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28 aprile 2018

RECENSIONE: Affinità di Sarah Waters

Buon sabato e buona lettura!

Titolo: Affinità
Autore: Sarah Waters
Pagine: 414
Prezzo: 12 euro
Editore: TEA libri

Trama
A seguito della morte del padre e di un tentativo di suicidio, Margaret Prior, giovane di buona famiglia nella Londra vittoriana, decide di svolgere attività di volontariato con le detenute della prigione di Millbank. Il suo compito sarà dispensare aiuto e consigli a quelle donne sfortunate: ladre, assassine, truffatrici, disturbatrici della quiete pubblica. Tra loro c'è Selina Dawes, di professione medium, giudicata colpevole di frode e aggressione. Margaret prova compassione per quella giovane apparentemente innocente, ma si sente anche attratta dalla sua indole enigmatica e dai suoi inquietanti poteri. Presto si trova impantanata in un mondo crepuscolare di sedute spiritiche, spettri e passioni proibite e dovrà liberare Selina, ma anche se stessa.
Ero alla ricerca di un thriller/giallo che però fosse particolare e non il solito omicidio che dei detective devono risolvere e, vedendo online un video di Lady Leda, ho sentito nominare quest’autrice. Facendo il mio solito giretto d’indagine su goodreads, ho scoperto che poteva fare al caso mio.

La protagonista del romanzo è Margaret, una giovane che vive nella Londra di fine 800; la sua vita è piuttosto vuota perché non è sposata, il suo adorato padre è venuto a mancare e la sua prospettiva per il futuro è quella di rimanere ad accudire la madre spegnendosi nella noia. Intelligente quanto suggestionabile, Margaret decide di riempire le sue giornate andando a tenere compagnia alle donne incarcerate presso Millbank dove conosce Selina che la coinvolge in un gioco oscuro quanto complesso.

“Affinità” è un romanzo che mi ha davvero sorpresa e, per una volta ogni tanto, non in negativo perché l’ho trovato davvero interessante e originale. Non avevo mai letto nulla del genere e lo stile dell’autrice, così ricco di descrizioni e piuttosto introspettivo, ha reso il tutto ancora più sfaccettato e complesso. Potrei definirlo un thriller psicologico con un tocco di esoterismo che confonde sia la protagonista che il lettore stesso: entrambi vengono manipolati senza che si riesca ad accorgersene e finiscono per essere riportati brutalmente alla realtà.
Margaret è una ragazza sveglia che vive divisa tra il dolore per la morte del padre, l’unica persona nella sua famiglia che riusciva a comprenderla, e la consapevolezza che passerà la sua vita da zitella facendo da dama da compagnia e da badante alla sua terribile madre. Questa prospettiva la prostra moltissimo perché avverte una forte sensazione di oppressione e smarrimento oltre che d’ingiustizia. Margaret vuole essere libera di essere sé stessa, di esprimersi e vivere la sua vita come desidera e invece le aspettative familiari e le costrizioni della società la imprigionano, soffocandola. Per fuggire a tutto ciò si trova a cercare la sua libertà all'interno di un carcere femminile: Millbank diventa la sua fuga, il modo per stare lontano dagli obblighi familiari e un luogo per dimenticare i suoi affanni. Questa prigione comunica sempre una sensazione labirintica e claustrofobica di corridoi infiniti, chiusi ma, l’incontro con Selina, la scoperta dei suoi poteri di medium e del passato misterioso che avvolge questa donna, permettono davvero a Margaret di provare nuove e inebrianti sensazioni. Le sue visite a Millbank sono sempre contraddittorie perché da una parte le cupe mura e la situazione precaria delle detenute la spaventano, dall'altra l’attesa degli incontri con la medium e le conversazioni che ha con lei, la rendono inquieta ma le fanno respirare un refolo di libertà, seppur piccolo. Questa grande contraddizione è sicuramente una delle parti centrali di tutto il romanzo. Per tutto il libro Margaret è quindi divisa ma prende una decisione finale che cambierà molte vite, a partire dalla sua.
Tutto il mistero contenuto nel libro si gioca sull'impressionabilità della protagonista e di conseguenza del lettore stesso il quale, seguendo la ragazza all'interno del carcere e vivendo tutte le sue sensazioni, viene anch'esso manipolato con grande maestria.
L’autrice ha davvero colto nel segno perché ha creato una storia complessa e costruita in modo attento con l’ausilio di descrizioni piuttosto suggestive riuscendo a giocare con la psiche di Margaret e del lettore. Mi sono piaciute moltissimo le ambientazioni che hanno giocato un ruolo altrettanto decisivo per comunicare la percezione di oppressione di tutti i personaggi stretti nella morsa, da una parte dell’apparenza in società, e dall'altra, in modo più letterale, della prigione.
Ho deciso di assegnare quattro stelline al romanzo perché, pur essendomi piaciuto molto e pur avendolo trovato davvero originale, molte parti sono ripetitive e, a tratti, noiose.



Lya

21 dicembre 2017

RECENSIONE: La figlia di Jane Eyre di Elizabeth Newark

Buon pomeriggio  e buona lettura ^^

Titolo: La figlia di Jane Eyre
Autore: Elizabeth Newark
Pagine: 240
Prezzo: 12 euro
Editore: TEA

Trama
Jane Eyre, straordinaria protagonista del romanzo omonimo di Charlotte Brontë, era arrivata a Thornfield Hall come governante, prima di sposarne il padrone, Edward Rochester. La loro unione era cominciata nel peggior dei modi: la moglie di Edward, creduta morta e invece impazzita e prigioniera della vecchia magione da anni, aveva tentato di uccidere entrambi, per poi morire in un incendio da lei stessa provocato. Ormai Jane e Edward sono sposati da diverso tempo, ed è da qui che parte il romanzo di Elizabeth Newark, vero e proprio seguito di Jane Eyre. Janet, la figlia adolescente di Jane e Rochester, sta per fare il suo ingresso in società, ma, vista la partenza dei genitori per la Giamaica, viene temporaneamente affidata alle cure del severo colonnello Dent. Ben presto la sua vita viene sconvolta da una serie di misteriosi avvenimenti sia a Highcrest, la tenuta del colonnello, sia a Thornfield Hall. Che ruolo hanno i due personaggi maschili antagonisti, il timido e cinico Roderick Landless e l'affascinante e intraprendente Sir Hugo Calendar? E Janet può fidarsi di loro? Di sicuro saprà essere forte e coraggiosa. In fondo è figlia di sua madre...

Tra i tanti sequel, retelling, prequel e riletture di grandi opere della letteratura c’è anche questo romanzo “La figlia di Jane Eyre” che, come anticipa il titolo stesso, vede come protagonista la prole di questa grande eroina dei romanzi inglesi.

Janet, figlia di Jane Eyre e Mr. Rochester, è una ragazza semplice che ama passare il suo tempo con suo padre e che cerca di ottenere quello della madre, così fredda e distante. A seguito della partenza dei suoi genitori per le Antille, per visitare alcuni possedimenti, Janet rimane da sola e, prima in un collegio per signorine di buona famiglia e poi presso un grande amico del padre, trascorre diversi anni lontana da loro. Tra amiche e nemiche, tra pretendenti sinceri e oscuri segreti di famiglia, Janet riesce a crescere e a maturare.

Quando si tratta di questa tipologia di storie, sequel di grandi romanzi, ci vado sempre con i piedi di piombo abbassando le mie aspettative. Perché li leggo? Perché mi piace tornare in luoghi che ho amato nei libri e amo conoscere il “dopo” dei personaggi scritti seguendo la fantasia di altri autori. Devo dire che, a parte qualche cosuccia, questo libro non mi è dispiaciuto per nulla.
Janet è una giovane donna abbastanza insicura che stravede per suo padre ma ha un timore reverenziale per sua madre. Jane qui è descritta come una matriarca inflessibile e distaccata: il suo amore filiale lo dimostra attraverso regole ferree e alta moralità. Ovviamente questo sfugge alla sua giovane figlia che tenta in tutti i modi di attirare le attenzioni positive della sua genitrice, con scarsi risultati. Questa è una delle parti che, seppur breve, mi è piaciuta molto perché Jane è stata descritta in modo simile anche dalla sua creatrice e qui, in questo libro, il suo amore è concentrato quasi esclusivamente verso suo marito. Un’immagine davvero calzante. Mr Rochester qui è meno scontroso e si dimostra un ottimo padre vicino ai figli e alle loro necessità: un grande cambiamento dettato dagli ostacoli incontrati nel corso della sua vita. Janet, dopo la partenza della sua famiglia, rimane qualche anno in un collegio con altre ragazze, affrontando diverse peripezie (come sua madre anni prima) e poi si trasferisce da uno dei suoi tutori. In questo luogo incontra alcuni gentiluomini con intenzioni più o meno buone e starà a lei decidere come gestire la sua vita.
Il libro è scritto con un stile davvero vicino a quello “antico” dell’autrice di Jane Eyre perché è da una parte molto scorrevole e attuale, dall’altra ben calato nell’epoca. Ho apprezzato moltissimo anche le cupe descrizioni dei luoghi in cui Janet dimora e mi sono gustata i misteri narrati. L’unico neo è il grande attaccamento di Janet a suo padre che, durante il romanzo, mi è sembrato eccessivo. Soprassedendo questo particolare, il romanzo mi è piaciuto perché unisce il gusto narrativo dell’epoca a una storia varia e a tratti moderna. Insomma, per me è un sì e sono contenta di aver dato un’occasione al libro.
Assegno quattro stelline.

Lya

09 febbraio 2017

RECENSIONE: Il cerchio di pietre di Diana Gabaldon

Buon giovedì lettori! Eccomi con una nuova recensione per voi! ^^

Titolo: Il cerchio di pietre
Autore: Diana Gabaldon
Pagine: 584
Prezzo: 12 euro
Editore: Tea
Serie: La straniera/Outlander #4

Trama
Stati Uniti 1968. Sono trascorsi più di vent'anni da quel giorno in cui, attraverso il magico cerchio di pietre di Craigh na Dun, in Scozia, Claire Randall fu catapultata nelle Highlands del 1743. Vent'anni da quando ha dovuto separarsi dal suo Jamie, il nobile giacobita di cui si era follemente innamorata, per ritornare nel Ventesimo secolo con la figlia nata dal loro amore, Brianna. Claire non ha mai rivelato a Brianna il suo segreto, ma è giunto il momento della verità. Così questa volta non sarà sola ad attraversare nuovamente la porta sul passato e andare in cerca del suo indimenticato sposo. Ma sono tanti gli interrogativi che la lacerano: Jamie l'ama ancora? O si è risposato? E che cosa avrà detto ai famigliari sulla sua scomparsa? La dottoressa Randall, già sopravvissuta a ben due passaggi, ritorna nelle Highlands del 1766...



Appena ho terminato la lettura de "Il ritorno", mi sono resa conto che non potevo lasciare la storia così appesa e quindi ho subito dato spazio tra le mie letture a "Il cerchio di pietre", la prima parte del terzo libro della serie incentrata su Clare e Jamie. Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che in Italia abbiano diviso i libri in questo modo barbaro.

ATTENZIONE AGLI SPOILER!!
Clare, vent'anni dopo il suo ritorno nella Scozia del novecento, torna a Inverness per scoprire il destino del suo amore perduto nel tempo. Dopo il tragico distacco tra i due, Clare, tornata da Frank incinta, è convinta che Jamie sia morto durante la battagli di Culloden e soffre in silenzio la sua perdita. Dopo la morte di suo marito inizia a fare delle ricerche storiche mirate e scopre che non è andata come credeva: scopre che Jamie sopravvisse a Culloden continuando la sua vita senza di lei. Appena fatta la scoperta, Clare decide di lasciare sua figlia Brianna e di tentare di tornare nel settecento attraverso le pietre.
Trovatasi nuovamente nella barbara Scozia del passato, la donna cerca Jamie che ha vissuto i vent'anni successivi al distacco affrontando moltissime vicissitudini tra anni da fuggiasco, anni in carcere ai lavori forzati fino a ritornare a vivere da uomo libero. Il loro incontro porterà i due a vivere insieme numerose altre avventure.

Ok, lo ammetto, alla fine de "L'amuleto d'ambra"/"Il ritorno" mi è partito un fandom assurdo e non sono riuscita a resistere alla tentazione di proseguire la storia: il finale è troppo aperto e pieno di interogativi per potermi fermare. Quindi, prima di fare danni irreparabili su wikipedia, ho deciso di proseguire quasi immediatamente con "Il cerchio di pietre".
Tutta la prima parte del romanzo racconta, più o meno parallelamente, le esperienze vissute da Clare e Jamie ognuno nel proprio tempo mentre lei cerca la conferma definitiva della morte dell'uomo che ama a Culloden. Nella seconda parte c'è invece narrato il ritorno nella Scozia del settecento da parte della protagonista. La scena dell'incontro, dopo 20 anni di lontananza dei due, è entrata nella mia personale top ten: ho vissuto con loro l'emozione di rivedersi dopo tutti quegli anni e dopo tutte le cose successe e che li hanno segnati profondamente. Ormai ho la certezza che la Gabaldon sia un'ottima narratrice perché anche la scena della prima notte di nozze tra Clare e Jamie è nella mia top ten dei momenti preferiti di sempre da diversi anni. E dire che io non sono una romanticona che si attacca alla storie d'amore, ma la loro è davvero epocale, in tutti i sensi.
Avete per caso notato il fandom? Bene, proseguendo nella lettura mi sono disperata perché non avevo nessuno con cui commentare gli avvenimenti letti. Questo non mi succedeva da davvero parecchio tempo, probabilmente dall'adolescenza.
A parte questo ho apprezzato moltissimo la prima parte: Jamie vive una vita davvero dura che lo tempra ma non lo cambia perché rimane sempre il bravo ragazzone scozzese dell'inizio. La sua natura buona e altruista emerge in ogni situazione che affronta. Clare, d'altra parte, rimane fedele a se stessa, con l'unica eccezione di Frank, vivendo la sua gioventù come madre e medico in America tentando di dimenticare Jamie. È inutile dire che nessuno dei due riesce a farlo, lui nel passato e lei nel presente, così divisi ma sempre uniti nello spirito.
Dopo la bellissima reununion tra i due protagonisti e qualche incontro tra Clare e vari conoscenti, il romanzo inizia un po' a declinare: appena lei arriva e si sistema ne succedono di ogni. Credo che molte cose siano davvero esagerate, sempre avventurose, ma troppo enfatizzate. Questo è l'unica "problematica" che ho riscontrato: ogni volta che Jamie affrontava un qualche problema mi partiva nella mente la colonna sonora dei Pirati dei Caraibi per accompagnare le sue gesta eroiche e folli.
Assegno quattro stelline al romanzo in attesa di proseguire con il romanzo successivo.
Lya

30 novembre 2016

RECENSIONE: Anima Templi di Robyn Young

Buonasera lettori!
Come ogni mercoledì, è di rito una nuova recensione! Questa è parecchio vecchiotta ma rimane valida, anche perché dovrei concludere questa bella serie storica, tra templari e nobili ^^

Titolo: Anima templi
Autore: Robyn Young
Pagine: 592
Prezzo: 10 euro
Editore: Tea libri
Serie: Brethren trilogy #1

Trama
Londra, 3 settembre 1260 d.C. Nell'animo di Will Campbell non ci sono mai stati dubbi: il suo destino è quello di diventare un cavaliere templare. Ma l'apprendistato è lungo e faticoso e, mentre Will lotta per resistere alla durissima disciplina dell'ordine, intorno a lui i misteri si moltiplicano: quale ruolo ha suo padre all'interno della confraternita? E quale pericoloso segreto nasconde Everard, il suo maestro? Terra Santa, 3 settembre 1260 d.C. L'ambizioso comandante Baybars assassina il sultano e prende il controllo dell'Egitto, deciso a intraprendere una nuova campagna per scacciare i cristiani dalla Palestina. A difendere i territori di Outremer sono rimasti gli ordini monastico-cavallereschi, ma solo i templari hanno le risorse economiche e militari necessarie per fronteggiare gli infedeli. Parigi, 3 settembre 1260 d.C. Il furto di un codice porta lo sconcerto tra alcuni templari. Dietro la rassicurante apparenza di romanzo cavalleresco, quel volume nasconde infatti inquietanti simbolismi, riti d'iniziazione e piani misteriosi: si tratta del codice-segreto dell'Anima Templi, una setta che agisce all'insaputa dei confratelli per conseguire un obiettivo ambizioso e rivoluzionario, ma in contrasto con i precetti della Chiesa di Roma. Molti sono i nemici dell'ordine - re e nobili, cavalieri teutonici e ospitalieri che, se venissero a conoscenza dei segreti contenuti nel libro, non esiterebbero a sfruttarli per annientare il Tempio...

Pur appartenendo a una trilogia, già conclusa da parecchi tempo, ho voluto inserire nella mia sfida del comodino questo romanzo storico sulle crociate che continuava a spuntarmi davanti agli occhi piuttosto spesso. Devo dire di non essermene pentita perché è stata una lettura interessante e coinvolgente sia sul piano storico che sul piano più puramente narrativo.

Il protagonista è Will che conosciamo quando è un "sergente" all'interno del Tempio della Londra del 1260. Il suo grande sogno è quello di consacrarsi Templare e di redimersi da tutti i suoi peccati, uno dei quali molto grave che pesa sulla sua coscienza e che ha rovinato il rapporto con suo padre. Una serie di eventi legati al tempio e al monarca inglese lo portano a Parigi dove, per punizione, è costretto a rimanere e fare da scrivano a un prete vecchio e bisbetico. Con il tempo conoscerà l'Anima templi e la sua missione che diventerà anche la sua.

Fare un sunto di questo libro è stato piuttosto difficile perché è un romanzo storico pieno di avvenimenti e ci sono continuamente nuove informazioni da comprendere, collocare e assorbire per seguire il flusso della narrazione. Dico questo perché ho trovato il romanzo particolarmente adatto a chi conosce, seppur in minima parte, la storia dei templari e quella degli avvenimenti in Terrasanta avvenuti quel periodo. Sono convinta che un lettore meno informato potrebbe avere non poche difficoltà a seguire tutta la storia, tra nomi di persona e luoghi, fatti e segreti, ma comunque è una storia ampiamente comprensibile.
A parte ciò, ho trovato il romanzo molto scorrevole e avventuroso, la parte storica mi è sembrata piuttosto accurata e completa e la parte narrativa è complessa e articolata. Insomma, non ho uno dei miei soliti appunti da perfettina da fare a questo romanzo.
Will viene seguito nel suo sviluppo morale e psicologico dai 13 anni fino ai 19 circa e, nonostante non sia figlio di nobili, grazie alla sua intelligenza, viene coinvolto in oscure trame, celate da secoli, all'interno della propria confraternita. I templari qui vengono visti sia attraverso i loro punti di forza ma anche attraverso gli errori e l'avidità di molti suoi componenti. Nonostante gli attacchi i Terrasanta e vendette ordite da monarchi in cui viene coinvolto, il protagonista è spigliato e curioso ma ha un'enorme ferita aperta nella sua coscienza che vuole lavare via diventando un cavaliere in modo ufficiale. Insomma, il ragazzo riesce molto a stemperare la "pesantezza" di alcuni contenuti più strettamente storici. Il secondo personaggio che da avvio a tutta una serie di avvenimenti è un amico d'infanzia di Will, figlio e nipote di famosi e nobili cavalieri templari, egli si sente inferiore al suo più stretto amico e per riuscire a non deludere le aspettative che lo zio ripone in lui, stringe un vero e proprio patto con il diavolo. Insomma, anche lui è un personaggio tormentato e piuttosto complesso.
Ovviamente non poteva mancare la componente più sentimentale che va a completare il quadro generale di questo primo libro sui templari e sulla crociate.
Lo stile dell'autrice (perché Robyn è una donna, non un uomo come invece pensavo) è avvincente e articolato pur non risultando eccessivamente pesante o lento. Lo stile segue i pensieri e le sensazioni del protagonista aiutando il lettore a calarsi nella storia. 
Ho deciso di assegnare quattro stelline e mezzo al libro e penso che finirò la trilogia in tempi abbastanza brevi.(falsissimo! XD)


Lya

13 marzo 2016

RECENSIONE: La regina dei maghi di Trudi Canavan

Buona domenica e buona lettura! ^^

Titolo: La Regina dei Maghi
Autrice: Trudi Canavan
Pagine: 492
Prezzo: 13 euro
Editore: Tea
Serie: Traitor Spy #3
Pubblicazione: marzo 2013
 
Trama
Grazie al suo impegno e alla sua determinazione, il giovane mago Lorkin è riuscito a conquistare la fiducia delle Traditrici di Sachaka e le ha convinte a condividere con lui il loro segreto più prezioso: l’incantesimo per creare pietre magiche. Eppure tutto ha un prezzo: in cambio di un simile privilegio, la regina delle Traditrici chiede a Lorkin di andare, come loro portavoce, nel regno di Sachaka e di stringere un patto con le Terre Alleate. Tuttavia, non appena arriva a corte, Lorkin viene rinchiuso in prigione, destinato a rimanervi finché non si deciderà a rivelare ciò che ha scoperto. Il mago non ha nessuna intenzione d’infrangere il suo giuramento, perché ha capito che il re vuole usare quel sortilegio proprio per eliminare le Traditrici. E si trova quindi di fronte a una scelta drammatica: piegarsi al volere del re e condannare le Traditrici a morte certa, oppure restare fedele agli ideali della Corporazione dei maghi e affrontare la giustizia di Sachaka?
 
 
Dopo aver aspettato anni per terminare questa trilogia, eccomi a parlarivi del terzo libro. Essendo, appunto, l'ultimo libro di questa serie e il settimo ambientato in questo mondo, non mi soffermerò moltissimo a parlarvene, per non anticiparvi nulla, ma vi comunicherò le mie sensazioni generiche.

****spoiler per chi non ha letto gli altri libri*****
Sonea, dopo aver sistemato il problema sorto con Lilia alla Corporazione, viene mandata a Shacka per incontrase suo figlio e le Traditrici che sembrano possedere delle forme di magia piuttosto interessanti da scoprire e studiare. Lorkin, nel contempo, bloccato ad Arvice, viene imprigionato e sottoposto a torture psicologiche per spingerlo a rivelare i segreti delle Traditrici. Ma la guerra in questa nazione è ormai alle porte e i personaggi si ritrovano a vedere con i propri occhi una battaglia tra maghi neri.

Devo dire che il libro, essendo l'ultimo della trilogia, mi ha appassionato ancora di più rispetto agli altri due anche se ciò che viene narrato era facilmente intuibile sin dall'inizo della narrazione. La guerra imminente, una nuova coppia che si forma a discapito del passato e un finale ancora una volta aperto, erano tutte cose che mi aspettavo. Nonostante questo sono comunque riuscita a godermi la lettura e a calarmi ancora una volta nei panni di Sonea e di suo figlio: insomma, anche questa trilogia della Canavan è promossa! Ovviamente non è bella come la prima, ma comunque ha un suo perchè e mi aspetto un ritorno con nuovi romanzi in questo mondo.
Ecco ciò che mi è piaciuto.  Sicuramente è degna di nota la formazione di una coppia che non avrei mai e poi mai preso in considerazione, questa è stata la più grande sorpresa di tutto il romanzo; oltre a questo, ho apprezzato molto i nuovi personaggi che hanno dato una ventata di freschezza e hanno aggiunto molto ai protagonisti che già conoscevo e infatti questi nuovi personaggi si muovono davvero bene e fanno sperare che questa non sia l'ultima avventra ambientata in questo mondo. Infine il finale è sicuramente più lieto rispetto alla prima trilogia anche se ho temuto delle possibili morti tra i protagonisti. Ok, lo so, vi ho anticipato parecchio!
Ho deciso di assegnare 4 stelline e mezzo al libro consigliando la lettura a tuttii lettori fantasy in cerca di un buon libro high fantasy. Mi mancheranno molto Sonea e Rothen che non credo riappariranno in un possibile futuro sequel.

Lya


 

06 marzo 2016

RECENSIONE: La Guaritrice dei maghi di Trudi Canavan

Buona domenica a tutti! ^^
QUI trovate la prima vecchissima recensione della serie
Titolo: La Guaritrice dei maghi
Autore: Trudi Canavan
Pagine: 486
Prezzo: 19,60 €/ 6,90euro Tea
Editore: Nord
Serie: La spia dei maghi #2
Data di pubblicazione: 1 marzo 2012

Trama

Per dimostrare il proprio valore, il giovane mago Lorkin ha intrapreso un viaggio pericolosissimo, inoltrandosi nel cuore delle terre di Sachaka, da sempre in lotta contro il regno di Kyralia. Tuttavia, grazie al suo coraggio e alla sua ferrea determinazione, il ragazzo riesce non solo a sopravvivere alle insidie del deserto, ma anche a conquistare la fiducia delle Traditrici, un gruppo di maghe sachakane che praticano incantesimi tanto antichi quanto potenti, incantesimi che potrebbero essere di vitale importanza per sconfiggere Skellin, il mago che minaccia di sottomettere il governo di Kyralia al proprio volere. Non tutte le Traditrici però credono che sia giusto condividere le loro conoscenze con uno straniero, anzi c’è chi trama nell’ombra per eliminarlo… Nel frattempo, alla Corporazione dei Maghi di Kyralia, Sonea sta insegnando agli apprendisti i segreti della magia nera, perché anche loro siano pronti a difendersi dall’attacco di Skellin. I nuovi alunni sembrano molto promettenti, soprattutto la giovanissima Lilia. Ma, ben presto, Sonea si accorgerà che quella ragazza dal talento straordinario nasconde un oscuro segreto, un segreto che potrebbe minare l’esistenza stessa della Corporazione. 


Tra le mie autrici fatasy preferite degli ultimi anni non posso non citare Trudi Canavan che ho molto apprezzato per la "Trilogia del mago nero" (QUI la recensione) e che sto apprezzando anche per la seconda trilogia arrivata in Italia un paio di anni fa : "La spia del mago"(QUI la mia recensione del primo libro). Questa seconda trilogia riprende la storia di Sonea e dei maghi della Corporazione esattamente 20 anni dopo la conclusione della prima storia. Cosiglio ai lettori, che non vogliono spoilerarsi un degli avvenimenti più belli e attesi della trilogia del mago nero, di fermarsi qui e di non proseguire la lettura perché è più che inevitabile, visto il protagonista, che arrivino degli spoiler!

In questo secondo libro, come nel primo, la storia è narrata da più punti di vista; quello di Sonea che continua a dare la caccia ai maghi fuorilegge, quello di Cerny che tenta di aiutare se stesso attraverso la sua amica d'infanzia, l'ambasciatore Dannyl alle prese con gli shakiani e Lorkin bloccato con le traditrici tra le montagne. Sia Dannyl che Lorkin scoprono una branca della magia andata perduta mentre Sonea, dopo anni di asservimento, inizia a prendere iniziative e a mostrarsi attiva e propositiva.

Prima di scrivere cosa penso di questo secondo volume sono andata a rileggermi la recensione che ho scritto sul primo libro anni fa: non ero per nulla entusiasta della storia, anzi, ricordo che ero piuttosto delusa da questa seconda trilogia. Ad oggi, dopo aver riletto il libro e proseguito la storia posso dire di essere stata un po' severa nel mio giudizio perché ho trovato questi due libri davvero interessanti e molto in linea con lo stile dell'autrice. C'è l'amore, la scoperta, l'avventura, il pericolo e tante scelte da compiere per tutti i protagonisti, insomma le tematiche trattate sono parecchio diversificate. L'alternanza dei punti di vista rende la lettura varia e poco noiosa perché le diverse voci sono di sesso diverso, di estrazione sociale differente e anche di età diversa. Unica cosa che mi è dispiaciuta è l'assenza della formazione di Lorkin che viene presentato già come un uomo quasi adulto, mentre sarebbe stato interessante seguire le sue avventure durante il noviziato con l'ingombrante ombra dei suoi genitori sulle spalle.
Dalle mie parole potrete intuire che ho rivalutato l'intera serie e sono davvero molto curiosa di sapere come andrà a finire la storia di Sonea, personaggio a cui sono molto affezionata poichè l'ho "seguita" dall'inizio. Ho trovato questo libro completo e interessante, molto in linea con il genere high fantasy a cui voglio tornare a dedicarmi.

Assegno quattro stelline al romanzo sperando di poter riconfermare il mio giudizio anche per il terzo volume.



 
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