Autore: David Baldacci
Pagine: 532
Prezzo: 16,90€
Editore: Time Crime
Genere: Thriller
Data di pubblicazione: Ottobre 2012
Trama
L’ultimo incarico che gli è stato
commissionato non è andato liscio come al solito: la donna che avrebbe dovuto
ammazzare aveva accanto a sé un bambino, un imprevisto che Will Robie di certo
non si aspettava. Ma si può uccidere una madre davanti agli occhi del figlio? E
cosa accade quando nella propria onorata carriera di killer si apre una crepa,
e la sola punizione possibile è la morte? Robie non ha il tempo di chiederselo,
la sola cosa che conta è far perdere le sue tracce. potrebbe farcela, è
scaltro, rapido, invisibile: ma quando la più impensabile delle compagne di
fuga, una quattordicenne fragile e geniale, gli si mette alle costole, il suo
percorso prenderà direzioni cui non aveva mai pensato prima...
Cosa ne
penso:
David
Baldacci. Classe 1960. All’attivo oltre 10 libri. Il suo ultimo romanzo è “The
innocent”, tradotto letteralmente in italiano come “L’innocente”. Sicuramente,
per quel che mi riguarda, una delle migliori letture di questo 2012 (ormai agli
sgoccioli).
Ma andiamo
con ordine. Partiamo dalla trama: Will Robie è un serial-Killer di professione.
Non conosce di persona i mandanti dei suoi assassinii, ma conosce bene ciò che
essi sono disposti a pagare per mettere a tacere la gente, ma non gente
qualunque, ma uomini che rischiano di mettere a repentaglio equilibri politici
e sociali. E a lui poco importa sesso, nazionalità, mestiere. Il lavoro e
lavoro. E quando il telefono squilla la sua pistola risponde, o meglio esplode
il colpo. Ma qualcosa all’improvviso cambia nel pseudo-equilibrio che Robie si
è costruito. L’ennesima missione: uccidere una donna e mettere a tacere
eventuali testimoni. Ma quando la donna in questione è un funzionario del
governo americano e i testimoni sono 2 bambini piccoli, anche la coscienza del
killer più professionale viene scossa. E così Robie si rifiuta di sparare, ma
al posto suo interviene un misterioso killer posto dal mandante-corrotto che
forse prevedeva il rimorso dell’assassino. E così da aguzzino diventa vittima:
Robie infatti diventerà egli stesso preda di un assassino. La fuga lo porta a
incontrarsi/scontrarsi con una ragazzina di soli 14 anni, Julie, sfuggita da un
killer che ha appena ammazzato i genitori. Non si sa per cosa, non si sa per
come ma Robie prende in consegna la ragazza e decide che la salverà, qualsiasi
cosa comporti questo. E quando l’autobus su cui i 2 meditavano di scappare
esplode, le domanda è una: a chi era destinata quella bomba? A Will Robie,
serial killer col rimorso? O Julie, testimone dell’omicidio dei genitori?
Will Robie viene
così infiltrato all’interno del DCIS (Defense Criminal Investigative Service) e inizia ad indagare
su chi e su cosa c’è dietro questi crimini. Al suo fianco la detective Vance
con cui, nonostante alcune incomprensioni, collaborerà. E poi c’è Anne Lambert,
la sua giovane vicina di casa, donna di cui non si è mai preoccupata a causa
del lavoro, ma che con la nascita del nuovo Robie, non più killer, ma solo
uomo, decide di “provare” ad essere normale. Ma quando cammini per strada con
un bersaglio enorme sulla schiena e ti carichi sulle spalle le sorti di un’adolescente
neo-orfana, diciamo che il concetto di “normalità” divente alquanto relativo.
Un thriller
ben scritto, come non mi capitava di leggere da un bel po’. Lo stile di
Balducci è scorrevole, leggero e in certi tratti irriverente. Io l’ho letto in
molto tempo a causa degli impegni universitari, ma se fossi stata più libera
sicuramente lo avrei divorato in pochissimi giorni, nonostante le oltre 500
pagine. Punto forte della narrazione è la caratterizzazione dei personaggi.
Stop ai classici stereotipi, ma personaggi “umani”, dove anche il più feroce
serial-killer prova rimorso e paura, per se e per gli altri. Dove anche l’adolescente
più dura piange ed elemosina un abbraccio rassicurante! Dove pure la detective
più tosta dello Stato riesce a disobbedire a chi compete pur di trovare la verità.
Unica nota
dolente del romanzo è il finale. Prevedibile? Forse. Scontato? Un po’ meno.
Certo è che a meno di 50 pagine avevo già capito chi era il colpevole. Vabbè,
si tratta di sole 50 pagine e non più di metà libro, come purtroppo mi è già
capitato. Però a discolpa dell’autore devo dire che ormai tra Agatha Christie,
polizieschi e thriller vari, sono avvezza di assassini, perciò il più delle
volte riesco a capire chi è il colpevole ben prima del finale.
Ciò
nonostante si è trattata di una lettura coinvolgente ed emozionante. E dopo aver
terminato questo romanzo mi sono sentita un po’ orfana, cosa che non mi
capitava da un bel po’. Consigliato! Certo! Sicuramente tra i vari romanzi
della TimeCrime questo è stato uno dei più avvincenti.
4 stelline e
½, ma preferisco definirlo un 5 mancato, se solo non avessi capito in anticipo il
colpevole;-)
Isy
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