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09 novembre 2016

RECENSIONE: La ragazza perfetta di Gilly MacMillan

Oggi veloce recensione su un libro uscito di recente. Buona lettura!

Titolo: La ragazza perfetta
Autore: Gilly MacMillan
Pagine: 384
Prezzo: 9,90/eBook: 2,99
Editore: Newton Compton

Trama

Agli occhi di tutti coloro che la conoscono, Zoe Maisey, prima bambina prodigio e poi genio della musica, è una ragazza perfetta. Eppure, diversi anni fa Zoe ha causato la morte di tre adolescenti. Ha scontato la sua pena, e ora potrebbe guardare al futuro. La sua storia e la sua nuova vita iniziano la sera in cui tiene il concerto più importante della sua carriera. Sei ore dopo, a mezzanotte, sua madre morirà...
La ragazza perfetta è un’esplorazione profonda della mente di un’adolescente talentuosa, con un’intelligenza fuori dal comune, ma anche con un passato che sembra impossibile lasciarsi alle spalle. Ancora una volta la scrittura di Gilly Macmillan guida il lettore per mano in una storia labirintica e avvincente, in cui il colpo di scena decisivo si nasconde dietro ogni pagina.


Nuovo post, nuova recensione che in questo caso sarà breve perché il libro non mi ha convinta particolarmente.

Il libro racconta la storia di Zoe, una ragazza piccola e leggiadra che, dopo aver scontato 18 mesi nel carcere minorile, sta iniziando una nuova vita con sua madre. Quest’ultima si è risposata e vuole che la figlia, una pianista eccezionale, sfrutti pienamente le sue capacità nascondendo però il suo passato a tutti. Una mattina, dopo un concerto piuttosto turbolento, la donna viene trovata morta nel suo garage…

Come vi ho anticipato, il libro non mi è piaciuto particolarmente non perché la storia sia brutta, anzi, l’ho trovata abbastanza intrigante e intricata, ma perché la struttura del romanzo mi ha confusa moltissimo. Il problema principale è proprio il disordine, perché sono comprensibili i flashback per raccontare il passato di Zoe che emerge lentamente, ma questi salti temporali non possono essere mischiati a continui cambi di punti di vista. Mi spiego meglio: ogni capitolo è incentrato su una persona diversa (Zoe, la madre, la zia, il patrigno, il fratellastro, l’avvocato senza che l’avvicendamento sia “regolare”) e ognuno di loro racconta sia il presente, personale e altrui, che il passato senza un ordine strutturale. Ognuno di loro segue il proprio filo logico senza “accordarsi” completamente a quello degli altri quindi ci si trova davanti una storia smozzicata e difficile da seguire. Sicuramente questa scelta è dettata dalla necessità di rendere la storia dell’omicidio e del passato di Zoe più complesso possibile ma, personalmente, credo che il montaggio renda difficile al lettore seguire agilmente lo svolgimento. Ovviamente è un parere personale, ma ho davvero trovato sconcertante la struttura.
Più della metà del libro è collocabile tra domenica e lunedì, rispettivamente il giorno del concerto e quello del ritrovamento del cadavere della madre ma, queste due giornate sono spezzettate all’infinito perché ci sono in continuazione cambi di personaggio e di tempo, con i ricordi e le congetture. Un caos assurdo che non mi ha dato la spinta giusta per continuare in tranquillità la lettura, che non mi ha permesso di seguire il filo rosso del mistero né di appassionarmi alla storia. Manca l’ordine, sembra quasi che l’autrice abbia scritto la stessa storia da più punti di vista e poi abbia mescolato tutto. Non sono riuscita a farmi un’idea precisa dei diversi personaggi né tantomeno degli avvenimenti sia presenti che passati. Bocciato anche se il finale non è malaccio così come le premesse!
Assegno due stelline scarse al libro.


Lya

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