21 dicembre 2017

RECENSIONE: La figlia di Jane Eyre di Elizabeth Newark

Buon pomeriggio  e buona lettura ^^

Titolo: La figlia di Jane Eyre
Autore: Elizabeth Newark
Pagine: 240
Prezzo: 12 euro
Editore: TEA

Trama
Jane Eyre, straordinaria protagonista del romanzo omonimo di Charlotte Brontë, era arrivata a Thornfield Hall come governante, prima di sposarne il padrone, Edward Rochester. La loro unione era cominciata nel peggior dei modi: la moglie di Edward, creduta morta e invece impazzita e prigioniera della vecchia magione da anni, aveva tentato di uccidere entrambi, per poi morire in un incendio da lei stessa provocato. Ormai Jane e Edward sono sposati da diverso tempo, ed è da qui che parte il romanzo di Elizabeth Newark, vero e proprio seguito di Jane Eyre. Janet, la figlia adolescente di Jane e Rochester, sta per fare il suo ingresso in società, ma, vista la partenza dei genitori per la Giamaica, viene temporaneamente affidata alle cure del severo colonnello Dent. Ben presto la sua vita viene sconvolta da una serie di misteriosi avvenimenti sia a Highcrest, la tenuta del colonnello, sia a Thornfield Hall. Che ruolo hanno i due personaggi maschili antagonisti, il timido e cinico Roderick Landless e l'affascinante e intraprendente Sir Hugo Calendar? E Janet può fidarsi di loro? Di sicuro saprà essere forte e coraggiosa. In fondo è figlia di sua madre...

Tra i tanti sequel, retelling, prequel e riletture di grandi opere della letteratura c’è anche questo romanzo “La figlia di Jane Eyre” che, come anticipa il titolo stesso, vede come protagonista la prole di questa grande eroina dei romanzi inglesi.

Janet, figlia di Jane Eyre e Mr. Rochester, è una ragazza semplice che ama passare il suo tempo con suo padre e che cerca di ottenere quello della madre, così fredda e distante. A seguito della partenza dei suoi genitori per le Antille, per visitare alcuni possedimenti, Janet rimane da sola e, prima in un collegio per signorine di buona famiglia e poi presso un grande amico del padre, trascorre diversi anni lontana da loro. Tra amiche e nemiche, tra pretendenti sinceri e oscuri segreti di famiglia, Janet riesce a crescere e a maturare.

Quando si tratta di questa tipologia di storie, sequel di grandi romanzi, ci vado sempre con i piedi di piombo abbassando le mie aspettative. Perché li leggo? Perché mi piace tornare in luoghi che ho amato nei libri e amo conoscere il “dopo” dei personaggi scritti seguendo la fantasia di altri autori. Devo dire che, a parte qualche cosuccia, questo libro non mi è dispiaciuto per nulla.
Janet è una giovane donna abbastanza insicura che stravede per suo padre ma ha un timore reverenziale per sua madre. Jane qui è descritta come una matriarca inflessibile e distaccata: il suo amore filiale lo dimostra attraverso regole ferree e alta moralità. Ovviamente questo sfugge alla sua giovane figlia che tenta in tutti i modi di attirare le attenzioni positive della sua genitrice, con scarsi risultati. Questa è una delle parti che, seppur breve, mi è piaciuta molto perché Jane è stata descritta in modo simile anche dalla sua creatrice e qui, in questo libro, il suo amore è concentrato quasi esclusivamente verso suo marito. Un’immagine davvero calzante. Mr Rochester qui è meno scontroso e si dimostra un ottimo padre vicino ai figli e alle loro necessità: un grande cambiamento dettato dagli ostacoli incontrati nel corso della sua vita. Janet, dopo la partenza della sua famiglia, rimane qualche anno in un collegio con altre ragazze, affrontando diverse peripezie (come sua madre anni prima) e poi si trasferisce da uno dei suoi tutori. In questo luogo incontra alcuni gentiluomini con intenzioni più o meno buone e starà a lei decidere come gestire la sua vita.
Il libro è scritto con un stile davvero vicino a quello “antico” dell’autrice di Jane Eyre perché è da una parte molto scorrevole e attuale, dall’altra ben calato nell’epoca. Ho apprezzato moltissimo anche le cupe descrizioni dei luoghi in cui Janet dimora e mi sono gustata i misteri narrati. L’unico neo è il grande attaccamento di Janet a suo padre che, durante il romanzo, mi è sembrato eccessivo. Soprassedendo questo particolare, il romanzo mi è piaciuto perché unisce il gusto narrativo dell’epoca a una storia varia e a tratti moderna. Insomma, per me è un sì e sono contenta di aver dato un’occasione al libro.
Assegno quattro stelline.

Lya

2 commenti:

  1. Anche io ci vado sempre con i piedi di piombo per questo genere di libro. Ho sempre paura che non siano mai all'altezza dell'originale ma visto questa bella recensione non posso farmelo scappare.

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