04 maggio 2018

RECENSIONE: La figlia dell'eretica di Kathleen Kent

Buon weekend e buona lettura!

Titolo: La figlia dell'eretica
Autore: Kathleen Kent
Pagine: 321
Prezzo: fuori catalogo
Editore: Longanesi

Trama
New England, 1690. Sarah Carrier ha solo nove anni, ma già conosce la fatica del lavoro nei campi e le asprezze della vita dei coloni. Eppure, con la forza e l’innocenza dei bambini, è capace di ritagliarsi spazi di gioco e di intime confidenze con l’adorata cugina Margaret, alla quale è legata da un affetto profondo e da un mondo fantastico in cui c’è posto solo per loro due. Se è facile amare Margaret e i genitori di lei, più difficile per Sarah è capire la propria famiglia, i fratelli, quel padre rigido e austero, sempre chiuso nei ricordi di un misterioso passato nella vecchia Inghilterra. Ma soprattutto le è difficile comprendere la madre Martha, intelligente e rigorosa, lingua tagliente e polso di ferro, così diversa dalle altre donne della colonia...La vittima ideale per quel vento malvagio di sospetto e di fanatismo che travolgerà Salem e i villaggi vicini, in un crescendo di isteria collettiva da cui prenderà il via la caccia alle streghe. E solo quando avrà toccato con mano l’orrore, Sarah capirà che l’amore di una madre ha molti modi di mostrarsi. Basato sulla storia vera di un’antenata dell’autrice, un impressionante affresco storico della vita quotidiana del New England puritano, ma soprattutto un atto d’accusa contro la superstizione religiosa di ogni luogo e di ogni epoca.

Da quando ho fatto un elenco dei miei libri cartacei in attesa da anni, sto leggendo delle storie che avevo completamente rimosso e accantonato, tra queste c’è anche il romanzo di cui vi parlerò oggi: “La figlia dell’eretica”.

Sarah è solo una bambina quando nel suo villaggio, vicino Salem, iniziano a verificarsi una serie di arresti per stregoneria: sua madre è una delle arrestate. La ragazzina racconta la storia della sua famiglia a posteriori, da anziana, per tramandare il vero ricordo della madre e non quello distorto che la trasforma in una terribile strega.

Questo è stato il primo e unico scambio su bookmoch che sono riuscita a portare a termine ma poi ho l’ho accantonato sul ripiano e l’ho ignorato. Finalmente mi sono decisa a leggerlo e sono anche riuscita ad apprezzarlo nonostante alcune cose che non mi hanno convinta.
Ovviamente l’argomento è davvero parecchio interessante: le famose streghe di Salem e i vari processi avvenuti alle fine del 1600.
La protagonista e la voce narrante è Sarah, una bambina che vive in modo piuttosto semplice con la sua numerosa famiglia. Dopo essere scappata da un’epidemia, la famiglia ricomincia una nuova vita in una nuova città ma dicerie, pettegolezzi e invidie portano ben preso la madre di Sarah ad essere arrestata e processata per stregoneria a Salem nel bel mezzo della celebre caccia. La bambina racconta in modo molto diretto e realistico tutta la fase precedente agli arresti, quella dei falsi processi fino alle condanne.
Solitamente, in questa tipologia di romanzo, si predilige o l’elemento magico oppure si mette al centro l’inquisizione, o almeno a me è sempre capitato così; in questo libro, invece, l’autrice ha guardato alla storia della caccia alle streghe da un punto di vista quotidiano e fortemente realistico. Se da una parte questa scelta risulta essere vincente perché, per me, il tutto è risultato inedito e nuovo, d’altra parte questa stessa scelta porta il romanzo ad essere lento e poco fluido nella lettura. Sarah è una bambina sveglia e intelligente, così come sua madre, ma è circondata da persone chiuse e bigotte che non la comprendono e, anzi, la guardano con diffidenza. Questo, unito a una serie di avvenimenti legati a un’altra ragazza, porta la famiglia vicina al disastro dopo l’arresto della madre. Nel libo viene raccontato tutto lo svolgimento d’incarcerazione, processo e, infine, condanna in modo molto diretto e semplice, senza infiorettature o romanticherie inutili così da rendere la storia molto reale e angosciante da leggere. Devo dire che, nonostante la lentezza dello svolgimento, il libro mi è piaciuto parecchio proprio per il modo disincantato in cui parla e racconta la piccola protagonista che è costretta a vivere sulla sua pelle un pezzo di storia oscuro e terribile. Il lettore sa che Sarah riesce a sopravvivere a tutto perché all’inizio del libro lei è anziana, vicino alla morte, e vuole raccontare quello che era accaduto molti anni prima a sua figlia e a sua nipote. Per questo motivo le parole di un’adulta vengono filtrate attraverso un lontano ricordo di bambina e raccontate in modo distaccato ma doloroso.
Ho deciso di assegnare quatto stelle al libro e consiglio il romanzo a tutti i lettori alla ricerca di un punto di vista diverso per una storia così famosa e conosciuta.

Lya

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