Titolo:Memorie di una reginetta di privincia
Autore: Alix Kates Shulman
Pagine: 276
Prezzo: 13 euro
Editore: Einaudi
Trama
Quando Memorie di una reginetta di provincia fu pubblicato per la prima volta nel 1972, fu la rivoluzione. Era arrivato il primo grande libro uscito dal '68 e dal movimento di liberazione delle donne.
L'America benestante e benpensante si vide ferocemente ritratta come una casta sessista e bacchettona che penosamente opponeva valori retrogradi a un mondo che stava diventando «moderno».
Viceversa le ragazze mai erano sembrate cosí vere. Il romanzo infatti descriveva una materialità del corpo femminile fino ad allora invisibile parlando esplicitamente di sensualità rigogliosa, libertà sessuale, aborto, discriminazioni sessiste sul luogo di lavoro.
Alcuni trovarono le Memorie scioccanti e traumatizzanti ma migliaia di lettrici semplicemente si entusiasmarono. E sebbene la carica provocatoria del libro col tempo sia in parte scemata, le avventure un po' maldestre di Sasha Davis mettono in luce contraddizioni ancor oggi irrisolte.
Ho letto “Memorie di una reginetta di provincia” sulla scia
del mio desiderio di cambiamento (meno young adult e serie!), perché il titolo
ha attirato la mia attenzione insieme alla cover dal sapore anni ’60. È stata
una lettura piuttosto interessante soprattutto per la storia che si cela dietro
al libro, quella dell’autrice.
La protagonista è Sasha che conosciamo da adulta e che ci
accompagna in un’intensa narrazione delle sue esperienze fisiche e sentimentali
dalla sua pubertà fino all’età adulta, durante gli anni 50 e 60 in America. In
un ambiente conservatore e tradizionalista, per quanto riguarda i comportamenti
morali pubblici delle ragazze, Sasha è fuori dal ogni canone accettabile e
diventa un esempio della nascente corrente femminista.
Dopo aver fatto una piccola ricerca, ho trovato il libro
molto più interessante della storia narrata poiché in America può essere
considerato uno dei primi libri che parlano esplicitamente della sessualità
femminile da un punto di vista femminile. Il romanzo è stato pubblicato per la
prima volta alla fine degli anni sessanta in un periodo pieno di rivoluzioni
sociali e morali: il ‘68. Anno cruciale per la storia dei costumi americani, il
romanzo è stato un esempio perfetto di come le donne possano parlare della loro
sessualità, così complessa, attraverso i libri e pubblicamente. Sasha, la
protagonista del libro, è un alter ego della scrittrice che attraverso questo
personaggio racconta varie esperienze da donne in quel periodo.
Se si cercano immagini femminili a cavallo degli anni ‘50 e ‘60,
si possono rintracciare moltissime pubblicità che rappresentano la donna come
una perfetta moglie, madre e casalinga. Questa era l’immagine della femminilità
in quel periodo e, tutt’oggi, se si pensa a quegli anni, ci viene in mente una
donna con un vestito colorato e scampanato, con un vitino sottile, capelli
perfetti mentre svolge delle mansioni casalinghe. In un momento di grandi
cambiamenti, la società rimaneva arretrata, soprattutto per le ragazze e Sasha
è l’esempio lampante delle battaglie che moltissime donne “trasgressive”, che
si sentivano diverse dalla massa, compivano contro sé stesse: da una parte
volevano essere integrate e accettate, dall’altra avevano desideri che andavano
contro queste tradizioni. Sasha, fin dai primi anni della sua infanzia, vive
questo dualismo: da una parte vuole realizzarsi, studiare, andare
all’università e diventare avvocato, dall’altra desidera rimanere all’interno
dei canoni che la società inculcava nelle menti femminili per non essere
emarginata. Costantemente insoddisfatta di sé e di ciò che la circonda, inizia
a fare varie esperienze sessuali in segreto per ribellarsi a questo giogo e
usare il suo corpo è l’unico modo in cui sente di poterci riuscire; la società
le ha insegnato che la bellezza è l’unico vero valore da coltivare per “accalappiare”
un uomo e per essere felici e lei è esattamente quello che fa. Lei fa della sua bellezza una maschera, una
vera e propria ossessione che è molto ricorrente nel romanzo: da una parte fa
molte esperienze con i ragazzi, dall’altra si maschera e si trincera dietro la
sua bellezza. Sin dalle prime pagine è anche evidente che lei desidera essere
libera di essere sola, libera tanto da non dipendere da un uomo ma, nonostante
i numerosi tentativi, non riesce a staccarsi da ciò che le è stato inculcato.
Insomma nel libro c’è una continua battaglia tra conformismo
e ribellione, c’è la storia di una ragazza, poi donna e poi madre che tenta in
quegli anni turbolenti di trovare un modo per essere in pace con sé stessa.
Nonostante abbia avuto un notevole successo e abbia fatto
molto scalpore all’epoca, non vi aspettate un romanzo erotico come lo
conosciamo oggigiorno; c’è il sesso, la sensualità dell’amore fisico tra uomo e
donna, ci sono i desideri di Sasha ma tutto ciò non è narrato esplicitamente ma
è filtrato dalla sensibilità di quel momento storico e culturale che, già solo
parlando del piacere fisico femminile e della libertà sessuale, andava contro
ogni cosa vista fino a quegli anni. Insomma, il romanzo va assolutamente
contestualizzato per poterlo apprezzare completamente e, devo dire, che a me è
piaciuto.
Assegno tre stelline e mezzo.
Lya
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