eccomi qui con la recensione di un grande classico della letteratura americana.
Autore: Herman Melville
Pagine: 689
Prezzo: 10 euro
Trama
Vi narra in prima persona la sua avventura Ismaele, che si imbarca come marinaio assieme a un ramponiere indiano sulla baleniera Pequod. Il capitano della nave, Achab, un personaggio cupo che incute rispetto e timore nei suoi uomini, ha perso una gamba per colpa della balena bianca Moby Dick e ora vuole vendicarsene, a qualunque costo. Inizia così una lunga caccia. La snervante attesa dell'incontro con il cetaceo che sfugge al capitano offrirà al narratore l'occasione di meditazioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche, all'interno della struttura del romanzo d'avventura per mare. Intanto l'immenso oceano, con i suoi mostri e le sue profondità, si erge in tutta la propria potenza e imperscrutabilità dinanzi all'uomo, che gli può contrapporre solo una fragile esistenza, oscillante tra il bene e il male. Fino a che sopraggiunge la catastrofe finale, fatalmente presentita, quando Moby Dick distruggerà la baleniera e tutto l'equipaggio trascinando con sé Achab e il suo arpione. Solo Ismaele si salverà e potrà così raccontare la loro folle, ambiziosa quanto disperata, impresa.
In questo mese ho voglia di scrivere solo recensioni brevi e
credo che anche questa lo sarà. Ho deciso all’inizio del 2015 quale
classico-mattonazzo dell’estate leggere e la mia scelta è ricaduta su Moby
Dick, grande romanzo americano pubblicato nella prima metà dell’800.
Dopo “Anna Karenina”, quindi letteratura russa, dopo il
bellissimo “Cent’anni di solitudine” dell’autore colombiano Marquez, ho deciso
di provare con qualcosa di americano. “Il grande Gatsby” non mi piacque
particolarmente, ho provato in passato con Hemingway ma la cosa non è andata
bene e quindi, vedendo il tomone di Melville che ho comprato usato, ho deciso
di dare un chance. Vi dico solo una cosa: inizio a credere di avere qualche
problema con i classici della letteratura americana (Capote a parte).
La voce narrante del libro è Ismaele, uomo che, desideroso
di avventura, decide d’imbarcarsi per tre lunghi anni su una baleniera per imparare
il mestiere e vedere questi enormi “mostri” marini. La storia prende avvio con
la ricerca di una nave su cui imbarcarsi per poi svolgersi a bordo della
prescelta: la Pequod con il capitano Achab. Quest’ultimo, personaggio davvero
particolare, è ossessionato da Moby Dick, un’enorme balena bianca che lo ha
mutilato anni addietro e che lui vuole uccidere. Tutto il romanzo prelude la
caccia finale che finisce in tragedia.
Parto subito dicendo che questo libro è lentissimo, ma lento
che di più lento non si può. Nelle prime 200 pagine c’è solo una presentazione
della voce narrante che gira per imbarcarsi conoscendo un ramponiere
polinesiano. Le altre 400 pagine invece parlano della vita a bordo, degli
incontri in mare con altre navi e, qua e là, delle particolari descrizioni del
“leviatano”(la balena cioè), raccontata storicamente, iconograficamente, fisicamente
e con degli aneddoti particolari. Devo dire che queste parti più didattiche
erano i frammenti più interessanti del libro perché viene proprio analizzata la
storia della balena e del capodoglio che l’uomo ha sempre osservato. La storia
del romanzo, di per sé, è davvero molto scarna ma ci sono una marea di
descrizioni, di dialoghi tra marinai, di racconti di vita e di avventure. Tutto
questo mi ha reso la lettura davvero molto noiosa e lenta e ho meditato
numerose volte di abbandonare il libro ma, ho stretto i denti e sono arrivata
alla fine. Non mi è piaciuto, oltre perché l’animalista che è in me ha
protestato tante volte, ma perché è lento (l’ho già detto vero?), noioso e
spesso ripetitivo. Forse il messaggio di fondo dell’ossessione che porta alla
distruzione è profondo e bello ma in mezzo a tutte quelle parole va davvero
ricercato.
Assegno 2 stelline al romanzo solo per le parti didattiche
che sono interessanti e variegate.
Lya
Lo voglio leggere da un sacco di tempo, ma tutte le volte sono frenata proprio perché ho paura che sia lento, come conferma la tua recensione. Mi sa che aspetterà ancora un po' :)
RispondiEliminaCiao Viola! Questo libro è un classico della letteratura americana, "va letto" diciamo, ma devi avere la predisposizione mentale a una lunga storia di solitudine e mare....tanto mare XD
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