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31 agosto 2015

In&Out: agosto 2015

Eccoci con una delle rubriche che io più adoro del blog: In e out!

Le letture di Lya:

La signora di Dalloway e altri racconti di Virginia Woolf
 La predestinata di Simon Toyne
Moby Dick di Herman Melville
 Per orgoglio o per amore di Pamela Aidan
 The accademy di Emmaline Andrews

In:
Dovendo scegliere tra le letture sfigate di questo mese, ho deciso di non inserire nessun IN perché nessuno dei libri che ho letto mi ha convinto fino in fondo.
The accademy è carino ma assolutamente poco originale, la predestinata mi ha deluso abbastanza, Per orgoglio o per amore è meno interessante di qello che mi aspettassi, anche se forse sarebbe l'unico da poer inserire tra gli in. Insomma, questo mese mi è andata male!

Out:

Per me l'OUT del mese è Moby dick: ho fatto una fatica immane a finirlo, mi ha annoiata mortalmente ed è lentissimo.

Le letture di Isy:
"Il diario di Bridget Jones" di Helen Fielding;
"C'era una volta...fiabe" di Luigi Capuana;
"Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne;

In:
"Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne. Finalmente sono riuscita a leggere un romanzo di questo grande autore. Erano anni che aspettavo questo momento e le aspettative non sono state affatto deluse^^

Out:
Assolutamente "Il diario di Bridget Jones". Cercavo una lettura leggere e simpatica per iniziare il mese di agosto, ma è stata una delusione su tutti i fronti, a partire dal fastidio che ho provato nei confronti della protagonista. Spero il film sia davvero migliore del libro, come molti mi hanno informata. Davvero non capisco come si possa definire questo romanzo un capolavoro del genere chick-lit. A mio avviso "I love shopping" è 10 passi avanti.

E i vostri In e Out del mese quali sono?^^

30 agosto 2015

ANTEPRIMA: Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro



Dell'autore giapponese conosciuto in Italia grazie al libro e al film "Non lasciarmi", arriva "Il gigante sepolto" un libro di genere fantastico ce sembra davvero accattivante.
Titolo:Il gigante sepolto
Autore:Kazuo Ishiguro
Pagine: 320
Prezzo: 17 euro
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 8 settembre 2015

Trama 
Il leggendario re Artù è morto ormai da qualche tempo ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata per decenni dalla guerra intestina fra sassoni e britanni, seppure incerta, perdura. Nella dimora buia e angusta di Axl e Beatrice, tuttavia, non vi è pace possibile. La coppia di anziani coniugi britanni è afflitta da un arcano tormento: una sorta di inspiegabile amnesia che priva i due di una storia condivisa. A causarla pare essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, avvolge in- distintamente tutte le popolazioni, ammorbandole con i suoi miasmi. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. Non possono indugiare oltre: a di- spetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l’origine della nebbia incantata, prima che la memoria di ciò a cui più tengono sia perduta per sempre. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti – il giovane Edwin, che porta il marchio di un demone, e il valoroso guerriero sassone Wistan, in missione per conto del suo re – e con essi affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi e le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo e l’aggressione di maligni folletti, il vetusto cavaliere di Artù Galvano e il potente drago Querig. Giungono infine in vi- sta della meta, e qui li attende la prova più grande: saggiare la purezza del proprio cuore.Per il suo settimo romanzo Ishiguro torna ai temi a lui da sempre cari – la fallibilità e il ruolo della memoria, la dimensione onirica e quella nostalgica dell’ esistenza, il dolore della vecchiaia e della perdita – ma lo fa qui scegliendo una forma inedita e quanto mai sorprendente. Calando la sua storia sul terreno del fantastico e attingendo a una varietà di suggestioni storiche e letterarie diverse, dal Beowulf della tradizione anglosassone al Caronte di quella classica, dal Lear shakespeariano fino alla missione di Tolkien, Ishiguro imprime tanta più forza al suo dilemma: se i nostri eroi sapranno debellare la nebbia della dimenticanza riappropriandosi dei preziosi ricordi; se insieme a loro ogni britanno e ogni sassone, ogni umano di ogni tempo, recupererà contezza dei torti subiti e inflitti; se il gigante sepolto della storia sarà rianimato, e riarmato, e restituito alla sua integrità, come giustizia vuole, che ne potrà mai essere della pacifica convivenza fra gli individui e i popoli?

Cosa ne pensate? a me intriga parecchio e la cover è davvero bella!^^

RECENSIONE: Memorie di una reginetta di privincia di Alix Kates Shulman

Buona domenica e buona lettura!

Titolo:Memorie di una reginetta di privincia
Autore: Alix Kates Shulman
Pagine: 276
Prezzo: 13 euro
Editore: Einaudi

Trama
Quando Memorie di una reginetta di provincia fu pubblicato per la prima volta nel 1972, fu la rivoluzione. Era arrivato il primo grande libro uscito dal '68 e dal movimento di liberazione delle donne.
L'America benestante e benpensante si vide ferocemente ritratta come una casta sessista e bacchettona che penosamente opponeva valori retrogradi a un mondo che stava diventando «moderno».
Viceversa le ragazze mai erano sembrate cosí vere. Il romanzo infatti descriveva una materialità del corpo femminile fino ad allora invisibile parlando esplicitamente di sensualità rigogliosa, libertà sessuale, aborto, discriminazioni sessiste sul luogo di lavoro.
Alcuni trovarono le Memorie scioccanti e traumatizzanti ma migliaia di lettrici semplicemente si entusiasmarono. E sebbene la carica provocatoria del libro col tempo sia in parte scemata, le avventure un po' maldestre di Sasha Davis mettono in luce contraddizioni ancor oggi irrisolte.




Ho letto “Memorie di una reginetta di provincia” sulla scia del mio desiderio di cambiamento (meno young adult e serie!), perché il titolo ha attirato la mia attenzione insieme alla cover dal sapore anni ’60. È stata una lettura piuttosto interessante soprattutto per la storia che si cela dietro al libro, quella dell’autrice.

La protagonista è Sasha che conosciamo da adulta e che ci accompagna in un’intensa narrazione delle sue esperienze fisiche e sentimentali dalla sua pubertà fino all’età adulta, durante gli anni 50 e 60 in America. In un ambiente conservatore e tradizionalista, per quanto riguarda i comportamenti morali pubblici delle ragazze, Sasha è fuori dal ogni canone accettabile e diventa un esempio della nascente corrente femminista.

Dopo aver fatto una piccola ricerca, ho trovato il libro molto più interessante della storia narrata poiché in America può essere considerato uno dei primi libri che parlano esplicitamente della sessualità femminile da un punto di vista femminile. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta alla fine degli anni sessanta in un periodo pieno di rivoluzioni sociali e morali: il ‘68. Anno cruciale per la storia dei costumi americani, il romanzo è stato un esempio perfetto di come le donne possano parlare della loro sessualità, così complessa, attraverso i libri e pubblicamente. Sasha, la protagonista del libro, è un alter ego della scrittrice che attraverso questo personaggio racconta varie esperienze da donne in quel periodo.
Se si cercano immagini femminili a cavallo degli anni ‘50 e ‘60, si possono rintracciare moltissime pubblicità che rappresentano la donna come una perfetta moglie, madre e casalinga. Questa era l’immagine della femminilità in quel periodo e, tutt’oggi, se si pensa a quegli anni, ci viene in mente una donna con un vestito colorato e scampanato, con un vitino sottile, capelli perfetti mentre svolge delle mansioni casalinghe. In un momento di grandi cambiamenti, la società rimaneva arretrata, soprattutto per le ragazze e Sasha è l’esempio lampante delle battaglie che moltissime donne “trasgressive”, che si sentivano diverse dalla massa, compivano contro sé stesse: da una parte volevano essere integrate e accettate, dall’altra avevano desideri che andavano contro queste tradizioni. Sasha, fin dai primi anni della sua infanzia, vive questo dualismo: da una parte vuole realizzarsi, studiare, andare all’università e diventare avvocato, dall’altra desidera rimanere all’interno dei canoni che la società inculcava nelle menti femminili per non essere emarginata. Costantemente insoddisfatta di sé e di ciò che la circonda, inizia a fare varie esperienze sessuali in segreto per ribellarsi a questo giogo e usare il suo corpo è l’unico modo in cui sente di poterci riuscire; la società le ha insegnato che la bellezza è l’unico vero valore da coltivare per “accalappiare” un uomo e per essere felici e lei è esattamente quello che fa.  Lei fa della sua bellezza una maschera, una vera e propria ossessione che è molto ricorrente nel romanzo: da una parte fa molte esperienze con i ragazzi, dall’altra si maschera e si trincera dietro la sua bellezza. Sin dalle prime pagine è anche evidente che lei desidera essere libera di essere sola, libera tanto da non dipendere da un uomo ma, nonostante i numerosi tentativi, non riesce a staccarsi da ciò che le è stato inculcato.
Insomma nel libro c’è una continua battaglia tra conformismo e ribellione, c’è la storia di una ragazza, poi donna e poi madre che tenta in quegli anni turbolenti di trovare un modo per essere in pace con sé stessa.
Nonostante abbia avuto un notevole successo e abbia fatto molto scalpore all’epoca, non vi aspettate un romanzo erotico come lo conosciamo oggigiorno; c’è il sesso, la sensualità dell’amore fisico tra uomo e donna, ci sono i desideri di Sasha ma tutto ciò non è narrato esplicitamente ma è filtrato dalla sensibilità di quel momento storico e culturale che, già solo parlando del piacere fisico femminile e della libertà sessuale, andava contro ogni cosa vista fino a quegli anni. Insomma, il romanzo va assolutamente contestualizzato per poterlo apprezzare completamente e, devo dire, che a me è piaciuto.
Assegno tre stelline e mezzo.

Lya
 

29 agosto 2015

What's Next? 197





Buongiorno lettori! Un'altra settimana è andata! In questo giorni sono stata in vacanza quindi l'attività del blog si è fermata, ma non vi preoccupate, a settembre tutto tornerà alla normalità! ^^




Lya:
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)


What's next? (Qual è il prossimo?) 


Isy 
What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)

What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)


What's next? (Qual è il prossimo?)
 
 
Voi cosa leggete di bello? ^^

22 agosto 2015

RECENSIONE: Quella certa dipendenza dal tasto invio di Lucia Del Pasqua



Buon week end e buona lettura!
 
Titolo: Quella certa dipendenza dal tasto invio
Autore: Lucia del Pasqua
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 352
Prezzo: 16.00€
Editore: Baldini e Castoldi
Data di pubblicazione: 8 luglio2015

Trama

Mentre Penelope agogna l’impossibile ritorno delle cabine telefoniche e l’autodistruzione di qualsiasi social network, trova il suo Ulisse online. E la fashion blogger cinicasi ritrova a Itaca. 
Un gatto per il quale Penelope nutre un amore sconfinato, e viceversa, per questo l’ha chiamato Saffo, un Mac dove scrivere noiosissimi e inutili pezzi sulle ultime tendenze, un piccolo bilocale, e la decisione di essere una fashion blogger di professione, e quindi di vivere di hashtag, e di soventi manifestazioni d’ipotetici «influencer» e orribili shatush. 
Penelope odia la moda ma ci lavora, odia quelli della moda, ma ci esce, non ha un buon rapporto con i social network, ma ci campa, sogna le chiamate al telefono fisso e invece manda messaggini con facce, simboli e parole mozzate, non ha mai avuto storie, ma ha tanti uomini, perché ha sempre pensato che l’Illuminismo fosse più conveniente del Romanticismo. Fino a quando conosce Yiannis, su Facebook. Peccato viva ad Atene. Dopo mesi di chat i due concretizzano il rapporto virtuale materializzandosi a Parigi, dove Penelope avrebbe dovuto iniziare un libro. Da lì è tutto un rimbalzare tra Italia e Grecia, mentre Penelope da libertina e cinica diventa sempre più gelosa e paranoica, e Yiannis di conseguenza distaccato. Era più facile essere «illuminista».
 
“Quella certa dipendenza dal taso invio” è un libro che mi ha davvero incuriosito: racconta la vita di una fashion blogger(io ne seguo una moltitudine), dipendente dai social e dai like, dal suo particolare punto di vista. Per questo motivo, per staccare dopo una lettura impegnativa come quella del trono di spade, ho deciso di dedicarmi a questo romanzo.

Penelope è una fashion blogger piuttosto alternativa: è fortemente ironica e critica, ama la moda vintage e analizza sempre con cura gli outfit altrui. In questo romanzo racconta come una fashion blogger non “gallina” riesce a sopravvivere in un modo fatto di marketing e finzione lasciando molto spazio alle sue avventure sentimentali.

Parto dicendo che ho iniziato questa lettura in modo molto positivo: cercavo un romanzo originale, frizzante e diverso da ciò che avevo appena finito di leggere (il quarto volumone del trono di spade) e questo sembrava davvero fare al caso mio.  Nonostante questo mio iniziale entusiasmo, devo dire che la prima metà del libro mi ha delusa perché Penelope è sicuramente una blogger di stampo ironico-criticone, piuttosto spassosa, ma lo è in dosi eccessive. Speravo di leggere un libro irriverente, simpatico e con tanto humor dell’ambiente e invece la prima parte del romanzo è solo una sfilza di critiche a tutto e a tutti perché Penelope, in queste “poche” pagine, raccoglie frustrazioni, cattiverie e giudizi pesantemente negativi. Inizialmente mi sono davvero divertita e ho apprezzato la personalità forte e decisa di Penelope però, più andavo avanti nella lettura più la protagonista mi risultava antipatica ed esageratamente “criticona”, a tratti davvero forzata. Mi aspettavo un personaggio frizzante e irriverente e invece mi è sembrata una ragazza acida e molto disillusa, incattivita dal mondo, poco coerente e snob.
In questa prima parte Penelope, che poteva essere una vera forza della natura, ha reso la lettura non proprio piacevole perché mi innervosiva ed ero piuttosto scocciata di tutte le critiche pronte all’uso che sparava a raffica nei confronti di chiunque non le andasse a genio ma, che per utilità di contatti, continuava a frequentare. Capisco che in un ambiente del genere a Milano sia vero che l’opportunismo la faccia da padrone, però questo particolare mi è sembrato molto calcato e troppo presente.
Nella seconda parte del libro Penelope ha una completa inversione di marcia, sembra un’altra persona: innamorata persa di un greco belloccio diventa il cliché per eccellenza della donna gelosa, possessiva e completamente insicura. Cioè da un estremo all’altro: da donna in carriera che sa quello che vuole e fa di tutto per arrivare alla meta prestabilita, dopo aver conosciuto Yiannis, diventa una donna esageratamente insicura e piagnucolona. Per tutto il libro, che comunque non mi è dispiaciuto, ho avuto un’impressione generale di “esagerazione”: all’inizio Penelope è forzatamente critica e piuttosto maligna, nei rapporti amorosi è consapevolmente fredda e calcolatrice, poi però diventa troppo ragazzina incerta di se stessa. Insomma, sono rimasta piuttosto perplessa perché sembravano due storie con due protagoniste diverse messe insieme.
Questo poteva essere un bel romanzo frizzante e interessante ma, con questa protagonista bipolare ed eccessiva, è diventato un libro carino ma non interessantissimo.
Assegno tre stelline non convinte al libro.

Lya