ecco una nuova recensione!
Titolo: Mandami tanta vita
Autore:Paolo di Paolo
Pagine: 160
Prezzo: 13euro
Editore: Feltrinelli
Trama
Moraldo, arrivato a Torino per una sessione d’esami, scopre di avere scambiato la sua valigia con quella di uno sconosciuto. Mentre fatica sui testi di filosofia e disegna caricature, coltiva la sua ammirazione per un coetaneo di nome Piero. Alto, magro, occhiali da miope, a soli ventiquattro anni Piero ha già fondato riviste, una casa editrice, e combatte con lucidità la deriva autoritaria del Paese. Sono i giorni di carnevale del 1926. Moraldo spia Piero, vorrebbe incontrarlo, imitarlo, farselo amico, ma ogni tentativo fallisce. Nel frattempo ritrova la valigia smarrita, ed è conquistato da Carlotta, una fotografa di strada disinvolta e imprendibile in partenza per Parigi. Anche Piero è partito per Parigi, lasciando a Torino il grande amore, Ada, e il loro bambino nato da un mese. Nel gelo della città straniera, mosso da una febbrile ansia di progetti, di libertà, di rivoluzione, Piero si ammala. E Moraldo? Anche lui, inseguendo Carlotta, sta per raggiungere Parigi. L’amore, le aspirazioni, la tensione verso il futuro: tutto si leva in volo come le mongolfiere sopra la Senna. Che risposte deve aspettarsi? Sono Carlotta e Piero, le sue risposte? O tutto è solo un’illusione della giovinezza? Paolo Di Paolo, evocando un protagonista del nostro Novecento, scrive un romanzo appassionato e commosso sull’incanto, la fatica, il rischio di essere giovani.
Mia recensione
Negli ultimi anni, volendomi avvicinare maggiormente alle
opere di casa nostra e non solo a quelle straniere, ho puntato la mia
attenzione sui candidati al premio Strega, proprio per questo ho voluto leggere
"Mandami tanta vita" di Paolo di Paolo, giovanissimo autore romano che fa parte della cerchia dei
candidati di quest'anno.
I protagonisti del romanzo sono due giovani uomini: Moraldo
e Piero Gobetti. Quest'ultimo è un celebre giornalista liberale e antifascista
italiano che con la sua voce ha combattuto le brutture del fascismo finendo i
suoi giorni in esilio. Gobetti è stato una figura di spicco nel panorama
intellettuale di quegli anni così difficili e ha visto i suoi numerosi articoli
e i suoi tre giornali continuamente sotto l'occhio vigile del partito che
censurava e osservava ogni sua mossa. Moraldo invece è uno studente di
filosofia che ha visto da lontano Piero
e, nonostante il disprezzo per questo giovane che sembra arrogante, vorrebbe
avvicinarsi per parlare con lui, ma il tempo e il destino non sono favorevoli.
Prima di leggere il libro sono andata alla presentazione che
si è tenuta alla Fiera del libri di Torino incuriosita dalla possibilità di
comprendere qualcosa in più sul testo e sull'autore e devo dire che è stato un
incontro davvero interessante e fruttuoso in quanto mi sono approcciata al
libro sapendo cosa aspettarmi.
Ciò che più mi è rimasto è certamente legato a due elementi
che l'autore ha tenuto a sottolineare: il titolo e il carattere non
autobiografico del testo. Paolo di Paolo ha raccontato la genesi dell'opera
soffermandosi sulla lettura che ha fatto relativa agli scambi epistolari tra
Gobetti e Ada che ha voluto rimaneggiare per scrivere la sua personale visione
di Gobetti, uomo così appassionato, sempre in movimento ma poco romantico.
L'unica nota romantica è proprio il titolo, infatti "Mandami tanta
vita" è il saluto che Piero scrive ad Ada e, in queste poche parole, è
contenuto tutto l'amore e il desiderio di vita di questo personaggio morto così
giovane.
A parte l'incontro con l'autore, ho letto il libro e mi è
piaciuto in modo diverso dal solito perché non c'è un vero e proprio
svolgimento ma piuttosto un'analisi psicologica di due uomini così diversi tra
loro: Gobetti e Moraldo.
Piero Gobetti è un genio, un intellettuale che, pur essendo
giovanissimo, è affermato, scrive sui giornali, si mette nei guai per la
politica, esprime con forza e rabbia le sue idee ma è anche un ragazzo fragile
che trova i suoi pochi momenti di serenità stando accanto ad Ada e al loro
bambino. L'esilio forzato a Parigi lo prostra duramente sia psicologicamente
che fisicamente e infatti la sua salute peggiora rapidamente ma la sua mente
lavora instancabile sempre alla ricerca del modo più efficace per esprimere
tutto se stesso.
Moraldo è invece il tipico ragazzo proveniente da una
famiglia povera che desidera elevare il suo status sociale ma che è timido,
goffo e si esprime raramente e il suo unico gesto di ribellione si trasforma in
un motivo per tornare a casa, alla sua tranquilla vita di universitario.
Insomma due uomini completamente diversi a confronto che raccontano il passato
e il presente attraverso gli occhi di giovani durante la presa del potere del
fascismo in Italia.
La particolarità del romanzo è legata allo stile dell'autore
che con parole accurate ma a volte brutali, propone al lettore l'anima di
questi due personaggi così complessi ma così vicini a noi giovani d'oggi.
Assegno tre stelline e mezzo al romanzo e vi lascio con il bellissimo booktrailer!
Lya
Oddio non ricordo se al libro ho dato 3 o 3,5 ma ci avrei dato anche 4 o 4,5 se non fosse stato per lo stile dell'autore che proprio non riusciva a prendermi. La storia in sè mi era piaciuta molto invece.
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