Buon week end e buona lettura!
Titolo: Quella certa dipendenza dal tasto invio
Autore: Lucia del Pasqua
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 352
Prezzo: 16.00€
Editore: Baldini e Castoldi
Data di pubblicazione: 8 luglio2015
Trama
Mentre Penelope agogna l’impossibile
ritorno delle cabine telefoniche e l’autodistruzione di qualsiasi
social network, trova il suo Ulisse online. E la fashion blogger
cinicasi ritrova a Itaca.
Un gatto per il quale Penelope nutre
un amore sconfinato, e viceversa, per questo l’ha chiamato Saffo, un
Mac dove scrivere noiosissimi e inutili pezzi sulle ultime tendenze, un
piccolo bilocale, e la decisione di essere una fashion blogger di
professione, e quindi di vivere di hashtag, e di soventi manifestazioni
d’ipotetici «influencer» e orribili shatush.
Penelope odia la moda ma ci lavora,
odia quelli della moda, ma ci esce, non ha un buon rapporto con i social
network, ma ci campa, sogna le chiamate al telefono fisso e invece
manda messaggini con facce, simboli e parole mozzate, non ha mai avuto
storie, ma ha tanti uomini, perché ha sempre pensato che l’Illuminismo
fosse più conveniente del Romanticismo. Fino a quando conosce Yiannis,
su Facebook. Peccato viva ad Atene. Dopo mesi di chat i due
concretizzano il rapporto virtuale materializzandosi a Parigi, dove
Penelope avrebbe dovuto iniziare un libro. Da lì è tutto un rimbalzare
tra Italia e Grecia, mentre Penelope da libertina e cinica diventa
sempre più gelosa e paranoica, e Yiannis di conseguenza distaccato. Era
più facile essere «illuminista».
“Quella certa dipendenza dal taso invio” è un libro che mi
ha davvero incuriosito: racconta la vita di una fashion blogger(io ne seguo una
moltitudine), dipendente dai social e dai like, dal suo particolare punto di
vista. Per questo motivo, per staccare dopo una lettura impegnativa come quella
del trono di spade, ho deciso di dedicarmi a questo romanzo.
Penelope è una fashion blogger piuttosto alternativa: è
fortemente ironica e critica, ama la moda vintage e analizza sempre con cura
gli outfit altrui. In questo romanzo racconta come una fashion blogger non
“gallina” riesce a sopravvivere in un modo fatto di marketing e finzione
lasciando molto spazio alle sue avventure sentimentali.
Parto dicendo che ho iniziato questa lettura in modo molto
positivo: cercavo un romanzo originale, frizzante e diverso da ciò che avevo
appena finito di leggere (il quarto volumone del trono di spade) e questo
sembrava davvero fare al caso mio.
Nonostante questo mio iniziale entusiasmo, devo dire che la prima metà
del libro mi ha delusa perché Penelope è sicuramente una blogger di stampo
ironico-criticone, piuttosto spassosa, ma lo è in dosi eccessive. Speravo di
leggere un libro irriverente, simpatico e con tanto humor dell’ambiente e
invece la prima parte del romanzo è solo una sfilza di critiche a tutto e a
tutti perché Penelope, in queste “poche” pagine, raccoglie frustrazioni,
cattiverie e giudizi pesantemente negativi. Inizialmente mi sono davvero
divertita e ho apprezzato la personalità forte e decisa di Penelope però, più
andavo avanti nella lettura più la protagonista mi risultava antipatica ed
esageratamente “criticona”, a tratti davvero forzata. Mi aspettavo un
personaggio frizzante e irriverente e invece mi è sembrata una ragazza acida e
molto disillusa, incattivita dal mondo, poco coerente e snob.
In questa prima parte Penelope, che poteva essere una vera
forza della natura, ha reso la lettura non proprio piacevole perché mi
innervosiva ed ero piuttosto scocciata di tutte le critiche pronte all’uso che
sparava a raffica nei confronti di chiunque non le andasse a genio ma, che per
utilità di contatti, continuava a frequentare. Capisco che in un ambiente del
genere a Milano sia vero che l’opportunismo la faccia da padrone, però questo particolare
mi è sembrato molto calcato e troppo presente.
Nella seconda parte del libro Penelope ha una completa
inversione di marcia, sembra un’altra persona: innamorata persa di un greco
belloccio diventa il cliché per eccellenza della donna gelosa, possessiva e
completamente insicura. Cioè da un estremo all’altro: da donna in carriera che
sa quello che vuole e fa di tutto per arrivare alla meta prestabilita, dopo
aver conosciuto Yiannis, diventa una donna esageratamente insicura e
piagnucolona. Per tutto il libro, che comunque non mi è dispiaciuto, ho avuto
un’impressione generale di “esagerazione”: all’inizio Penelope è forzatamente
critica e piuttosto maligna, nei rapporti amorosi è consapevolmente fredda e
calcolatrice, poi però diventa troppo ragazzina incerta di se stessa. Insomma,
sono rimasta piuttosto perplessa perché sembravano due storie con due
protagoniste diverse messe insieme.
Questo poteva essere un bel romanzo frizzante e interessante
ma, con questa protagonista bipolare ed eccessiva, è diventato un libro carino
ma non interessantissimo.
Assegno tre stelline non convinte al libro.
Lya