22 febbraio 2018

RECENSIONE: Cacciatori di stelle cadenti di Gin Philips

Buona lettura!

Titolo: Cacciatori di stelle cadenti
Autore: Gin Philips

Pagine: 378
Prezzo: € 16,50
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: novembre 2012

Trama
Nella vita di Ren, suo fratello Scott è sempre stato una presenza costante: a volte impalpabile come una canzone nel vento, inafferrabile come una stella cadente; a volte netta e distinta come un’immagine allo specchio. Come il viso di un ragazzo che avrà per sempre diciassette anni: l’età che aveva Scott quando è mancato in un incidente d’auto. Da quel giorno, Ren non ha mai smesso di sentirlo accanto, di parlargli. Di vederlo. E col tempo, diventata archeologa, si è accorta di avvertire intorno a sé anche altre presenze: anime di quei mondi scomparsi che lei cerca di riportare alla luce, di salvare dall’oblio ricomponendoli pezzo dopo pezzo. Sono voci e visioni che la guidano nelle sue ricerche, fino a condurla a un passo da una scoperta fondamentale per la sua carriera, ma che contemporaneamente la allontanano dalla realtà. Mentre affonda le mani nella terra, Ren sogna di attraversare i secoli a ritroso e sparire, almeno per un istante, in quelle antiche esistenze. E intanto è sempre più distaccata, chiusa in se stessa, incapace di ricambiare sentimenti profondi, di aprirsi agli altri. Di raccontare quel dolore che ha segnato irrimediabilmente lei e la sua famiglia.Fino a quando incontra Silas: il primo uomo che sembra riuscire a incrinare quella corazza, la barriera che lei ha innalzato tra sé e il mondo. In lui, Ren scorge la possibilità e la tentazione di un amore vero. E capirà che forse c’è solo un modo per non perderlo: abbandonare i fantasmi del passato e vivere finalmente nel presente.

Dovendo necessariamente fare pulizia dei libri “antichi”, comprati anni e anni fa ma lasciati in un angolo a impolverarsi sul mio scaffale destinato ai libri in attesa di essere letti, ho voluto inserire questo romanzo nella mia sfida dei libri del comodino del 2017.

La protagonista del romanzo è Ren, reduce da un’infanzia difficile fatta di solitudine e mancanza di affetto e di punti di riferimento. Lei è un’archeologa dalle particolari capacità: vede delle presenze che cercano di raccontarle la loro storia. In questo modo è riuscita a scoprire una serie di ciotole funerarie dipinte da un popolo che ha abitato il Texas. Questa importante scoperta le ha portato riconoscimenti e fama internazionale. Chiamata da un altro archeologo, Ren si reca in un sito per verificare se ci sono altre ciotole create dalla stessa mano di quelle scoperte precedentemente. Grazie alla sua particolare capacità sensoriale riesce a raccontare la storia di una donna vissuta centinaia di anni prima.

Che dire? Questo romanzo mi è piaciuto ma non mi è piaciuto, non ho le idee chiarissime in merito perché mi ha lasciato sensazioni contrastanti.
Parto parlando sulle motivazioni che mi hanno spinto ad acquistarlo tre o quattro anni fa: la copertina bellissima, il titolo poetico e la protagonista archeologa. All’epoca mi sono bastati questi elementi per procedere all’acquisto del romanzo, adesso non so se sarei caduta nella trappola “bella copertina e titolo che non centrano nulla con la storia raccontata”. Comunque ho iniziato la lettura senza aspettative, ho semplicemente preso il volume in mano e ho letto.
Ren, la protagonista, è una donna molto riservata che, nonostante i grandi riconoscimenti nel suo campo, avuti per aver fatto un’importante scoperta archeologica, rimane sullo sfondo per tutto il libro, quasi silenziosa nel suo narrare gli avvenimenti. Pian piano emergono due componenti della sua vita: la sua infanzia difficile segnata da una morte improvvisa e la sua capacità di vedere una specie di fantasmi, o impronte spirituali, che la aiutano nel suo lavoro. Queste due componenti sono strettamente legate e influenzano molto la vita e le scelte della donna.
Il libro si apre con Ren che viene chiamata da un suo collega che la invita a fare un’ispezione su un sito dove sono state trovate delle opere simili a quelle scoperte da lei. Di qui Ren, oltre a fare nuove scoperte archeologiche importanti, riesce a ricostruire la storia dell’autrice dei manufatti e a cambiare anche la sua vita.
Le premesse sono ottime e, devo ammettere che la storia narrata è carina e costruita molto bene: gli intrecci tra passato e presente, tra l’infanzia e l’età adulta della protagonista sono perfettamente incastrati e mi hanno permesso di costruire nella mia mente la storia di questa donna. Cosa c’è quindi che non mi convince? Non mi ha convinto la quasi marginalità della voce narrante: Ren è la protagonista ma non mi ha comunicato delle emozioni, non mi ha permesso di essere empatica e capirla fino in fondo. Non so neanche bene come spiegarvi ma lei è fredda nei confronti di chi legge e quindi, nonostante la tragica storia narrata, tutto mi è rimasto poco impresso e piuttosto indifferente. Un vero peccato!
Ho deciso di assegnare tre stelline scarse al libro.
Lya

2 commenti:

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