Titolo: Il Cavaliere d'inverno
Autore: Paullina Simons
Pagine: 700
Prezzo: 10,90 €
Editore: Rizzoli
Trama
Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta suvbito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.
Ho sentito parlare in lungo e in largo di questo romanzo,
per lo più in termini positivissimi, e, per questo motivo, ho deciso di volerlo
leggere inserendolo nella mia “Sfida del comodino” del 2015. Avverto già le
amanti di questo romanzo che la mia recensione non sarà totalmente positiva:
avevo grandi aspettative per questo romance storico che sono state abbastanza
deluse soprattutto nella seconda parte.
La storia narrata vede come protagonisti Tatiana e
Alexander, due giovani che vivono sulla loro pelle e sul loro amore le brutture
della guerra. La Russia comunista decide di entrare nel secondo conflitto
mondiale contro la Germania e tutta la popolazione soffre per questa decisione.
Tatiana è una diciassettenne pura che guarda il mondo con schiettezza e
rassegnazione, Alexander è un soldato dell’armata russa che ha origini
americane. Il loro incontro cambia completamente le loro vite incidendo un
solco profondo e netto che li farà crescere entrambi.
“Il cavaliere d’inverno” è un romanzo storico/romance
mastodontico molto denso di avvenimenti e di emozioni, non sempre positive.
Come vi ho anticipato nell’intro ho numerose cose che non mi sono piaciute da
evidenziare ma prima voglio parlare di ciò che mi è piaciuto. Le prime 250
pagine del romanzo sono molto belle: l’ambientazione, la descrizione della
Russia comunista, l’entrata in guerra, le difficoltà che la popolazione ha per
l’assedio di Leningrado, la fame, la paura delle bombe, l’insensibilità alla
morte. Ci sono tanti elementi che mi hanno colpita molto positivamente in
questa prima parte, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione storica
che è straziante e realistica. Ho davvero sofferto con i personaggi! Alexander,
in partenza, ha una storia complessa e intensa mentre Tatiana vive una situazione
familiare abbastanza tragica. Fin qui ero davvero coinvolta e assorbita dalla
lettura, ero davvero entusiasta.
Purtroppo, per questa parte storica non ho trovato degna la
storia d’amore narrata che alla fine dei conti è il fulcro di tutto. Il colpo
di fulmine, gli ostacoli familiari e sociali, dopo la prima età del libro mi
sono sembrati ripetitivi e noiosi: la storia d’amore tra Tatiana e Alexander
diventa superficiale e mi è parsa degna di uno young adult scontato e poco
originale unito a un erotico banale e prevedibile. Lei, a un certo punto della
storia, diventa la tipica ragazzina casta e pura che si approccia per la prima
volta all’amore, lui è il bel tenebroso sicuro di sé ma tormentato e possessivo
che ha molta esperienza alle spalle. Per una volta è lui che complica le cose e
non viceversa: lei è aperta e disponibile verso le nuove esperienze, seppur in
modo timido e impacciato, mentre lui sembra ostacolare il loro rapporto in
continuazione. Questo “tira e molla” tra i due, che dura quasi tutto il libro,
era perfettamente evitabile. Insomma, non considerando la prima parte e la
guerra, ho trovato che questi freni al loro rapporto fossero costruiti e poco
realistici oltre che ripetitivi. La parte più propriamente “erotica” mi ha
davvero sconvolta in negativo: le scene d’amore tra i due sono banalissime e a
tratti ridicole, non c’è alcun tipo di romanticismo, profondità o emozione. Non
l’ho trovato assolutamente volgare ma non è per nulla efficace dopo tutte le
tribolazioni che i protagonisti affrontano!
A partire da questo momento in poi i dialoghi tra i due
diventano sconclusionati e ripetitivi, riempiono pagine e pagine senza dare
nulla alla storia (non so quanto volte Tatiana dice “Oh Shura!”) e seguono uno
schema che si ripete: lui dice una cosa, lei si oppone, lui si arrabbia
diventando violento e possessivo e in men che non si dica tutta la
determinazione di Tatiana sparisce. Insomma, con l’andare delle pagine i
personaggi e la storia si appiattiscono diventando insulsi e frustranti. Il finale,
che per me rimarrà aperto perché non ho intenzione di proseguire con la lettura
degli ultimi due libri della trilogia, è un “ni” perché non c’è la stessa
intensità e lo stesso pathos che ho trovato nelle prime pagine del libro.
Non massacratemi ma ho deciso di assegnare al romanzo due
stelline e mezzo.
Lya