Buongiorno lettori e passanti,
questa settimana doppia recensione, oggi e giovedì!
Titolo: Un sogno oltre il mare
Autore: Denise Cartier
Pagine: 505
Prezzo: 19,90 euro (in sconto perché un reminder)
Editore: Sperling Kupfer
Trama
Inghilterra, 1599. Bella, forte e coraggiosa, Robin Blackwood è solo una ragazza quando decide di cambiare per sempre la propria vita e salpare alla volta dell'ignoto. Figlia illegittima di un ricco lord inglese, non vuole arrendersi al destino di bastarda che la attende in patria: si imbarca così, clandestinamente, sul Valence, veliero diretto verso il continente americano. Ad aspettarla, al di là dell'oceano, c'è il Nuovo Mondo: una terra inesplorata e selvaggia, dominata da una natura potente e ribelle, dove il pericolo è dappertutto e la vita va reinventata, giorno dopo giorno. Eppure è lì che Robin conquista il bene più prezioso: la libertà. In un luogo in cui tutto è ancora da scoprire e da creare, può finalmente ricominciare da capo. E innamorarsi, per la prima volta. Ma proprio quando la felicità sembra a portata di mano un tragico evento spezza l'incanto e infrange tutti i sogni di Robin. Perché il destino, a volte, non lascia scampo. Denise Cartier è lo pseudonimo di una scrittrice italiana che da alcuni anni si è dedicata al romanzo storico.
Come diversi altri romanzi, “Un sogno oltre il mare” staziona nella mia libreria da tempi immemori e, volendo sfoltire un po’ di letture per fare spazio a quelle nuove, ho deciso finalmente di leggerlo, anche perché ricordo di averlo comprato con gusto.
La protagonista della storia è Robin, una giovane intraprendente e intelligente che fugge da un destino di figlia illegittima di un ricco lord inglese per potersi creare una nuova vita oltreoceano: in America. Decide di abbandonare tutto e imbarcarsi clandestina e travestita da ragazzo su una nave di puritani francesi decisi a fondare una nuova città. Smascherata la sua identità quasi immediatamente, Robin inizierà a inserirsi nel gruppo gradualmente diventando poi il cardine fondamentale che terrà in vita tutta la comunità.
Mi sono goduta la lettura tranquillamente e, a tratti il romanzo mi è piaciuto, anche se ci sono parecchie inesattezze storiche disseminate un po’ per tutto il libro. La maggior parte di questi anacronismi è legata certamente a Robin, la protagonista, che è una donna moderna collocata in un ambiente maschilista e ostile del 1600. Lei è una ragazza determinata e molto intelligente e intuitiva, vive la sua vita in modo piuttosto libero e lontana da regole e restrizioni e, se da una parte la cosa mi è piaciuta perché apprezzo queste “eroine” fuori dal tempo, dall’altra mi è parsa una cosa piuttosto semplicistica e ingenua. Robin è una straniera, di una diversa religione che si è imbarcata clandestinamente e travestita da uomo su una nave di puritani: solo per tutte queste caratteristiche sarebbe come minimo stata buttata fuori bordo. Il gruppo in cui è capitata è religioso e osservante in tutto tranne che ne i suoi riguardi e, per tutta la durata del romanzo, lei ha vita abbastanza facile nelle controversie pur essendo una donna sola in un mondo di uomini convinti che le “femmine” siano esseri inferiori. Questo è ciò che più mi ha disturbata perché per il resto ho apprezzato tanto il suo carattere, il modo in cui vive l’amore e il modo in cui si approccia agli indiani della Virginia. Questo suo essere parecchio fuori dal suo tempo senza avere grosse conseguenze è ciò che mi ha fatto abbassare il giudizio generico del romanzo che in realtà è ben scritto, con splendide descrizioni e momenti intensi e ben costruiti. Mi sono anche piaciuti alcuni personaggi secondari, che comunque rimangono solo abbozzati sullo sfondo senza che si approfondiscano completamente.
Ho deciso di assegnare tre stelline al romanzo anche se non sono totalmente convinta perché di storico/realistico c’è solo lo sfondo e l’ambientazione.
Lya
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