04 ottobre 2018

RECENSIONE:La donna che leggeva troppo di Bahiyyih Nakhjavani

Buona lettura!

Titolo: La donna che leggeva troppo
Autore: Bahiyyih Nakhjavani

Pagine: 420
Prezzo: 5,90 euro
Editore: Rizzoli

Trama
Tahirih Qurratu’l-Ayn, poetessa persiana della metà dell’Ottocento, è annoverata tra i fondatori di una nuova religione sincretista, il Bahai, nata da una costola dell’Islam e dall’Islam bollata come pericolosa eresia e a tutt’oggi perseguitata.
La verità non può lasciare indifferenti. La si ama e la si segue, oppure la si odia con tutte le proprie forze. La verità non ammette veli. Perciò è insopportabile, perciò va taciuta, perciò deve essere soffocata. E soffocata muore infatti la poetessa, con quello stesso velo che secondo le accuse si era tolta in pubblico. Una simmetria simbolica così perfetta da risultare inverosimile. E invece le cose sono andate proprio così. Davvero Tahirih è stata accusata soprattutto per quel suo svelamento e davvero è stata soffocata con il suo velo.
Dalle scarne notizie sulla sua vita, Nakhjavani trae un racconto ricco di pathos, reso avvincente dall’abilità con cui adotta di volta in volta la prospettiva delle donne, le figlie, le sorelle, le mogli e le madri che sono le vere protagoniste della storia. Familiari dello scià o infime addette alla composizione dei cadaveri, pure di cuore o avide di potere, sono loro a raccontare la straordinaria vicenda di Tahirih, giovinetta dall’intelligenza lucidissima, poetessa-profetessa capace di leggere nei cuori di rozzi soldati o di casalinghe disperate, infine detenuta e martire dell’ottusità. Questa narrazione “corale”, lungi dall’appiattire i personaggi, ci regala ritratti indimenticabili di uomini e donne e un quadro a forti tinte della vita in Persia sotto la dinastia cagiara, tra inaudite violenze e corruzione dilagante.

Impolverato e nascosto dietro una pila di libri, ho finalemte deciso di dargli una possibilità e leggerlo. "La donna che leggeva troppo" è un romanzo che ho da almeno 5 o 6 anni comprato così, senza un reale interesse, che ha sostato fin troppo nella mia libreria.

La protagonista del libro è la Poetessa di Qazvin, una donna ribelle vissuta in Persia nell'ottocento. Lei, la donna che leggeva troppo, è stata l'emblema della rivolta sotterranea che ha da secoli movimentato in segreto le donne maggiormente sottomesse e recluse, la cui vita si riduce solo all'obbedienza, al silenzio e, spesso, a subire le brutalità degli uomini loro padroni.

La poetessa, cresciuta in un ambiente religioso ma abbastanza progressista che le ha permesso di sviluppare le sue capacità critiche, arrivata al matrimonio è costretta a vivere un'altra vita che rifiuta. Per questo inizia ad andare contro tutto e tutti, fino al suo martirio finale.
Il libro racconta una storia che ho trovato davvero molto ispiratrice e che mi ha permesso di riflettere sulla condizione della donna e sopratutto sulla sua considerazione all'interno delle società maschiliste. Tutte queste rilfessioni però, non sono state accompagnate da una lettura piacevole e scorrevole perché lo stile del libro non mi è piaciuto per nulla. Tutta la storia viene narrata da quattro diversi punti di vista femminili che, se a grandi linee ho trovato interessanti perché toccano vari strati della società, dall'altra li ho ripetitivi e noiosi a lungo andare. Questo, in particolar modo nelle prime due visioni: quella della regina madre accecata dal potere e dal controllo su suo figlio e sul popolo e quella della moglie del primo ministro che vive una vita così chiusa e ristretta da non usare nessun senso critico. Non posso negare di aver trovato molti spunti interessanti ma il modo di narrare e questa sovrapposizione di voci non ha reso piacevole la mia lettura. Ammetto senza remore che ho fatto fatica a terminarlo nonostante la relativa brevità. La poetessa, la fautrice di tutto non è tra le voci narranti e credo che questa scelta penalizzi molto l'avvicinamento del lettore alla sua situazione. Insomma, se da una parte ho apprezzato la diversità dei punti di vista e l' unicità delle donne narratrici, dall'altra non sono riuscita a connettermi con la poetessa, non l'ho sentita vicina e non ho compreso completamente la sua personalità. Un vero peccato!
Assegno al libro due stelline scarse e mi riprometto di leggere altri libri che trattano la rivoluzione femminile nel medioriente perché sono sicura possano piacermi e soprattutto farmi riflettere.


Lya

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