il giovane Matty, un vagabondo che ben presto diventerà suo amico.
E sarà proprio Matty, con il suo racconto, a dare il via al fulcro della storia. Egli infatti racconta di aver assistito a una strana morte: il cadavere, oltre ad essere coperto da una strana polverina gialla, presenta strane pustole che fanno mal pensare a una nuova epidemia. A rendere ancora più spaventosa la storia è anche che dal luogo dove si trovava il cadavere si sprigiona una strana nube, troppo densa per essere considerata solo una nube di fumo.
La storia intriga il giovane Sherlock, che sin dalla giovane età mostrava una certa predisposizione per le indagini. Quando poi nel giardino di Holmes Manor viene rinvenuto un secondo cadavere con le stesse caratteristiche del primo, Sherlock e i suoi compagni non si tirano indietro nelle indagini.
Ben presto si scopre che dietro queste morti si cela una strana figura da tutti chiamata semplicemente “Il Barone”: un essere dal viso pallido e scheletrico, con alcuni ciuffi di capelli bianchi e occhi piccoli e rosa. Una figura inquietante. E da allora la vita degli investigatori improvvisati sarà in grave pericolo. Non mancano certamente colpi di scena degni di un buon poliziesco.

I protagonisti principale sono dunque 5.
Il cattivo, ovvero il Barone, e i 4 investigatori: Sherlock, Amyus, Virginia e Matty.
Sherlock mostra sin da subito acume investigativo, ma anche incoscienza e ingenuità. Un po’ come anche Matty, che a differenza del primo non ha nulla da perdere e questo lo porta, spesso, a preoccuparsi troppo poco di salvare la pelle.
Poi ci sono Amyus e Virginia. Vengono dall’America e durante il viaggio verso il vecchio continente la moglie dell’uomo e madre della ragazza muore, lasciandoli soli e distrutti. Lui è un ex cacciatore, attento e sicuramente un precettore molto fuori dal comune; Virginia invece è una ragazza che, passatemi il termine, definirei una “tosta”: ama cavalcare come gli uomini, odia essere trattata coi guanti bianchi, è coraggiosa, orgogliosa ed ha anche una certa predisposizione alla disobbedienza delle regole (dopotutto cosa ci si può aspettare da una ragazza che nell’Inghilterra del XIX° si rifiuta di cavalcare all’amazzone?).

Parliamo dello stile. Sicuramente la scrittura è molto semplice, adatta a un pubblico giovane a cui dedicata la lettura. Spesso si incorre in nozioni di chimica e medicina che vengono sempre chiarite, come se la formazione non sia dedicata solo al giovane Sherlock, ma anche al lettore. Sicuramente un punto forte.

Pecca del romanzo è però la ripetitività delle scene. Lasciatemi spendere 2 righe per spiegarmi bene: la trama, seppur ricca di eventi, presenta sempre situazioni uguali: i protagonisti in pericolo, si salvano, i protagonisti di nuovo in pericolo, e di nuovo si salvano, e così via…sarebbe stato meglio se questo fosse avvenuto un paio di volte, ma oltre rende la storia prevedibile e anche noiosa. È stato un vero peccato perché il romanzo ha delle ottime premesse. Mi auguro che i romanzi successivi siano differenti per quel che concerne l’evoluzione degli eventi.

In conclusione, assegno 4 stelline perché, nonostante questa pecca che gli è costata ½  stellina, è un romanzo che io sicuramente consiglio. E non solo ai più giovani, ma anche a chi è in cerca di una storia leggera, ma che allo stesso tempo catturi il lettore.



Cosa ne pensate? Vi ispira?^^
Isy

10 commenti:

  1. Uhhh!!! L'ho iniziato ieri sera :-)

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  2. Io l'ho letto ed è bellissimo

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  3. E' bellissimo, ma è possibile avere il riassunto?

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  4. Io l'ho letto tutto, e devo dire che è fantastico!
    Non vedo l'ora di leggere il secondo!

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  5. E' semplicemente favoloso!!
    Ti prende, ti cattura... lo consiglio a tutti e spero di leggere presto il secondo della saga!
    by isa

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  6. è un libro semplicemente stupendo

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  7. Fantastico libro e davvero coinvolgente ;-)

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  8. Io non ho capito il pezzo perché le api devono colpire i soldati

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