Titolo: Giorni senza fame
Autore: Delphine de Vigan
Pagine: 133
Prezzo: 10 euro
Editore: Mondadori
Trama
Opera d'esordio di Delphine de Vigan, pubblicato in Francia nel 2001 con lo pseudonimo di Lou Delvig, "Giorni senza fame" è un lungo racconto autobiografico che narra l'esperienza di Laure, una giovane donna anoressica. È il controcanto ideale del doloroso "Niente si oppone alla notte": là una madre, qui una figlia, entrambe gravate di pesanti eredità familiari, entrambe in lotta contro un male oscuro, nato all'interno del loro corpo e della loro mente. Con lo stile sobrio e preciso che le è proprio, asciutto quanto emozionante e vivo, Delphine de Vigan rievoca i tre difficili mesi di ospedale durante la fase più acuta dell'anoressia, fino alla guarigione, facendo rivivere con lucidità e a tratti con feroce ironia i personaggi incontrati nei corridoi e nelle corsie, i malati, i medici, gli amici in visita...
Delphine de Vigan, usando uno pseudonimo, racconta la sua esperienza di anoressica costretta a vivere in ospedale per diversi mesi per poter riprendere peso e per essere aiutata psicologicamente da medici specializzati.
Questo racconto di 140 pagine è davvero qualcosa di molto intimo e diretto: la protagonista dialoga con il lettore e tenta, in modo davvero efficace, di mostrarsi e mostrare cosa è questa malattia che ti consuma fisicamente e mentalmente. La storia ha inizio con una Laure (il suo pseudonimo, diciannovenne che è allo stremo: magra e determinata a cancellarsi da questa terra. Grazie all’incontro con un dottore comprende che il suo ostinarsi a non mangiare la sta portando alla morte e la convince a ricoverarsi. La maggior parte del racconto è proprio ambientato all’interno dell’ospedale dove il suo regime alimentare viene completamente stravolto con l’assunzione di migliaia di calorie al giorno attraverso cibo solido e attraverso un sondino nasale. Questa “cura” è psicologicamente osteggiata dalla ragazza che, se da una parte tenta di convincersi a mangiare per vivere, dall’altra continua a guardare al cibo come un suo nemico, lei desidera quasi scomparire, annullarsi attraverso il digiuno. La componente psicologica è davvero molto presente e molto forte tanto che la protagonista parla con il lettore, racconta sé stessa senza veli o bugie, senza artifici o abbellimenti perché lo fa anni dopo, scrivendo la sua storia come donna adulta. Personalmente non avevo mai letto niente d’inerente a questa malattia perché avevo timore che fosse banalizzata e raccontata superficialmente. In questo caso non è così perché essendo una biografia ed essendo scritta quasi sotto forma di diario, tutto è visto con un preciso punto di vista interno e intimo. Insomma, nessuna banalizzazione, anzi, mi è parsa una storia molto vera e vissuta: c’è Laure che combatte contro il suo corpo, che affronta sé stessa in una continua lotta tra vita e morte, tra cibo e digiuno. Il “finale” è aperto perché ci lascia con una ragazza ancora fragile che cerca di fronteggiare, ormai da sola, il mostro dell’anoressia che continua ad attaccarla e che potrebbe sconfiggerla in ogni momento.
Assegno a questo libro che ha uno stile semplice ma diretto e profondo quattro stelline.
Lya
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