15 novembre 2018

RECENSIONE: La vita al rovescio di Simona Baldelli

Buona lettura!
Titolo: La vita al rovescio
Autore: Simona Baldelli
Pagine: 416
Prezzo: € 13,60(cartaceo)
Editore: Giunti
Uscita: 13 aprile 2016

Trama

Roma, anno 1735. Né ricca, né bella, il volto sfigurato dal vaiolo, Caterina Vizzani ha quattordici anni e pensa di essere nata a rovescio: lei ama le donne. Il primo, grandissimo amore, è Margherita, figlia di un avvocato molto vicino al Papa. Un giorno la madre della ragazza le trova a letto assieme e Caterina è costretta a rifugiarsi a Viterbo, con una denuncia per sodomia e stregoneria che pende sulla sua testa. Come può sopravvivere una ragazza sola, senza denaro, poco più che analfabeta? Ah, pensa Caterina, se solo fossi un uomo. Perché se fosse maschio sarebbe libera, svincolata dalle assurde leggi che limitano le azioni di una donna, e potrebbe amare le femmine alla luce del sole. Se fosse un uomo, potrebbe finalmente aggiustare la propria vita a rovescio... È così che Caterina Vizzani si trasforma in Giovanni Bordoni. Vestendo panni maschili, trattando con nobili e prelati, ricoprendo ruoli di prestigio, Giovanni scopre un mondo a misura d'uomo e, forse, un nuovo modo di vivere l'amore.



Scovato per caso tra le uscite della Giunti, "La vita al rovescio" racconta una storia che risveglia un me il ricordo bellissimo della lettura (e visione) de "La papessa", uno dei miei romanzi storici preferiti di sempre. La lettura non è stata altrettanto coinvolgente, ma ho apprezzato il romanzo.

Caterina, ragazzina romana che vive nella metà del 1700, sa da sempre di essere nata al rovescio: non è una grande bellezza, non è ricca, è molto intelligente e portata per i calcoli e la gestione degli affari e, soprattutto, non sogna il matrimonio. Si rende conto di cosa è "storto" nella sua vita quando viene costretta a frequentare un corso di cucito e conosce il suo angelo, il suo unico vero amore: Margherita. Dopo le prime esperienze sessuali, Caterina è costretta a fuggire da tutto e diventa qualcun altra, si reinventa creandosi una vita più vicina ai suoi desideri.

Questo romanzo racconta la storia di una ragazza che è attratta dalle donne e che vive meglio nei panni di un uomo in un secolo dove tutto questo era assolutamente vietato, anzi, punibile per legge. Come ho già detto, dopo aver amato "La papessa" ho voluto leggere anche questo libro che si può accostare, come storia di base, al romanzo storico del mio cuore, con le dovute differenze riguardo alla ricchezza di situazioni e descrizioni. Cercando di non fare paragoni con l'altro libro, anche se ogni tanto ci sono ricascata, "La vita al rovescio" è un ni per me perché ho trovato la componente erotico-sessuale troppo centrale. Caterina/Giovanni, dopo le sue esperienze in veste di donna e poi uomo, si rende conto che vivere una vita al maschile, oltre ad essere più vicina alle sue pulsioni e desideri, è molto conveniente e, pur sapendo di essere al centro di una segreta rivolta contro la situazione delle donne, spesso lo dimentica. Lui si culla e si "accontenta" delle sue conquiste personali e quindi trasforma la sua rivoluzione in una continua esperienza erotica. Non che sia un libro esplicito o volgare, anzi, ma ho trovato questa presenza così costante e quasi vanagloriosa delle sue esperienze in ambito sessuale, eccessivamente centrale. Insomma, credo davvero che il romanzo e la storia di Caterina/Giovanni poteva dare qualcosa in più.
La prima parte del libro, quella della scoperta, è quella che ho più apprezzato soprattutto dal punto di vista psicologico: Caterina sa che c'è qualcosa che non va in sé ma, finché non incontra fisicamente e carnalmente Margherita, non riesce a definire cosa non è "dritto" nella sua giovane vita. La seconda parte, quella della fuga e della trasformazione, è troppo veloce dal mio punto di vista: un cambiamento così forte delle abitudini e degli approcci verso gli altri meritava più spazio e indagine. Qui, ciò che viene davvero esplorata è solo la componente sessuale che mi è parsa un po' ripetitiva e incompleta. La parte finale è quella che ho apprezzato meno perché Caterina, ormai diventato Giovanni da anni, è superficiale e sicuro di sè e ha dimenticato com'è essere una ragazza brutta, segnata dal vaiolo e non adatta al mondo in cui vive.
Mi è rimasto un po' l'amaro in bocca, avrei voluto qualcosa in più soprattutto al livello psicologico per rendere la storia e il personaggio più completo e sfaccettato.
Assegno 3 stelline scarse al libro.

Lya

2 commenti:

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