Titolo: Il sangue di Marklant
Autore: Miki Monticelli
Pagine: 588
Prezzo: € 19,50 cartaceo
Editore: Piemme, collana Freeway
Data di pubblicazione: 10 novembre 2015
Trama
Marca è sotto assedio da ormai quasi seicento anni: attorno alle alte mura che difendono le case si assiepa l’esercito delle Darkalant, da sempre nemico, e poco più in là, oltre le montagne, rimangono in agguato gli Occlumsaac, i non-vivi, che aspettano soltanto di poter entrare in città e possono contare sulla sfibrante e quieta pazienza della morte. Drith ha sempre vissuto schiacciata dal peso della guerra: è la figlia di uno degli uomini più importanti del regno e ha sempre saputo di essere una guerriera, pronta a difendere il suo popolo dall’attacco esterno. Ha un dono, o meglio una terribile condanna: riesce a vedere e parlare con i morti. E questo è il marchio che la identifica come prescelta della profezia dei Pugno, destinata a liberare la città di Marca, pagando un caro prezzo.
Avendo apprezzato fortemente l'autrice, Miki Monticelli,
nella sua precedente trilogia fantasy dedicato a un pubblico di ragazzi, ho
seguito con molto interesse tutte le informazioni relative a questo suo nuovo
romanzo: il sangue di Marklant.
La protagonista indiscussa del romanzo è Marca, una città
che segna il confine tra la landa e delle montagne, la quale è sotto assedio da
quasi 600 anni. Nata all'interno delle mura dalla famiglia Pugno, poco
apprezzata e maledetta, creduta addirittura estinta, Drith cresce come una
normale ragazza della città, così in vista ma così nascosta agli occhi di
tutti. Lei ha ereditato la maledizione di famiglia: può parlare con i morti e
la luce del sole diretto le crea forti dolori e potrebbe essere mortale. Vissuto
in una terra ombrosa Drith entra giovanissimo a far parte dell'esercito di
Marca e presto si distingue in battaglia; ma tra una battaglia all'altra,
grazie anche agli insegnamenti e alle conoscenze di alcuni suoi antenati, la
ragazza ha una missione ben determinata: far terminare l'assedio e unire gli
uomini contro gli Occlumsaac, oscure creature che
tramano tra le ombre delle montagne.
Inizio subito dicendo che il romanzo non è stato all'altezza
delle mie aspettative. Ho grandemente apprezzato la trilogia della scacchiera
nera che mi ha appassionato moltissimo sia appena pubblicata, sia alcuni anni
dopo. Mi aspettavo che questo ritorno dell'autrice a un fantasy dedicato a un
pubblico di ragazzi e non di bambini sarebbe stato altrettanto appassionante e
complesso. Il sangue di Mark Lant è un romanzo monumentale, composto da quasi
600 pagine ma che, a mio parere, sarebbe stato meglio in 300. Dopo aver
terminato la lettura ho potuto suddividere il libro in tre parti: la prima che
racconta l'infanzia e la prima formazione di Drith, la seconda composta da
numerose battaglie e dalla graduale scoperta del piano degli Occlumsaac e la terza con il finale. Se durante la lettura
della prima parte era particolarmente interessata allo svolgimento e alla
comprensione della storia, dei personaggi e degli ambienti a metà della seconda
parte, ogni tappa chiedermi dove tutto andasse a parare perché fondamentalmente
a parte una serie di battaglie e qualche nuova informazione lasciata trapelare
qua e là, non accade nulla di rilevante. Oltre a questo, la protagonista non mi
ha colpito particolarmente perché l'ho trovata bidimensionale; lei è dedita
interamente alla sua missione, quella dei suoi antenati Pugno, e sa di essere
l'ultima in grado di terminare l'assedio e portare la pace a Marca,
preparandola però per un'altra grande battaglia. Oltre a questo non c'è
nient'altro per lei: la famiglia, i suoi sentimenti e i personaggi secondari
non sono importanti quanto ciò che deve portare a termine. Questo, dal mio
punto di vista, fa in modo che Drith risulti poco umana e comprensibile e
quindi impedisce al lettore di appassionarsi alla storia ed entrare all'interno
dell'assedio. Credo che il troppo spazio lasciato alle battaglie, alle tecniche
militari e ai diversi corpi speciali impegnati nella guerra rende romanzo lento
e a tratti ripetitivo. Oltre a ciò, la protagonista così intellettualmente poco
” giovane” e un intreccio che ho trovato non molto avvincente e pieno di
avvenimenti, hanno reso la lettura abbastanza difficoltosa e lenta. Assegno
quindi due stelline al mezzo romanzo che avrei apprezzato sicuramente di più se
fosse stato più breve e più intenso.
Lya
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