Buon sabato sera lettori!
dopo il post per le nominations per il 2012, eccomi con una nuova recensione!
Titolo: Incarceron. La Prigione Vivente
Autore: Catherine Fisher
Pagine: 374
Prezzo: 14,90€
Editore: Fazi
Lain
Genere: fantasy, ypung adult
Serie: Incarcerion 1#
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2012
Trama
Incarceron è una prigione avveniristica e invisibile, dove i
discendenti dei prigionieri originari vivono in un mondo oscuro scosso
da rivalità e violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un
edificio vivente, un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia,
corredato di camere di tortura, sotterranei e passaggi segreti.
In
questo luogo un giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni della sua
vita precedente e non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto
lì.
Nel mondo esterno Claudia, figlia del direttore di Incarceron, è
intrappolata in un altro tipo di prigione – un universo tecnologico ma
costruito con meticolosa cura affinché appaia come un’epoca antica –
dove l'attende un matrimonio combinato con un ricco playboy che lei
odia.
Arriverà un momento in cui Claudia e Finn, contemporaneamente,
troveranno un oggetto, una chiave di cristallo, attraverso la quale
potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di tempo prima che i due
mondi, finora separati dagli spessi muri di Incarceron, entrino in
contatto…
La duologia di Incarceron è composta da:
1. Incarceron.
2. Sapphique. inedito in Italia
Mia recensione
I mesi di ottobre e novembre, sono stati per me una continua
scoperta di nuovi libri distopici pubblicati in Italia. Contentissima di ciò,
oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho trovato davvero originale e che mi ha
incuriosito molto.
I due protagonisti della storia sono Claudia e Finn, due
ragazzi di 17 anni che vivono una vita completamente diversa, infatti la
ragazza è la figlia di un nobile del regno senza Tempo e ricopre la prestigiosa
carica di Custode di Incarceron, sconfinato carcere creato secoli addietro per
contenere tutti gli uomini malvagi, il
ragazzo invece, vive una vita cruenta proprio all'interno della grande prigione
e soffre particolarmente per la perdita della sua memoria.
Ma entrambi i giovani non sono soddisfatti della loro
situazione, perché Claudia, oltre ad essere stufa di vivere nell'Epoca
derivante da un editto che vieta ogni forma di cambiamento temporale e
tecnologico, è ormai prossima alle nozze con l'odioso futuro re del regno,
mentre Finn, nonostante i suoi numerosi tentativi di adeguarsi alla vita nella
prigione, sente di non appartenervi e desidera conoscere il suo passato.
Grazie ad uno strumento proibito, i due ragazzi incroceranno
le loro strade venendo a conoscenza di segreti che cambieranno completamente la
loro vita.
Prima di passare alle mie impressioni sul romanzo, come al
solito voglio spendere due parole per la grafica che, in questo caso, non mi
piace per nulla sia per quanto riguarda la scelta dei colori sia per la
composizione in genere. Insomma un vero peccato!
Mettendo da parte le mie riserve sulla grafica, devo dire
che il romanzo mi ha in parte convinta e in parte no.
Incarceron, come dice
la parola stessa, parla di una prigione, sconfinata, con una volontà propria in
cui si entra, ma non si può più uscire, in cui tutto è riciclato, dal metallo
alla materia organica. Incarceron vive ricreandosi continuamente, è un luogo
per lo più buio e selvaggio, ricco di violenza e barbarie dove ci sono solo
sentimenti negativi che scaturiscono dalla continua competizione per ottenere
qualsiasi cosa, a partire dalla propria sopravvivenza, che in questa gigantesca
prigione, non è per nulla scontata. Ma, andando avanti con la lettura, inizia a
formarsi nella mente del lettore un'altra idea, è cioè che incarceron è solo
l'unica prigione fisica, ma in realtà anche Fuori c'è un carcere, non fisico ma
mentale che costringe tutti gli abitanti a vivere in un epoca senza tempo in
cui c'è la tecnologia ma non potrebbe esistere parchè il progresso è vietato.
Ma come si può per un così lungo tempo vietare l'evoluzione?
Tutto il romanzo è pieno di opposti che, per me, sono il
filo conduttore di tutta la storia: il dentro e il fuori, il sogno e la realtà,
la civiltà e l'inciviltà, il bene e il male. C'è quindi una continua
comparazione di una serie di valori fisici e mentali che servono proprio a
creare l'aura di decadenza che è presente in tutte le pagine scritte dalla Fisher
e che conduce a un elemento tipico nei romanzi distopici: la rivolta, il
cambiamento.
Devo dire che il romanzo non mi ha presa del tutto, non è
riuscito a coinvolgermi totalmente, ma non so se per causa della mia mancanza
di concentrazione o perché è proprio il racconto a non trasporta il lettore nel
mondo di Incarceron.
La protagonista femminile non mi ha particolarmente
entusiasmata perché è una ragazzina egoista che non ha un vero scopo nella
vita, cerca solo di fare ciò che vuole e di non essere condizionata dalle
decisioni altrui, insomma è capricciosa e ha poco spessore. Al contrario Finn e
i personaggi secondari mi sono piaciuti perché non sono superficiali, anzi
hanno un proprio obiettivo, comprensibile anche dal lettore, e con le loro
avventure riescono a coinvolgerti maggiormente. Credo fermamente che il fatto
che non mi sia calata nella storia derivi proprio dalla presenza dei due punti
d vista, quello di Claudia più frivolo e quello di Finn molto più interessante,
probabilmente se ci fosse stato solo il racconto da parte del protagonista
maschie, la storia mi avrebbe presa di più.
Nonostante ciò, ho trovato il romanzo davvero originale e
ben scritto, infatti i complotti orditi in entrambi i mondi, i segreti che pian
piano vengono svelati e soprattutto l'autonomia e la supremazia che la Prigione
ha sull'uomo, mi hanno colpito positivamente.
Assegno quindi tre stelline e mezzo al romanzo e attendo il
seguito per cercare di calarmi nuovamente in questa storia.
Lya