Titolo: Il racconto dell'ancella
Autore: Margaret Atwood
Pagine: 329
Prezzo: 9 euro
Editore: TEA
Trama
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le "ancelle", sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioè "di Fred", il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Galaad, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Difred tenta in tutti i modi di non lasciarsi stritolare dalla pazzia che la circonda rifiutando ogni coinvolgimento emotivo e cercando di dimenticare il suo passato e la società precedente. Apparentemente rassegnata al suo destino, prega di restare incinta, unica speranza di salvezza, ma non ha del tutto perso il ricordo delle emozioni di prima...
Ho scovato questo libro per caso guardando in giro per la
rete: quando ho visto la parola distopico e la data di prima pubblicazione,
cioè il 1985, non ho saputo resistere. Essendo stato pubblicato più di 20 anni fa ho pensato ,a ragione, che
non avesse i soliti cliché young adult dei distopici odierni. Insomma, prima di
dedicarmi alla lettura di 1984 di Orwell, ho voluto leggere "Il racconto
dell'ancella" un romanzo tutto al femminile con delle tematiche e degli
spunti interessanti.
La protagonista è Difred, un'ancella al servizio di un
Comandante di nome Fred: il suo compito è quello di procreare un figlio al
posto della moglie legittima. È questo quello che fanno le ancelle, donne
vestite in rosso che, dopo la catastrofe ecologica e politica, sono le uniche
donne in grado di procreare. In una società fortemente puritana e maschilista,
le donne sono ritornate ad essere recluse in casa con pochissima incidenza
nella vita comune ed in particolare le ancelle vengono strappate alle loro
famiglie, allontanate da tutto, per procreare e dare alla civiltà una nuova
occasione.
Tra religione, sentimenti e rimpianti del passato, Difred
racconta in prima persona gli avvenimenti che vive.
Parto da presupposto che il libro ha degli alti e bassi per
quanto mi riguarda; l'inizio è promettente, incuriosisce moltissimo il lettore
e ti trasporta in questo strano mondo così fortemente controllato. Andando
avanti nella lettura però subentra uno stato di insoddisfazione perché le
informazioni presenti sono davvero pochissime e centellinate al massimo, oltre
al fatto che la storia viene raccontata con distacco, rimane statica e si
evolve davvero poco. Difred, di cui non si saprà mai il nome vero, racconta la
sua esperienza come ancella: dalla paura di non riuscire a procreare, ai
ricordi incalzanti che la perseguitano. Come ho già detto, le informazioni sono
davvero poche, in particolare non si sa, in modo certo, cosa è successo al
mondo, perché è diventato così chiuso e rigoroso. Le uniche notizie relative a
questa nuova società si devono faticosamente desumere dalle parole della
protagonista che, con occhi bassi e timorosi, accetta quasi passivamente ciò
che accade.
Le donne, in questa società maschilista e puritana, sono
divise in quattro categorie: le Mogli dei ricchi, anziane e non feconde, le
Economogli, povere e con una vita difficile, le Marte, le serve delle diverse
dimore ed infine le Ancelle. Queste ultime vengono mandate ogni tre anni da un
Comandante diverso per tentare di procreare e, se riescono nell'intento senza
dare vita a feti morti o deformi, vivono una vita leggermente agiata; se non
riescono cambiano partner fino ad un massimo di 3 comandanti fino alla
deportazione in luoghi ad alto rischio radiazioni. Insomma, alla fine della
loro carriera incompiuta, vengono mandate a lavorare in posti orribili fino
alla fine dei loro giorni. Insomma, una vita difficile fatta di costrizioni,
sacrifici e sottomissione costante. Tutto questo è desumibile dalle parole
della protagonista ma, storia a parte, quello che rimane impresso sono i
pensieri e ricordi struggenti di Difred: la sua adolescenza, suo marito, sua
figlia. Tutto andato, tutto che sembra così lontano dalla sua situazione. Ma
lei si aggrappa con le unghie e con i denti ai momenti vissuti con i suoi cari
e, tra pensieri suicidi e di rivalsa, prova a cambiare la sua vita.
Insomma, nonostante la storia non si sviluppi moltissimo,
nonostante sia un libro un po' lento da leggere, i flashback della donna e il
finale mi hanno fatto apprezzare questo romanzo a cui assegno tre stelline e
mezzo.
Lya
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