25 maggio 2017

RECENSIONE: Birthdate di Lance Rubin

Buon pomeriggio e buona lettura!

Titolo: Birthdate
Autore: Lance Rubin
Prezzo: 14,90 €
Pagine: 352
Editore: De Agostini
Serie: Denton Little #2
Data di pubblicazione: 28 Marzo 2017

Trama

Denton Little non è ancora morto! In un mondo in cui tutti conoscono la data della propria morte fin dalla nascita, Denton è l’unico ad aver superato indenne il giorno fatidico. Non sa perché proprio a lui sia capitato questo straordinario destino, sa solo che ora tutti lo cercano. La sua famiglia, il suo migliore amico Paolo, e Veronica, la ragazza che ha baciato poco prima di darsi alla fuga e che non riesce a togliersi dalla testa. Persino la polizia lo sta cercando. Lui è la prova vivente che è possibile scampare alla propria data di morte, e ora tutti vogliono un pezzo di Denton Little. Questo è decisamente un problema, soprattutto perché il Governo preferirebbe ucciderlo piuttosto che ammettere l’anomalia del sistema. Come se non bastasse, mancano pochi giorni al decesso di Paolo. Proprio adesso che il poveretto si è reso conto di essere follemente, perdutamente innamorato di Millie, l’unica ragazza al mondo che non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. Tra fughe rocambolesche e amori impossibili, Denton cerca di salvare gli amici e smascherare i nemici. Ma come si comporterà ora che non conosce più la data della propria fine e la morte può incombere in ogni momento?


Dopo diversi anni dalla pubblicazione di “Deathdate” finalmente la duologia si è conclusa anche in Italia con “Birthdate”. QUI trovate la mia antica recensione del primo libro di cui ho conservato un bel ricordo tanto da voler leggere anche il seguito.

Denton è sopravvissuto alla data della sua morte e, dopo una mirabolante fuga dal suo ballo di fine anno, va a New York e bussa a una misteriosa porta. Dentro, ad aspettarlo c’è sua madre che, teoricamente, sarebbe dovuta essere deceduta da ben 17 anni e invece è lì che attende suo figlio e lo introduce in un modo fatto di cospirazioni e virus anti-morte.

“Deathdate”, ripetizioni ossessive a parte, mi aveva molto colpita e divertito con le battutine macabre e il carattere goffo e spigliato del protagonista. Spinta dalla carinissima esperienza di lettura, ho voluto leggere il secondo e conclusivo volume della duologia pur sapendo che non sarebbe stato all’altezza del primo. Infatti non mi sono sbagliata: “Birthdate” è decisamente un romanzo più noioso e insipido del primo.
Dopo una fuga rocambolesca che vede Denton finire all’ospedale paralizzato e pieno di misteriosi puntini rossi, dato per morto per poi “risorgere”, il ragazzo scappa e si reca a New York dove lo aspetta sua madre, anche lei data per morta da anni. Ecco, questo personaggio è davvero orribile: questa donna è egoista oltre ogni limite e tenta di sfruttare suo figlio (ricordiamoci che lo ha partorito e poi è scappata) per poter mostrare al mondo la scoperta che ha fatto. È possibile sopravvivere alla data della propria morte e lei sostiene che porta avanti la ricerca per sovvertire il potere governativo che è così potente da entrare nelle vite e nella morte di tutti i suoi cittadini, invece fa tutto questo per sé stessa e lo ha fatto sin dall’inizio. Dall’altra parte c’è Denton che, sopravvissuto alla morte, si ritrova lontano da casa a passare intere giornate rinchiuso in un piccolo appartamento per la sua protezione. Lui, in questo secondo libro, è davvero poco incisivo e sembra fare ogni cosa a casaccio. Non mi è piaciuto molto perché perde la particolare simpatia legata alla sua data di morte, adesso è solo un ragazzo ignorato dalla madre che vive nascosto dal mondo per poi essere sfruttato al momento giusto. Ok, non è una bella vita, ma lui non tenta concretamente di ribellarsi, d’informarsi o di fare qualcosa, anzi è davvero menefreghista e passa le sue ore a riflettere su quanto è stato fortunato. Fortunatamente riappaiono alcuni personaggi secondari che smuovono un po’ la situazione e il finale l’ho trovato davvero carino e in linea con il livello del primo libro. Insomma, il finale coincide con le prime azioni concrete che Denton copie dopo essere sopravvissuto. Sono stata di proposito vaga perché succedono poche cose e anche abbastanza intuibili quindi non vorrei spoilerarvi troppe informazioni.
Che dire, “Birthdate” è un romanzo carino e leggibile ma poco incisivo e appassionante, escludendo la parte iniziale e la conclusione, e quindi ho deciso di assegnare due stelline e mezzo al libro. Francamente ci sono rimasta un po’ male, avrei voluto divertirmi di più!


Lya

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