Titolo: D’amorire
Autore: Jessica Ravera
Pagine: 177
Prezzo: €15,00
Autore: Jessica Ravera
Pagine: 177
Prezzo: €15,00
Casa Editrice: Happy Hour
Trama:
Gemma, un’appassionata professoressa
di inglese e Italo, un informatico disilluso, si
incontrano a Dublino dove nasce un’intensa
storia d’amore. Tornati a Milano, dopo pochi
anni felici una notte il loro mondo perfetto
s’infrange: lei muore in un incidente e lui si
ritrova, solo e con una figlia, a dover reinventare
la propria vita. Ma il destino gli rimescola
continuamente le carte. Il seme del dubbio su una doppia vita della moglie lo porterà a indagare nel mondo irrequieto ed effimero degli adolescenti… Incontrando così Nathalie,
dolcissima tentazione.
continuamente le carte. Il seme del dubbio su una doppia vita della moglie lo porterà a indagare nel mondo irrequieto ed effimero degli adolescenti… Incontrando così Nathalie,
dolcissima tentazione.
Recensione:
“D’amorire”
è il romanzo d’esordio dell’autrice Jessica Ravera. Nonostante il romanzo sia
molto breve l’autrice è riuscita comunque a raccontare tutto ciò che c’era da
raccontare. Ma andiamo con ordine. Italo e Gemma sono una coppia come tante,
conosciutisi per caso durante un viaggio a Dublino, si sono innamorati e da
quell’incontro fortuito non si sono più lasciati. Si sono sposati ed hanno
avuto una figlia, Sara. Sarebbe una storia alquanto comune se non fosse che la
loro vita si distrugge una sera, durante un temporale, in cui Gemma perde il
controllo dell’auto e muore. Come viene descritta la morte di Gemma mi ha colpito
particolarmente, perché uno non ci pensa, ma in realtà i TG sono pieni di
notizie simili, che nessuno ascolta con interesse e nessuno riflette sul fatto
che in quel momento, mentre tu ascolti la notizia con indifferenza, da qualche
altra parte c’è qualcuno che invece non si da pace per aver perso un figlio, un
genitore, la moglie…Nel susseguirsi dei momenti successivi alla morte di Gemma
(il funerale, Sara, …), Italo ripercorre i momenti belli e meno belli passati
assieme alla moglie, rendendosi conto troppo tardi di quante cose avrebbe
potuto fare per lei ma non ha fatto, lasciandosi quindi abbattere dai sensi di
colpa e lasciare che il suo capo, una donna senza cuore, ne approfittasse.
La storia
però ben presto prende una piega diversa quando Italo scopre il diario della
moglie in cui si parla di un presunto amante, rendendosi conto solo allora di
quanto poco conoscesse Gemma e di quanto poco sapesse della Moglie al di fuori
delle mura scolastiche e domestiche. Il dubbio e la rabbia lo porteranno dunque
alla ricerca del giovane amante, uno
studente della moglie. Nella sua ricerca si imbatterà dunque in un mondo a lui
sconosciuto e alquanto frenetico: il mondo degli adolescenti. Sarà in questa
occasione che conoscerà Nathalie, una diciassettenne disinibita che gli farà
riprovare emozioni che ormai non provava da tanto, seppur si parla di pure e
semplici pulsioni fisiche e sessuali.
Italo è un
ultra trentenne, mentre Nathalie non è nemmeno maggiorenne, probabilmente
qualche anno fa una storia del genere avrebbe suscitato scandalo, ma oggi no!
Sarà merito (o meglio COLPA!!?) di Moccia con i suoi “romanzi” d’amore, che ci
fa credere che davvero l’amore tra un’adolescente con la voglia di divertirsi
in discoteca e sballarsi e padre di famiglia e vedovo può esistere? Non so…certo
però un po’ mi ha fatto riflettere e ho trovato comunque questa storia
abbastanza verosimile, seppur poco frequente.
Un punro
debole del romanzo è poi, a mio avviso, l’assenza quasi totale della
descrizione del rapporto padre-figlia. Sara ha solo 2 anni, ha perso la mamma
tragicamente e al mondo non ha che suo padre. Eppure nel libro la bambina non è
che un figurante quasi sempre in ombra, trascurata nella narrazione e talvolta
solo citata. Viene quasi sempre lasciata alle cure di Cristina, migliore amica
di Gemma, e sembra che questa bambina non senta mai la mancanza della madre,
anche se in realtà a 2 anni è un età sufficiente per sentire l’assenza di una
mamma, soprattutto una mamma come Gemma, sempre presente e dolce con la figlia.
Lo reputata una mancanza non da poco!
Infine non
posso non citare alcuni dubbi sul linguaggio. Probabilmente questo dipende solo
da me e dal mio modo di pensare, ma l’utilizzo troppo frequente di termini
volgari da parte di Italo, non solo nel mondo degli adolescenti, ma anche nell’intimità
della famiglia, non mi sono per nulla piaciuti! A differenza del linguaggio, la
narrazione mi è piaciuta: semplice, chiara e lineare, le descrizioni non erano mai troppo lunghe e la scrittura non diventava mai noiosa. Ho
letto il romanzo in un paio d’ore e non mi sono pesate.
Prima di
passare al voto voglio fare una precisazione sul titolo, la cui spiegazione è
tutta da scoprire: non è un errore grafico, il romanzo si chiama davvero “D’amorire”
e non D’amore o Da morire, e devo ammettere che a differenza di ciò che mi
capita di solito questa volta a colpirmi non è stata la copertina (a dire il
vero molto anonima e poco significativa) ma piuttosto il titolo insolito e
accattivante.
Ero indecisa tra 3 e mezzo e 4 stelline, ma alla fine voglio dare fiducia alla giovane autrice dandole 4.
Nessun commento:
Posta un commento
Il blog cresce con i vostri commenti!
Lasciate un segno del vostro passaggio ^^