10 novembre 2013

RECENSIONE: Non volare via di Sara Rattaro



Buona domenica!

Titolo: Non volare via
Autore: Sara Rattaro
Pagine: 224
Prezzo: € 14.90
Editore: Garzanti
Genere:narrativa
Data di pubblicazione : 2 maggio 2013

Trama
Per essere straordinari non è necessario nascere perfetti.
Matteo ama la pioggia, adora avvertire quel tocco leggero sulla pelle. È l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri, in cui smette di sentirsi diverso. Perché Matteo è nato sordo.
Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c'è un mondo fatto soltanto di silenzio. All'improvviso la voce, gutturale, dice: «Pecché vola via?».
Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità.
All'inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: restare uniti grazie all'amore. Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolgono la vita quando meno te l'aspetti. Lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni.
Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare: «Papà, non volare via».
Questa è una storia che parla di tutti noi, che parla di un amore grande e imperfetto.
Questo è il romanzo di un bambino coraggioso, di un padre spaventato e di una ragazza con i piedi per terra. Ma anche quello di una madre che non ha dimenticato di essere una donna.
Questo è il momento indecifrabile della vita in cui amore, colpa e perdono si fondono in un unico istante.
 
"Non volare via" è il secondo libro, della giovane autrice italiana, che ho letto; il suo primo volume mi piacque molto (Qui larecensione) quindi ho deciso di leggere anche la sua seconda storia che, vi avviso, non mi ha coinvolto come mi aspettavo.

Il protagonista, a differenza delle mie aspettative, non è Matteo, bambino di 7 anni con problemi di udito, ma suo padre, Alberto, che vola via di casa innamorandosi di una sua vecchia fiamma. Dopo essere stato scoperto, la vita già difficile della sua famiglia diventa ancora più difficile: i problemi con la moglie, sepolti da terapie, logopedisti e dottori per Matteo, vengono fuori prepotentemente e anche il rapporto con sua figlia Alice di 16 anni si complica. L'unico che sembra non accorgersi di nulla è Matteo che con la sua sensibilità di bambino comunque avverte che c'è qualcosa che non va.
Alberto fugge dalle sue responsabilità di padre e di marito perché è innamorato, ma sa che tutto ciò è sbagliato e vorrebbe tenere segreta la relazione, ma questo non è possibile e quindi cerca di stabilire un nuovo equilibrio per far funzionare tutte le sue relazioni affettive.

Il romanzo è lento e ben scandito e, più che raccontare la vita di Matteo, come inizialmente pensavo, si sofferma su Alberto, dalla sua gioventù all'età adulta, evidenziando alcune scelte che lo hanno condotto ad avere questa vita fatta di ripetitività e tranquillità. L'incontro con la sua ex fiamma, primo e potente amore della sua vita volato via per seguire la sua passione e sparita per lunghi anni dall'esistenza di Alberto, cambia tutto: sua moglie così altruista ed energica, i suoi figli e il suo lavoro non contano più niente. Alberto vive il cambiamento di routine, arrivato come un fulmine a ciel sereno, in modo totale e assume una doppia identità: quella di marito responsabile e padre amorevole e quello di amante e di bugiardo. La lotta interiore tra la responsabilità e l'affetto della famiglia e la passione istintiva di un amore ritrovato e mai abbandonato lo porta a compiere alcune scelte difficilissime.
Il romanzo è scorrevole e mi è piaciuto sia per la storia così complessa per le sue implicazioni sentimentali sia per lo stile calmo e posato. Avrei sicuramente grdito la presenza di un po' più di passione da parte di Alberto, il conflitto interiore di questo protagonista è evidente ma non è così sentito come mi sarei aspettata: la storia ruota intorno a lui, alla sua vita di marito e padre e dopo di amante ma tutto questo non emerge. Insieme a questo mi sarebbe piaciuto una maggiore incisività di Matteo che, pur essendo solo un bambino, ha una particolare sensibilità che sarebbe potuta emergere maggiormente facendolo intervenire di più nella storia.
Insomma la ma impressione sul libro è positiva ma "Un uso qualunque di me" mi ha coinvolto e commossa di più e speravo che anche questo romanzo avrebbe avuto lo stesso effetto.

Assegno 3 stelline.

Lya

1 commento:

  1. io no ho letto "un uso qualunque di te" e "non volare via" mi è piaciuto, anche pure a me alberto non è che abbia fatto impazzire come personaggio maschile e anche la scelta del finale fa sembrare il tutto una favola.
    però mi piace comunque il modo di scrivere dell'autrice!!!

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