16 febbraio 2019

RECENSIONE: La sala da Ballo di Anna Hope

Buon weekend e buona lettura!

Titolo: La sala da ballo
Autore: Anna Hope
Pagine: 395
Prezzo: 16,80 euro
Editore: Ponte alle Grazie

Trama
Inghilterra, 1911. In un manicomio al limitare della brughiera dello Yorkshire, dove uomini e donne vivono separati gli uni dagli altri da alte mura e finestre sbarrate, c’è una sala da ballo grandiosa ed elegante, con tanto di palcoscenico e orchestra. In questo luogo sognante e raffinato, i pazienti si ritrovano una volta alla settimana per danzare: qui hanno la possibilità di sentirsi liberi, di mostrare i sentimenti, di muovere i loro corpi in libertà. I desideri lungamente messi a tacere tornano ad agitare con prepotenza i cuori dei protagonisti. Proprio nella sala da ballo Ella Fay, una giovane operaia ricoverata contro la sua volontà per una crisi isterica, conosce John Mulligan, un uomo dalla sensibilità fuori del comune, che soffre di depressione in seguito a un trauma. Complice del loro incontro è Clem, una paziente affetta da manie suicide, che aiuta Ella a leggere i messaggi di John. A occuparsi di loro c'è il dottor Fuller, un medico ossessionato dall'eugenetica e fermamente convinto che la musica e la danza possano aiutare nella cura delle malattie psichiatriche. Quattro personaggi che intrecciano le loro storie in un affresco originale e carico di significati profondi: i loro dolori e le loro frustrazioni sono anche i nostri, come pure la danza liberatoria, il coraggio di gridare, la voglia di cambiare.

Ed è esattamente quando non hai particolari aspettative per un romanzo che ti trovi a leggere con stupore una bellissima storia, ricca, particolare e piuttosto originale. "La sala da ballo" di Anna Hope è un libro che mi ha colpita e che ho particolarmente apprezzato.

All'inizio del 1900, in un'Inghilterra cupa e schiava delle fabbriche, Ella, una giovane operaia, ha un crollo nervoso durante il lavoro. Questo avvenimento le cambia la vita: viene portata contro la sua volontà in un manicomio nella campagna dello Yorkshire. In questo luogo, oltre alle presunte cure a cui viene sottoposta, incontra John, un uomo schivo e malinconico che è rinchiuso da diversi anni nella zona maschile del manicomio. Il loro incontro è possibile durante la sera del ballo quando i malati danzano tra loro e ascoltano la musica seguendo una nuova e rivoluzionaria terapia.

Questo libro è davvero molto bello e, a distanza di tempo dalla sua lettura, mi trovo a pensare alla storia e l'ho già consigliato a un paio di persone che cercavano un bel romanzo storico non troppo scontato. Insomma, a caldo mi è piaciuto ma il suo messaggio mi è arrivato dopo un po' di tempo.
La storia narrata copre alcuni mesi e le voci narranti sono principalmente tre: Ella, John e uno dei medici del manicomio i quali raccontano e si raccontano attraverso punti di vista molto differenti.
Ella è una ragazza piuttosto introversa che viene ricoverata coattamente dopo un crollo nervoso nella fabbrica dove lavorava da anni. Cosciente che la sua vita sarebbe stata fatta solo di lavoro, grigiore e alienazione, Ella reagisce nell'unico modo che conosce e, per questo, viene internata in un manicomio per essere curata e, forse, reintegrata nella società. Inaspettatamente, in questo luogo di disperazione e malattia, incontra diverse persone che le cambieranno la vita: un uomo e un'amica.
John, la seconda voce narrante principale, è un giovane che, sconvolta da un lutto, cade in una profonda depressione e che vive ormai da diversi anni nel manicomio senza avere alcuna speranza o desiderio di uscire. Lui si trascina giorno per giorno lavorando per la struttura dove vive e non vede alcuna luce nel suo futuro finché non incontra una selvaggia Ella. I loro incontri avvengono durante il ballo settimanale organizzato da un giovane medico, la terza voce narrante, il quale vorrebbe dimostrare che i pazienti possano trovare giovamento dall'ascolto della musica e dalla danza. Insomma, ci sono tre personalità molto diverse, con estrazioni sociali differenti che si trovano a vivere in questo palazzo-manicomio e a raccontare la loro storia.
Lo stile dell'autrice è molto scorrevole e ho particolarmente apprezzato le descrizioni che fa degli ambienti e dei paesaggi. I personaggi hanno spessore e delle caratteristiche ben evidenti che si evolvono nel corso del romanzo e ciò avviene anche per quanto riguarda i personaggi secondari. Tirando le somme posso affermare di aver trovato, per puro caso, un bel romanzo romantico e drammatico che mi è piaciuto davvero molto. Per questo ho deciso di assegnare al libro 5 stelline e lo consiglio a tutti i lettori che cercano o una storia d'amore travagliata o un romanzo storico ben fatto e calato nel periodo.

Lya

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