07 ottobre 2015

RECENSIONE: La svastica sul sole di Philip K. Dick

Buona lettura!

Titolo: La Svastica sul sole
Autore: Philip K. Dick (trad. M. Nati)
Prezzo: 16 € Pagine: 304
Editore: Fanucci
 
Trama 
Le forze dell’Asse hanno vinto la seconda guerra mondiale e l’America è divisa in due parti, l’una asservita al Reich, l’altra ai Giapponesi. Sul resto del mondo incombe una realtà da incubo: il credo della superiorità razziale ariana è dilagato a tal punto da togliere ogni volontà o possibilità di riscatto. L’Africa è ridotta a un deserto, vittima di una soluzione radicale di sterminio, mentre in Europa l’Italia ha preso le briciole e i nazisti dalle loro rampe di lancio si preparano a inviare razzi su Marte e bombe atomiche sul Giappone. Sulla costa occidentale degli Stati Uniti, i Giapponesi sono ossessionati dagli oggetti del folklore e della cultura americana, e tutto sembra ruotare intorno a due libri: il millenario I Ching, l’oracolo della saggezza cinese, e il best-seller del momento, vietato in tutti i paesi del Reich, un testo secondo il quale l’Asse sarebbe stato in realtà sconfitto dagli Alleati.
La svastica sul sole racconta la Storia e le sue possibilità, la realtà e le riscritture, lo scontro culturale tra Oriente e Occidente, l’invasione della spiritualità nella vita quotidiana, il dramma morale di chi deve sopravvivere in un regime di sottomissione. Scritto nel 1961, è uno dei capolavori di Philip K. Dick, vincitore nel 1963 del Premio Hugo.



Era da un po’ di tempo che volevo provare a leggere qualcosa di davvero diverso rispetto ai miei standard e, uno dei pochi generi che non ho quasi toccato è quello della fantascienza. Mi è capitato tra le mani sono “Guida galattica per autostoppisti”, che non mi ha entusiasmata, ma ero curiosa riguardo le opere di Asimov e di Philip Dick. Quindi, eccomi a parlarvi delle mie impressioni su uno dei romanzi di quest’ultimo autore americano.

Nel romanzo tutto ruota intoro alla vittoria della seconda guerra mondiale della Germania e del Giappone. I tedeschi controllano l’Europa e buona parte dell’Asia e stanno iniziando a colonizzare la luna, venere e marte, mentre i giapponesi sono al comando dell’America. La città dove si muovono i personaggi è San Francisco e qui, vengono narrate tutti gli avvenimenti post bellici a opera dei due popoli vincitori.

Questa è una recensione piuttosto difficile da scrivere perché “La svastica sul sole” è un libro di fantascienza con molti elementi di storia e di filosofia e credo di non averlo capito fino in fondo. Insomma, non è il solito romanzo scorrevole e leggero con degli adolescenti come protagonisti, anzi, la politica immaginaria dei Reich e del Giappone è davvero onnipresente. Sicuramente non è un romanzo dinamico, al contrario è piuttosto statico e lento nel suo svolgimento e questo mi ha dato n po’ di problemi poiché ho trovato la lettura un po’ difficoltosa. Nonostante questo l’ho terminato in quattro giorni perché volevo sapere dove l’autore volesse andare a parare ma sto ancora riflettendo per cercare di comprenderlo.
I personaggi che si muovono in questo mondo, forse non così completamente diverso dal nostro, sono davvero tanti: c’è il venditore di oggetti americani e i collezionisti/clienti giapponesi che acquistano queste opere di un mondo ormai andato, c’è un operaio che ha insultato il suo capo ed è stato licenziato e che decide di fare affari da solo, un misterioso uomo d’affari ricercato dalla polizia tedesca, una donna mentalmente instabile. Pur essendoci molti personaggi la storia è comunque piuttosto statica e il punto focale rimane la situazione storica vissuta da questi protagonisti. I tedeschi hanno sterminato tutti gli ebrei e, i pochi sopravvissuti, hanno cambiato nome e fattezze, hanno iniziato a colonizzare lo spazio, hanno sterminato la “razza negra”(come scritto nel libro) e hanno sviluppato una tecnologia medica superiore. Insomma, i tedeschi sono a capo del mondo e tengono in pugno tutto e tutti, giapponesi compresi che comunque mantengono un atteggiamento più pacato e meno da conquistatori, rimanendo comunque i padroni delle loro terre.
Il romanzo è ricco di contenuti filosofici e politici espressi attraverso i pensieri dei personaggi i quali, vivendo in un mondo con molte disparità sociali e civili, esprimono se stessi attraverso queste riflessioni che risultano veritiere anche nel nostro mondo reale. Ho ritrovato i concetti di superuomo, di divinità, di bellezza, di onore e rispetto della vita. È un libro piuttosto impegnativo e denso di messaggi che presentano al lettore una realtà storica alternativa piuttosto efficace, la possibilità del cambiamento e del ribaltamento di ogni situazione. Un "gioco" storico/romanzato davvero interessante!
Una particolarità che mi ha colpita molto è la presenza di un libro, all’interno della storia, che racconta ai protagonisti come sarebbe stato il mondo se Stati Uniti e Inghilterra avessero vinto la guerra. Cioè c’è la reale versione della storia inserita all’interno della loro: un vero e proprio straniamento nello straniamento.
Assegno tre stelline e mezzo al romanzo perché se da una parte ho trovato la storia un po’ lenta e “vuota”, dall’altra ho trovato il romanzo piuttosto affascinante e decisamente originale tanto da segnarmi alcune parti (cosa che faccio davvero raramente!).

Lya



 

2 commenti:

  1. Bellissima recensione! Di Dick ho letto solo "Ubik" per ora... questo, per quanto inquietante, m'ispira moltissimo! Un bacione :)

    www.animadellestorie.blogspot.it

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    1. Grazie! In effetti io pensavo fosse più inquietante.. invece sembra tutto molto "normale" per i protagonisti!

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