Terzo, e per ora ultimo appuntamento dello speciale "Roald Dahl", per la rubrica "Crescere...leggendo"! QUI potete trovare la prima parte, dedicata a una breve biografia dell'autore, mentre QUI potrete trovare la recensione de "Le streghe"!
Titolo: La fabbrica di cioccolato
Autore: Roald Dahl
Pagine: 202
Prezzo: 12,00 €
Editore: Salani
Collana: Gli Istrici
Un bel giorno la fabbrica di cioccolato Wonka dirama un
avviso: chi troverà i cinque biglietti d'oro nelle tavolette di cioccolato
riceverà una provvista di dolciumi bastante per tutto il resto della sua vita e
potrà visitare l'interno della fabbrica, mentre un solo fortunato tra i cinque
ne diventerà il padrone. Chi sarà il fortunato?
Tra
i romanzi di Roald Dahl, questo forse è tra i più noti, grazie alle due
trasposizioni cinematografiche che hanno permesso ai più giovani di conoscerlo.
In particolare una trasposizione è molto conosciuta, ovvero quella di Tim
Burton con Jhonny Depp a vestire io panni di Willy Wonka.
“Charlie and the Chocolate Factory”, titolo originale del romanzo, è uno
tra i primi libri per bambini scritto dall’autore inglese. Esso fu infatti pubblicato
per la prima volta nel 1964, in Inghilterra.
Cinque
tavolette contenenti cinque biglietti d’oro. Cinque carichi a vita di dolciumi,
cinque bambini e 1 solo vincitore. Charlie Bucket è tra i cinque fortunati
vincitori e così, accompagnato dall’arzillo nonno paterno Joe, potrà
partecipare alla visita della fabbrica e alla competizione per aggiudicarsene
la proprietà. Rispetto agli altri bambini, suoi avversari, Charlie è un bambino
umile, non viziato e che proviene da una famiglia povera composta dai genitori
e dai 4 nonni, che vivono perennemente in un unico grande letto matrimoniale:
due nonni da un lato e 2 nonni dall’altro, piedi contro piedi. Gli altri
bambini sono Augustus Gloop, Violetta Beauregarde, Veruca
Salt e Mike Tivù. Si tratta di bambini viziati, arroganti e
maleducati, che daranno non pochi problemi all’eccentrico Willy Wonka.
La fabbrica si
presenta come un moderno paese delle Meraviglie, con cascate di cioccolata,
piante a forma di caramelle. Luoghi dai colori sgargianti, con macchinari
innovativi e avveniristici. E particolarità della fabbrica sono anche i
lavoratori, gli Umpa Lumpa, piccole creature che hanno un debole per la
cioccolata e per la musica. Una storia dove prevalgono i buoni sentimenti, con
una trama scontata, certo, ma non per questo meno bella da leggere.
In un certo senso la
storia della Fabbrica di Cioccolato mi ha ricordato molto la trama di “Dieci
Piccoli Indiani” di Agatha Christie. Come nel romanzo della giallista i
personaggi muoiono in circostanze particolari, sino a quando non ne rimane uno,
così nel romanzo di Dahl i bambini si trovano ad affrontare tante stanze con
altrettante tentazioni e alla fine solo uno rimane: colui che vincerà la
Fabbrica. E come se non bastasse, le canzoni cantate dagli Umpa Lumpa ogni
qualvolta un concorrente viene meno, ricorda per molti versi la filastrocca dei
dieci piccoli indiani.
Ho trovato in questo
romanzo una morale più palese rispetto a “Le streghe”, ragione per cui sono
dell’idea che questo sia un romanzo perfetto da far leggere da soli ai bambini,
inoltre la presenza di parole più complesse può essere un ottimo allenamento
per esercitarsi con la lettura. I buoni sentimenti e il lieto fine
caratterizzano la storia, non potranno quindi che commuovere il lettore.
Inoltre ho trovato la scrittura molto più giocosa e musicale rispetto al
romanzo precedentemente letto: dalla scelta del nome dei dolciumi, sino alle
canzoncine cantate dagli Umpa Lumpa, in cui la rima non manca mai.
Spero di recuperare
presto la continua di questo romanzo “Il grande ascensore di Cristallo”, che
sembra essere meno conosciuto e perciò meno reperibile rispetto a “La fabbrica
di cioccolato”.
Lo consiglio?
Assolutamente si!=)
E voi cosa ne pensate di questo capolavoro di Roald Dahl?
Isy
non ho mai letto nulla di quest'autore ç_ç (almeno da quello che ricordo) e me ne vergogno un po' a dire il vero... voglio rimediare però! *-*
RispondiEliminaRimedia, rimedia: merita! :) io l'ho fatto a 24 anni e non mi sono pentita (anche se da bambina lo avrei gustato meglio) =D
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