Buon sabato pimeriggio lettori,
ecco una nuova recensione!
Autore: Robin LaFevers
Pagine: 560
Prezzo: € 12,00
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione : 23 maggio 2013
Trama
Il
destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte
l'ha segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà
invece la sua strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a
farla ripudiare dal marito, un uomo violento che è stata costretta a
sposare. La mano della Morte continua a guidare la ragazza, che fugge da
tutto per cercare riparo nel convento di Saint Mortain, dove alcune
suore osservano ancora gli antichi riti tradizionali. Qui viene
trasformata in una perfetta assassina; silenziosa, seduttiva e letale,
un'ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla corte di
Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo
il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire
nell'impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel
convento. Peccato che non le abbiano insegnato come tenere a bada i moti
del cuore, e Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l'amore che
preme nel suo cuore.
Mia recensione
Prima di partire con tutta la recensione, voglio anticiparvi
che avevo già messo sotto osservazione questo libro da parecchio perché mi
sembrava un genere che avrei sicuramente apprezzato in quanto, dalla trama, si
avvicinava molto alla trilogia di Maria V. Snyder che ho letto tempo fa. Di
tanto in tanto questi libri un po' fantasy, un po' storici e tanto movimentati
mi fanno bene quindi, non appena "Il segno del destino" è uscito, ho
subito iniziato a leggerlo!
La protagonista è Ismae, una ragazza bretone che è nata nel
'500 sotto il segno della sfortuna: la madre ha tentato di abortire con una
pozione di una fattucchiera ma senza riuscirci lasciando sul corpo della
ragazza una brutta cicatrice. Lei è per tutti la figlia di Sant Mortain, della
Morte stessa, che, segnandola come sua discendente, ha deciso di farla vivere e
per questo motivo viene disprezzata e tenuta alla larga.
Nella notte del suo matrimonio forzato con un porcaro,
Ismae, quattordicenne, riesce miracolosamente a fuggire e si rifugia in un
monastero unico nel suo genere: il monastero di Saint Mortain. In questo luogo
così fuori dal tempo le viene insegnato a uccidere in tutti i modi possibili
per servire il proprio Dio che le ha fatto dono, oltre che della vita, anche di
abilità fuori dal comune. Dopo alcuni anni la protagonista viene finalmente
mandata in missione ma nulla è come si aspettava perché sulla sua strada
incontra Douval, un uomo misterioso con cui dovrà cercare di collaborare.
Allora, sulla fascetta(che ho fatto sparire in due
nanosecondi) c'era scritto che il libro era un romance storico ed in effetti lo
è, ma ha quel tocco di mistero e magia che intriga tanto e impedisce
all'autrice e al lettre di focalizzarsi solo sull'inevitabile storia d'amore.
Per una volta il mio entusiasmo non è stato spento
brutalmente in quanto il libro mi è piaciuto e sono rimasta piacevolmente
colpita dal modo in cui l'autrice ha unito il tocco fantasy con la storia
francese e inglese del '500 inserendo anche l'elemento amoroso, gli intrighi di
corte e i problemi etici di un'assassina.
Insomma l'avventura non manca mai ma, se l'inizio è davvero
fulminante, la parte centrale perde un po' di velocità e d'intnsità per poi
arrivare al picco finale che ho apprezzato(di solito è davvero difficile che il
finale mi piaccia).
Ismae è una protagonista femminile che mi è davvero piaciuta
perché è un giusto mezzo tra una donna che sa cosa vuole dalla sua vita e
conosce la sua missione di morte e una ragazzina spaventata che cerca di
destreggiarsi in un mondo che le è sempre stato avverso. Ismae è spesso colpita
da sentimenti di rimorso e riflessione e prima di agire si chiede se la sua
prima missione sia giusta e se il santo guidi correttamente la sua mano e,
durante il corso della storia, si rende conto che una vita che si spegne è
sempre una tragedia e quindi la sua mano di assassina deve essere cauta.
Sicuramente molto simpatici sono i siparietti tra la
protagonista e Douval, misterioso personaggio maschile che si trova immischiato
nella missione di Ismae ed è costretto a sopportarla malvolentieri, ma dietro
quest'uomo così diffidente c'è molto altro che viene svelato pian piano.
Altro punto positivo è relativo all'autoconclusività della
storia infatti, il secondo volume scritto da Robin LaFever ha un'altra
protagonista che abbiamo intravisto in questo volume ma che non è stata
approfondita.
Un unica cosa non mi è piaciuta: lo stile dell'autrice
asciutto e spezzato che risulta un po' singhiozzante da leggere, il tutto manca
di fluidità poiché la frequente presenza di punti rende difficile scorrere
serenamente il testo. A parte questo il libro è davvero carino e lo trovo
davvero ottimo da leggere sotto l'ombrellone e ho deciso di assegnare 4
stelline nell'attesa di poter leggere il secondo volume.
p.s. anche il prezzo è ottimo! 12 euro per un bel librone!
Lya
Questo libro mi incuriosisce molto
RispondiElimina1) perché è uno storico.
2) perché si parla di guerrieri (perché questo mi pare di capire) e c'è la magia.