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26 aprile 2012

Intervista a Sara Rattaro

Dopo la recensione eccomi qui con l'intervista con l'autrice Sara Rattaro, autrice del romanzo Un uso qualunque di te. Buona lettura!

Ciao Sara, benvenuta sul nostro blog! Ci fa sempre tanto piacere ospitare giovani autori!

 Prima di arrivare a parlare del tuo libro sono curiosa di conoscerti meglio e di conoscere i tuoi gusti di lettura, quindi puoi presentarti ai nostri lettori?(studio, lavoro,hobbies)
Ciao e grazie per avermi contattata.
Sono nata a Genova dove vivo e lavoro per una multinazionale farmaceutica. Sono laureata in Biologia e in Scienze della comunicazione e la mia grande passione è sempre stata la scrittura.


 Dal punto di vista di lettrice, quali sono i tuoi tre romanzi preferiti e quali autori prediligi e perchè?

Ho amato moltissimo tutti i romanzi di Jody Picoult essenzialmente perchè vorrei saper scrivere come lei. é emozionante e avvincente.
Un altro romanzo che porto nel cuore è "Ti prendo e ti porto via" di Ammaniti che ha acceso la mia passione per questo autore perchè quando lo inizio a leggere so già che non lo potrò lasciare a metà.
Poi "Luna" di Julie Anne Peters perchè è la storia che avrei voluto scrivere io.
 
Personalmente credo di essere una lettrice tendenzialmente affezionata ad un determinato tipo di libro, anche se, di quando in quando, mi butto e leggo libri che esulano dai miei gusti, nella speranza di trovare qualcosa di diverso che mi piaccia. Tu invece, ti dedichi a libri di un genere particolare o sei una lettrice onnivora?
Cerco di ampliare il più possibile le vie vedute e sopratutto quando ero più giovane mi imponevo di leggere le cose più disparate ma crescendo sono sempre più dedita alla lettura di romanzi che trattino di sentimenti e rapporti umani, come quelli che provo a scrivere.


 Da amante della scrittura, volevo chiederti, come sei arrivata a scrivere il tuo romanzo?
  La storia di "Un uso qualunque di te" è arrivata impetuosa e imprevista, come se mi avessero dato uno schiaffo in pieno volto. In poco tempo l'avevo tutta in testa senza nessun dubbio su come l'avrei scritta. Credo che abbia risposto alla mia voglia di raccontare l'intimità di una donna difficile e complicata. così è arrivata Viola e la sua confessione tutta d'un fiato di quello che molte di noi tendono a nascondere.

Quando ti piace prendere la penna, o meglio il pc, in mano e scrivere?Hai particolari abitudini,come luogo e tempo, o  gesti scaramantici?
 Scrivo sul mio tavolo in cucina con la finestra aperta che da sul verde e da cui vedo anche il mare. Scrivo per lo più a fine giornata di lavoro e in serata ma non mancano le bellissime domeniche con le dita sulla tastiera.
Non scrivo una parola se non ho la musica nelle orecchie. Adoro Adele!

  Passando al tuo romanzo, vorresti descriverlo ai tuoi lettori?
 "Un uso qualunque di te" è la storia di un amore che, come tante, si appoggia su un cristallo fragile. Viola è una donna che decide di vivere una vita su una grande delusione che le esploderà tra le mani quando ormai credeva apartenesse solo al passato. Carlo è un uomo meraviglioso e saprà amare la figlia Luce sopperendo alle distrazioni di Viola.
In una sera apparentamente normale una telefona nel cuore della notte porterà a galla un segreto e Viola e Carlo capiranno il vero significato del loro amore.


Leggendo "Un uso qualunque di te" mi sono resa conto che mi ha coinvolto e commosso oltre che come lettrice, ma soprattutto come donna. Tu chi credi possa apprezzare pienamente il tuo romanzo?
Io credo che le donne della mia generazione possano capirlo a pieno. Le donne che sono cresciute con un bagaglio ricco di parole come "Per sempre " o "Finchè morte non ci separi" e che da grandi si scontrate con una realtà differente, da sentimenti spesso precari e inspiegabili,  tutte, anche se qualcuna solo in parte,  comprenderanno perfettamente la mia Viola.

  Il personaggio di Viola, così contraddittorio e passionale, da chi ti è stato ispirato?
 E' un personaggio di pura fantasia. Ho solo curato e stressato tutti quesi sentimenti così umani e così femminili che molte tengono a educatamente bada e altre ignorano di possedere.

 Prima di salutarti, volevo chiederti , stai già lavorando ad  un altro romanzo?
 Si!!! Ormai ci ho preso gusto!!!
Sono alle prese con una storia di amicizia tra un uomo e una donna...esiste o non esiste? é vera finchè dura? o nasconde sempre qualcos'altro? si Trova o si cerca?

Grazie mille per la tua disponibilità e per essere stata qui con noi, ti auguro un grosso in bocca al lupo per il tuo futuro!

Grazie di cuore a voi!

15 aprile 2012

Intervista a Tessa Gratton

Buona domenica a tutti!
oggi, come vi avevo anticipato ieri nella recensione, riporterò qui le risposte davvero molto interessanti che Tessa Gratton, autrice di Blood Magic, ha dato alle mie domande. Vi riporterò il tutto sia tradotto(da me) in italiano che nella versione inglese.
Buona lettura!
Ciao Tessa e benvenuta sul nostro blog!

Iniziamo subito con l'intervista chiedendoti di te. Chi è Tessa Gratton?
 Ciao! Eh, questa è una domanda  davvero difficile - il miglior modo di rispondere è dire che sono una viaggiatrice, grazie al lavoro da militare di mio padre, la mia famiglia ha vissutoin tutto il mondo e hovisitato 4 diversi continenti. Mi è sempre piaciuto, oltre che viaggiare fisicamente, farlo attraverso i libri, arrivare in luoghi molto distanti o nel passato o addirittura nel futuro. Mi piace molto visitare nuovi posti, andare in giro per le città e ascoltare storie nascoste dietro ogni angolo.  Mi sono laureata al college in "gender studies"(STUDI SULL'IDENTITà DI GENERE) con particolare interesse per la letteratura e la politica, ho studiato anche inglese antico e la poesia tedesca.

Prima di arrivare a pubblicare il tuo libro cosa facevi e cosa desideravi fare? 
Mi è sempre piaciuto scrivere, infatti l'ho fatto per tutta la mia vita da adulta e durante la maggior parte della mia infanzia, pensandoci bene, mentre lavoravo per poter mangiare, non ho fatto praticamente altro! Non ho mai voluto fare altro in effetti, ho sempre sognato di essere unascrittrice. (Anche se quando ero una bambina mi sarebbe piaciuto diventare una paleontologa. O una maga.)

Passiamo adesso al tuo libro. Potresti presentarlo ai lettori e ci potresti dire com'è nata l'idea per questo libro?
Blood Magic è un romanzo romantico con dei tocchi horror e parl di due ragazzi che si incontrano in un cimitero e scoprono una vicendevole storia di magia nera. C'è anche una strega immortale che vuole distruggere tutto quello che amano.

Ho iniziato a scriverlo perchè volevo raccontare una storia che vedeva come protagonisti un fratello e una sorella che erano in grado di possedere corpi altrui e che dovessero avere a che fare con una storia i famiglia davvero molto pericolosa e oscura. Ho voluto tutto questo perchè volevo parlare di temi come l'identità e la famiglia. Amo la magia, e ho sempre sperato che fosse una cosa reale, ma volevo che la mia magia avesse delle conseguenze immediate - l'aspetto relativo al sangue rendeva nella mia immaginazione, queste conseguenze più reali e ovvie.

Perchè hai scelto di parlare di magia del sangue invece che di vampiri o altre creature(come la maggior parte degli attuali "young adult")?
Era mia ferma volontà scrivere una storia con soli umani. Amo i vampiri, i lupi mannari e le fate e  amo la loro capacità di metamorfosi e il loro modo di cambiare i tipici aspetti dell'umanità - ma non sono convinta che abbiamo bisogno di loro per raccontare come gli uomini possono essere e diventare mostruosi. Noi tutti quotidianamente affrontiamo sfide che ci costringono a scegliere se esere buoni o malvagi e qualche volta le due parti non sono tanto ovvie e divise. Blood magic racconta proprio questo, i protagonisti devono scegliere chi essere, come appartenenti al genere umano e come ragazzi.
La magia del sangue è solo uno strumento per parlare di storie familiari, di potere, di sacrifici e di pericoli, tutte cose che i ragazzi devono affrontare(solitamente) in modi più diversi e banali, quotidianamente.La strega malvagia, in Blood Magic, è solo umana. Lei è passionale e terribile, compie scelte visibilmente sbaglite, fa del male alle persone che la circondano ed è egoista. Non ha bisogno di essere un vampiro o un altro mostro per fare tutto ciò. Gli uomini sono altrettanto spaventosi.

Le avventure, tragiche,di Silla sono finite o hai intenzione di riprendere i personaggi per scrivere un seguito?
Ho già scritto un romanzo associato che ho chiamato "The blood Keeper" Che uscirà in Ameria ad agosto. La storia si colloca 5 anni dopo blood Magic e segue la vit didue nuovi personaggi, ma Nick e Silla hanno anche qui la loro parte.
 The blood Keeper racconta la stora di una ragazza che conosce e ama i suoi poteri magici, ma ha dei problemi a controlarli e di un ragazzo che sta cercando il modo di essere considerato un eroe nella sua famiglia piena di soldati. In questo romanzo ci sarano temi come la responsabilità, il coraggio e la famiglia e ci saranno anche diversi tipi di mostri....e ovviamente ci saranno baci.

Grazie mille per la tua disponibilità nel rispondere alle nostre domande!
Grazie mille a voi!
Tessa

ENGLISH VERSION
So, let's start now this interview by asking some question about you. Who is Tessa Gratton? (your life, your studies, your interests..)
Hi! Oh this is complicated question - the best way to boil it down is to say I’m a traveler! Thanks to my dad being in the military, my family lived all over the world, and I’ve visited 4 different continents. I also have always loved traveling through books, to distant worlds and to the past or future. I adore visiting new places, wandering around cities or ruins to listen to the stories hiding around corners. I have my college degree in gender studies, with an emphasis on literature and politics, and as a graduate student I studied Old English and Germanic poetry. 

Before coming to publish your book, what did you do and what did you wish to do?
I’ve been writing for my entire adult life, and much of my childhood, so while I’ve had jobs so that I could eat, I’ve never truly done anything else! I’ve not ever really been anything besides a story teller. (Though when I was a little girl, I thought I wanted to be a paleontologist. Or a wizard.)

Now, l would like to move on talking about your book. Could you introduce it to our readers and could you tell us how was born the idea of this book?
BLOOD MAGIC is a romantic horror novel about two teenagers who meet in a cemetery and discover a mutual history of dark magic, and the immortal witch who wants to destroy everything they love. 
I started writing it because I wanted to tell a story about a brother and sister who could possess bodies, who had to deal with their very dangerous family history. I wanted it to be about self-identity and family. I love magic, and wish it was real, but I wanted my magic to have immediate consequences - the blood aspect made the consequences real and obvious. 

Why did you choose to talk about blood magic instead of vampires and other creatures (like most of today's "young adult" deals with?)
I wanted to write a story about humans. I love vampires and werewolves and fairies, and I love how they are metaphors for different aspects of humanity - but I don’t think we NEED them to talk about how human beings can be monstrous. We all face challenges every day that force us to choose to be good or bad, and sometimes the sides aren’t very obvious. BLOOD MAGIC is about choosing who you want to be - as a human, a teenaged human. 

The blood magic is a tool for talking about family history, power, sacrifice, and danger - all things kids have to deal with in (usually) more mundane ways all the time.
The villain in Blood Magic is only human. She’s passionate and terrible and makes bad choices, she hurts people and is selfish. She doesn’t need to be a vampire or literal monster for that. Humans are plenty scary.

Are tragic Silla's adventures already finished? Or are you going to resume characters in order to write a sequel?
I wrote a companion novel called THE BLOOD KEEPER coming out in the US in this August. It takes place 5 years after BLOOD MAGIC and follows two new heroes, but Nick and Silla play their parts. 
THE BLOOD KEEPER is about a girl who knows and loves her magical powers, but has trouble controlling it, and a boy who’s struggling with how to be a hero in a family full of soldiers. It’s about responsibility and courage and family and different kinds of monsters... and of course there is kissing.

Thank you for your time and effort answering our questions!
Thank you for having me!
- Tessa





24 dicembre 2011

Intervista a Silvia Mazzola


Ciao Silvia e benvenuta sul nostro blog! Ho da pochissimo terminato di leggere il tuo romanzo "La Miniaturista" e ne sono rimasta profondamente colpita.
Vorrei iniziare con delle domande personali.


Chi è Silvia Mazzola? Potresti descriverti e farti conoscere da noi lettori?

Dopo gli studi di filososfia a Milano grazie all’amore mi sono trasferita a Londra dove ho studiato storia dell’arte al Courtauld Institute , avuto due figlie e lavorato nel campo del turismo artistico e come organizzatrice di corsi per l’apprezzamento dell’arte. Con questo lavoro ho girato musei e collezioni di arte in tutta Europa. Una meraviglia.  L’arte e’ sempre stata uno dei miei hobby e riuscirla a fare diventare un lavoro  e’ stato una fortuna. Altro mio hobby e’ la cucina e il cibo in genere come espressione di gusti ed elemento culturale.

Per quanto riguarda il tuo rapporto con la lettura sei una divoratrice di libri (come la sottoscritta)o preferisci assaporare lentamente ciò che leggi?

Quando ero piu’ giovane, meno impegnata e avevo il tempo per me, ero una divoratrice di libri. Ora leggo ‘a bocconi’ e mi riservo ‘ le grandi abbuffate’ per le vacanze. Ma non giro mai senza un libro in borsa.

Qual è il tuo genere preferito? E di quale autore compreresti il nuovo libro ad occhi chiusi sicura che comunque verrà incontro ai tuoi gusti?

 Mi piace il genere storico, ma a dir la verita’, sono golosa e ingorda e mi piace leggere un po’ di tutto a secondo dell’ora, del momento della mia vita, dei miei interessi .
Se Jane Austen e Virgina Woolf fossero ancora vive,  sarei eccitatissima e comprerei subito i loro libri. Comunque aspetto sempre con impazienza i libri di William Boyd, un autore che forse in Italia non e’ cosi conosciuto.

Se dovessi scegliere un libro che ti possa rappresentare(oltre il tuo ovviamente :)) quale sceglieresti e perché?

Direi due. Mrs Dalloway di Virginia Woolf perche’  come lei passeggio  nel parco di  St James pensando alla mia giornata; e il  volume di storia dell’arte di Gombrich, il mio primo manuale di storia dell’arte.

 Perché hai scelto di scrivere un romanzo storico e soprattutto perché la protagonista è una miniaturista e pastellista e non una pittrice o una scultrice?

Per il mio lavoro per anni ho illustrato opere d’arte e artisti. Ma terminato il lavoro non si e’ esaurita la passione. Cosi’ dopo anni di parole orali davanti a quadri e sculture ho scelto la parola scritta per  creare un’ artista tutta mia e raccontarne la sua storia in un’epoca che mi affascina, il Settecento.

La protagonista e’ miniaturista e pastellista perche’ segue le orme di una reale artista del Settecento, Rosalba Carriera.


Aurora, la protagonista, è una ragazza dolce ed ingenua ma  che possiede una forte determinazione  di realizzarsi. C'è qualcosa di autobiografico in Aurora? E se si cosa?

Non saprei, ma certamente avrei voluto essere un’artista come Aurora e, in effetti,come lei penso che la forza di volonta’ a superare gli ostacoli che  la vita ti propone, dipende molto dalla nostra forza interiore. 

Personalmente sono rimasta molto colpita dalla dedica che ho letto alla fine delle note e che ho riportato all'inizio della mia recensione. Sappiamo che sei una storica dell'arte, oltre a studiare la storia sei anche tu un' artista oltre che una scrittrice?

Ecco, vedi sopra, avrei tanto voluto esserlo. Cio’ non toglie che da sempre ho giocato con colori e tecniche per puro divertimento e piacere, ma anche per scoprire come queste  si comportano e come possono influenzare il risultato finale. Un quadro, ogni opera d’arte, ha sempre una faccia tecnica che ti svela qualcosa del periodo, dello stile e delle scelte dell’artista. Comunque per questo libro ho anche fatto schizzi con pastelli e dipinto con pennellini finissimi. Anzi uno dei momenti piu’ belli durante la stesura del libro, e’ stato quando mi sono comprata una scatola di pastelli colorati e quando ho acquistato due  pennellini  minuscoli.

Sei già al lavoro per il prossimo romanzo? Ci puoi anticipare qualcosa?

Si e posso anticipare che il secolo cambia, ma la protagonista e’ sempre una donna...per ora...però . Magari poi scrivendo tutto cambia.

Grazie per aver risposto alle nostre domande e in bocca al lupo per  i tuoi prossimi lavori!

04 settembre 2011

Intervista a Francesco Zingoni

Buona serata a tutti!
oggi pomeriggio ho fatto une bella chiacchiaerata con l'autore del libro Demian Sideheart (QUI la recensione e le informazioni sul libro) che molto gentilmente ha risposta alle mie domande e soddisfatto le mie curiositá!

Ciao Francesco benvenuto nel nostro blog!
Ciao e grazie, onoratissimo di essere qui!


Vuoi presentarti ai lettori? Chi è Francesco Zingoni nella vita di tutti i giorni? (studi, hobbies..)
Allora… ho compiuto proprio ieri trentatre anni. Vivo a Milano con la mia musa ispiratrice, la donna per la quale il romanzo è nato e alla quale è dedicato: mia moglie Chiara (ora però mi raccomando non commuovetevi, che vi si bagna il mousepad.) Lavoro nella mia web agency che ho aperto dieci anni fa, mentre studiavo ingegneria. Oltre a scrivere e leggere, le mie passioni sono la musica (ho sempre della musica che dico io in sottofondo, qualsiasi cosa stia facendo) e i viaggi (passione questa poi ampiamente riversata nel libro). Musica e viaggi, molto originale no? Da anni sono un appassionato praticante di arti marziali giapponesi, karate e aikido – in generale mi affascina tutto ciò che proviene dalla terra del sol levante. E qui mi fermo, che non vorrei annoiarvi più di tanto.

Normalmente oltre alla scrittura ti dedichi anche alla lettura? Quali sono i
tuoi autori e libri preferiti e che significato hanno per te?
Devo ammettere che ho scoperto tardivamente i romanzi e la narrativa. Fino a 25 anni – forse anche per pigrizia – ho letto quasi esclusivamente poesia (il mio preferito: Dylan Thomas). E libri di testi di canzoni: alcuni cantautori sono dei veri Poeti, così al volo adesso mi viene in mente Nick Cave. E poi quantità industriali di fumetti (italiani, giapponesi e qualche americano: Sclavi&Roi primo periodo, Go Nagai, Neil Gaiman tra i miei preferiti). Insomma, il mio approccio con la lettura era frammentario, discontinuo e contaminato da altre forme d’arte.
    Poi nel 2006 sono andato a vivere da solo, senza TV e senza internet. Nella casa nuova mi sono portato solo uno stereo scassato per sentire RockFM (la mitica e mai abbastanza compianta radio) e qualche romanzo. Così, tanto per provare - dovevo riempire il tempo vuoto che mi si era spalancato davanti - ho iniziato a leggere, e da allora non mi sono più fermato. Il primo anno mi sono divorato uno dietro l’altro quasi cento romanzi. Ricordo che il primo della pila è stato Neuromancer di William Gibson. Attualmente il mio scrittore preferito è Murakami Haruki.


Che ruolo hanno entrambe (scrittura e lettura) per te nella quotidianità?

Nei due anni in cui ho scritto Demian Sideheart hanno avuto un peso davvero grande. Per due anni ho scritto tutti i giorni, non meno di sei / otto ore al giorno, e tutto questo si andava a sommare ai miei normali impegni di lavoro e di vita. La passione fortissima con cui ho vissuto la nascita e lo sviluppo del romanzo é stata la benzina che mi ha permesso di mantenere questi ritmi per così tanto tempo. É stato un periodo frenetico, di cui ho comunque un ricordo bellissimo. Considera che alla fine, tra parti tagliate e riscritture, avrò scritto più di duemila pagine(!), che poi si sono sintetizzate nelle 650 del romanzo andato in stampa.
    Ma in generale non sono assolutamente un grafomane. Al di fuori del periodo “magico” di Demian Sideheart, il mio scrivere è stato, ed é tuttora, saltuario e incostante: si concretizza piú che altro in una sorta di poesia senza metrica, un diario frammentario che mi accompagna da sempre.


 Nel tuo romanzo il mezzo che aiuta e in parte guida Demian a ritrovare se stesso è un libro e delle poesie. Perché questa scelta?
Non si tratta di una scelta nel vero senso della parola. Diciamo che la storia è nata così, con questo misterioso libro di poesie cancellato dall’oceano a ricoprire il ruolo di guida, di chiave d’accesso ai segreti del protagonista. Col senno di poi, rileggendo il libro, credo di averne capito il perché: la poesia scandisce alcune tappe fondamentali della vita di Demian, e quando lui si trova a dover ricostruire la sua identità e la sua storia, trova proprio in queste poesie la strada per ricominciare a vivere. Come se tra quei versi fossero rimaste impigliate delle tracce del suo Io perduto.


 Passiamo adesso al tuo libro. Ci racconti come ha preso forma l’idea di Demian Sideheart e come si è sviluppata?
Sentivo il bisogno di affrontare una “domanda” (non saprei come meglio definirla) che mi angosciava moltissimo (non scendo in dettagli perché risulterebbe complicato). Ma sapevo di non avere ancora le armi giuste per percorrerla fino in fondo. Poi, un giorno di tre estati fa (era l’11 Agosto 2008 per l’esattezza, e mi trovavo sulla spiaggia di Kyra Panaghia, a Karpathos, in Grecia), mentre nuotavo, ho avuto come una “folgorazione”: ho capito che avrei dovuto affrontare quella domanda attraverso la scrittura di una storia. Ho letteralmente sentito una voce che me la raccontava, quella storia. L’ho inseguita freneticamente, riversandola poi nel romanzo. La cosa curiosa è che fino a quel giorno non avevo mai preso nemmeno lontanamente in considerazione la possibilità di scrivere un romanzo. E così alla fine la “domanda” ha trovato la sua risposta. Che però, a sua volta, ha creato altre domande…

 Cosa c’è di autobiografico nel personaggio che hai creato?
Di autobiografico in senso stretto non c’è poi molto: alcuni episodi dell’adolescenza e della vita di coppia, canzoni, poesie, suggestioni di viaggio… inevitabilmente tutto questo l’ho pescato nel mio vissuto. Di autobiografico in senso lato, invece, c’è molto. Ci sono dentro alcune (pochissime, ma fondamentali) cose che desidero. E ci sono dentro molte delle cose che mi fanno paura.


Le descrizioni di ambienti e paesaggi mi sono sembrate, nel corso della
lettura, davvero molto vivide e suggestive. Hai realmente viaggiato nelle
zone asiatiche che descrivi nel libro?

La principale ispirazione “visiva” del romanzo deriva da un indimenticabile viaggio che ho fatto in Polinesia Francese. In generale, quasi tutti i luoghi che ho descritto nel romanzo li ho visti dal vivo. Quelli irreali li ho immaginati trasfigurando luoghi esistenti (ad esempio la spiaggia-deserto, proiezione della coscienza del protagonista, assomiglia molto alle immense spiagge di Boavista, in Africa). Tra i posti che non ho visto ma solo immaginato c’è (strano a dirsi, visto che sarebbe quello più a portata di mano) il Galles di Dylan Thomas… ma più che altro per paura di sfatarne il mito e magari rimanere deluso dalla realtà.


 Sappiamo che oltre ad aver scritto il libro ne sei anche editore, una cosa
davvero molto particolare. Vuoi raccontarci la tua avventura editoriale e le
motivazioni che ti hanno portato a creare una casa editrice?
L’anno scorso, terminato il romanzo, il mio sogno era quello di vederlo pubblicato da una casa editrice importante (ma và??). Un sogno proibito, perché sapevo già che per un anonimo esordiente agganciare un grande editore è impossibile. Allora – anche se può sembrare assurdo – ho capito che prima dovevo far conoscere il mio romanzo al pubblico. E dovevo farlo restando proprietario dei diritti dell’opera. Così lo scorso novembre ho deciso di aprire la mia casa editrice, Outsider Edizioni, e ho iniziato la mia avventura: ho prodotto il libro, l’ho distribuito nelle librerie, ne ho seguito la promozione, ecc… Devo dire che, a distanza di dieci mesi, questa scelta così particolare (e faticosa) mi ha dato molte soddisfazioni: prima tiratura esaurita, numerose recensioni su giornali, diversi passaggi in TV, un premio letterario… E soprattutto (lo dico incrociando le dita, perché ancora è tutto da definire) un serio interessamento da parte di una di quelle case editrici “da  sogno”, inavvicinabili fino all’anno scorso. A breve ti farò sapere se il sogno si avvera!


Hai giá in mente un’idea per il tuo prossimo romanzo?
Si, forse, ma non mi sbilancio… ;-)

Parlando di attualità da autore e lettore cosa ne pensi della nuova legge levi?
Trovo che la legge Levi sia penalizzante per i lettori e sicuramente causerà una riduzione delle vendite dei libri di carta nei grandi centri di vendita (megastore, librerie online, ecc...), magari a favore di un ulteriore incremento dell'e-book. Non credo che i prezzi di copertina verranno abbassati, nemmeno sul lungo periodo, semplicemente i libri cartacei diverranno beni più costosi.
La legge potrebbe invece essere (in parte) vantaggiosa per i piccoli editori e le librerie indipendenti, per il fatto che lo sconto calmierato dalla legge Levi è quello che viene gestito dalla coppia "distribuzione + libreria. Le grandi catene e gli shop online (dove distribuzione e libreria coincidono) e le grandi case editrici (che spesso fagocitano la distribuzione al loro interno) finora hanno quindi avuto margini di manovra più ampi e si potevano permettere sconti maggiori a scapito delle librerie indipendenti e dei piccoli editori. Questa legge in teoria livella (verso il basso) questa libertà, mettendo tutti sullo stesso piano.
Ora però mi chiedo: il nostro governo si preoccupa di fare una legge per difendere gli interessi delle piccole realtà librarie/editoriali a scapito delle grandi lobbies??? permettimi di avere qualche (enorme) dubbio...


 Grazie mille per aver risposto alle nostre domande! Ti auguriamo un grandissimo in bocca al lupo.

 Grazie a te! E crepi il lupo (violentemente)

alla prossima 
Lya

19 luglio 2011

Intervista a Luca Terenzoni


Salve a tutti, oggi vorrei  parlarvi di un giovane scrittore e della sua prima fatica letteraria. Si chiama Luca Terenzoni e grazie al gruppo Albatros ha pubblicato il romanzo “Primavera in Borgogna”.
Ciao Luca. Innanzitutto grazie per questa intervista e ti do il benvenuto sul nostro blog.
Ciao Isy. Un saluto a tutti i vostri lettori e un ringraziamento particolare a voi, per avermi ospitato.
 
Parlaci un po’ di te.
Comincerei dicendo che da circa un paio di anni ho superato la quarantina ( in effetti, non sono proprio giovanissimo… ). Sono laureato in Economia e Commercio e lavoro presso l’ufficio amministrativo di una società della Versilia, per la quale curo anche i contatti con l’estero. Ho la passione per la lettura, il cinema, le lingue straniere e… la Francia!

Come è nato il desiderio di scrivere un romanzo?
Per caso. Sono un amante della lettura, ma sinceramente non ho mai pensato di arrivare alla stesura, né tanto meno alla pubblicazione di un romanzo. Questo fino a quando, circa due anni fa, il soggetto alla base di “Primavera in Borgogna” non ha cominciato a delinearsi lentamente nella mia testa, con le figure dei singoli personaggi coinvolti nella storia. Ho provato così a mettere nero su bianco, pagina dopo pagina, le idee che avevo precedentemente sviluppato nella mia mente, arrivando così a completare la stesura della storia. 

Quali sono i tuoi scrittori preferiti? E quale genere letterario prediligi?
Il mio autore preferito è senza alcun dubbio Henry James. Sono infatti un amante dei classici della letteratura inglese e americana; anche se in realtà leggo ovviamente anche  qualcosa di più “contemporaneo”. Al momento sto infatti leggendo “Al limite della notte” di Michael Cunningham, del quale ho amato tantissimo il suo “The Hours”.

Ti piacerebbe parlarci della tua esperienza di autore emergente nel pubblicare un libro?
Dopo aver completato la stesura di “Primavera in Borgogna” si è ovviamente presentato il problema della scelta dell’editore a cui presentarlo per la sua valutazione. Ho quindi effettuato in rete una ricerca delle case editrici che avrebbero potuto essere interessate alla valutazione di manoscritti di autori esordienti. Ho poi deciso di accettare la proposta editoriale del Gruppo Albatros. A livello promozionale, pur avendo la casa editrice attuato tutto quello a cui si era inizialmente impegnata, la pubblicazione di “Primavera in Borgogna” ha ovviamente richiesto anche un mio impegno specifico, compatibilmente con i tempi richiesti dalla mia professione ufficiale . Del resto questo mi era sembrato più che naturale ancora prima che il libro venisse pubblicato. 

Ed ora passiamo a parlare del tuo romanzo. Se dovessi descrivere il tuo romanzo con 3 aggettivi, quali sarebbero?
Inizierei subito con il definirlo introspettivo, perché nel cercare di sviluppare non solo la figura di Francesco Martini, il protagonista, ma anche degli altri personaggi coinvolti nella storia, caratterizzata da risvolti noir e sospesa tra passato e presente, ho cercato di entrare nelle loro menti e di farle poi interagire sulla base delle loro differenti esperienze di vita. Proseguirei poi definendolo intrigante, dal momento che, da un certo punto in poi del romanzo, il lettore è accompagnato, pagina dopo pagina, attraverso tutta una serie di colpi di scena, fino ad arrivare, a un ritmo incalzante, alla fine del romanzo. Tutto questo perché, come lo stesso Francesco avrà modo di appurare poco dopo il suo arrivo in Borgogna, nulla è come sembra…..
Terminerei, infine, definendolo un romanzo “descrittivo”. Il fatto di aver visitato i luoghi che fanno da sfondo alle atmosfere noir della storia, mi ha infatti permesso di riversare sulle pagine di “Primavera in Borgogna” tutte le emozioni da me provate durante il mio soggiorno in quella suggestiva regione della Francia, proprio durante la stagione primaverile.

Come è nata l’idea di questo romanzo?
Mi interessava essenzialmente narrare l’esperienza di vita di un mio coetaneo, il quale, sebbene la sua vita si stata caratterizzata da una serie di successi non solo in ambito professionale ma anche privato, si ritrova a rimettere tutto quanto in discussione dopo essere stato abbandonato dalla sua fidanzata storica a solo pochi mesi dal giorno previsto per il loro matrimonio.
Quando crede di essere finito su di un “binario morto”, ecco che l’incontro del tutto casuale con un imprenditore francese del settore del vino lo catapulterà in una realtà completamente differente da quella in cui si è trovato a operare fino a quel momento.
Per Francesco sarà l’occasione per un nuovo inizio e imposterà la sua nuova vita solamente sulla propria persona, convinto che non si innamorerà mai più in vita sua di un’altra donna.
Arrivato in Borgogna, però, l’incontro con Ludivine, la sua nuova collega, tanto affascinante quanto misteriosa e complessa, farà ben presto vacillare tutte le sue nuove convinzioni.
Contemporaneamente, da un passato solo in apparenza lontano e dimenticato, inizieranno a riemergere lentamente gli inquietanti dettagli di un caso di cronaca nera del passato, in cui Francesco scoprirà coinvolti sia Ludivine sia il suo nuovo datore di lavoro…
Francesco è un personaggio molto vario, con molte passioni, con molta voglia di vivere. C’è un po’ di Luca in Francesco?
In effetti c’è molto di me in Francesco. Abbiamo la stessa età, siamo molto simili caratterialmente, svolgiamo un tipo di lavoro simile e abbiamo diverse passioni in comune. Per il resto, però, abbiamo avuto esperienze di vita differenti. Per quanto riguarda la trama del romanzo, per me è stato molto interessante, oltre che “divertente”, immaginarmi in un contesto completamente diverso da quello in cui sono solito operare. 

A un certo punto del romanzo Francesco abbandona tutto (famiglia, amici, lavoro) per cambiare vita. Tu riusciresti mai a farlo?
Per risponderti, molto probabilmente dovrei trovarmi nella stessa situazione, soprattutto psicologica, di Francesco. Indubbiamente si tratta di una decisione coraggiosa, che richiede una grande determinazione e forza di carattere.

Ti piacerebbe scrivere un nuovo romanzo con protagonista Francesco Martini?
Perché no! Magari proprio con un seguito di “Primavera in Borgogna”. Del resto Francesco è un uomo dotato di “mille” risorse, come lui stesso avrà occasione di  rendersi conto quando, nel romanzo, arriverà anche a mettersi pericolosamente in gioco, nel tentativo di riuscire a fare luce sull’enigma nel quale, suo malgrado, si ritroverà inaspettatamente coinvolto…

Ti piacerebbe scrivere altri romanzi, magari di genere diverso?
Certamente. In effetti sto scrivendo una nuova storia, anche questa di ambientazione francese, in cui ancora una volta cerco di “scavare” nelle vite dei vari personaggi coinvolti. Questo del resto è quello che, in qualità di lettore, mi spinge generalmente a iniziare la lettura di un nuovo romanzo. 

Quali sono le tue aspettative per il futuro?
Personalmente mi auguro di avere sempre la possibilità di fare tutto quello che mi appassiona veramente; che mi spinge ad affrontare ogni nuovo giorno con entusiasmo. Nel riuscire a fare questo sono fermamente convinto del fatto che i libri possano giocare un ruolo fondamentale, non soltanto nel momento in cui vengono scritti, ma anche e soprattutto durante la loro lettura.

Ti ringraziamo per la tua disponibilità e ti auguriamo un enorme in bocca al lupo per il tuo libro.
Un saluto sincero, ti aspettiamo per una prossima chiacchierata sul blog magari su una prossima uscita=).
Sono io che vi ringrazio e mi auguro di poter tornare a farvi visita presto… magari proprio con un nuovo libro! :-D

Isy
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