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06 gennaio 2018

RECENSIONE: I tredici fiori della guerra di Geling Yan

Buongiorno lettori e passanti,
eccomi con la prima recensione del 2018!

Titolo:  I tredici fiori della guerra
Autore: Geling Yan
Pagine: 195
Prezzo: 16 euro
Editore: Rizzoli

Trama
Inverno 1937. La guerra è arrivata a Nanchino. Le allieve del collegio di Santa Maria Maddalena, sotto la guida di padre Engelmann, devono lasciare al più presto quel luogo in procinto di sprofondare nel terrore e nel caos. Mentre attendono sulla banchina l'arrivo del vaporetto che dovrebbe condurle a Pukou, un gruppo di soldati feriti viene fatto passare davanti a loro. Sulla barca non c'è più posto per le ragazze, e padre Engelmann non può far altro che riportarle al collegio: restare allo scoperto è pericoloso per chiunque, figuriamoci per delle fanciulle di buona famiglia terrorizzate e sotto shock. Tra loro c'è anche Shujuan, giovane zia dell'autrice. Da giorni aspetta invano che i genitori, in viaggio negli Stati Uniti, tornino a prenderla nella città assediata dai giapponesi e dalla fame. Ma quando tredici prostitute poco più che bambine e un drappello di soldati cinesi si presentano al collegio in cerca di rifugio, una realtà dura e aliena quasi quanto la guerra irrompe nella vita di Shujuan e delle compagne. Costrette a fare i conti con un mondo del quale ignoravano l'esistenza, le ragazze scopriranno che i fiori più belli, a volte, si nascondono dove meno te lo aspetti.

Tra gli ultimi libri che ho scelto di leggere in questo periodo c’è anche “I tredici fiori della guerra”, un breve romanzo che racconta una storia forte e drammatica.

Le protagoniste di questo libro, ambientato nella Cina del 1937, sono due gruppi di donne molto diverse che sono costrette a convivere sotto lo stesso tetto a causa della guerra e dell’occupazione giapponese. Da una parte ci sono delle giovani di buona famiglia che vivono in un collegio gestito da un prete cattolico, dall’altra ci sono delle ragazze che si prostituiscono in un famoso bordello di Nanchino. Da questo incontro/scontro nasceranno delle conseguenze che stupiscono il lettore e le protagoniste stesse.

Ho individuato questo libro da quando è stato pubblicato ma, un po’ per l’argomento piuttosto “pesante”, un po’ perché non ho delle conoscenze specifiche della storia sino-giapponese del ‘900, non l’ho mai preso seriamente in considerazione. Complice il fatto che è un libro abbastanza breve, ho deciso di leggerlo per cercare di completare la mia challenge del 2016 e ne sono rimasta davvero contenta.
“I tredici fiori della guerra” narra una storia vera, una storia di scelte difficili prese in momenti di disperazione quando l’umanità dell’individuo sparisce per lasciare il posto all’estrema necessità di sopravvivenza.
Le protagoniste principali si identificano in due gruppi separati: le ragazze e le prostitute. Ci sono anche i tenutari del collegio e dei soldati cinesi che hanno disertato. Questi quattro gruppi umani si trovano a dover convivere, durante una sanguinosissima guerra, e a dover affrontare anche dei preconcetti molto solidi. Le ragazze del collegio e il prete si trovano senza un passaggio in barca per scappare da Nanchino prima dell’invasione giapponese e, per questo, si trovano bloccati nell’edificio della scuola aspettando che qualcuno vada ad aiutarli. Le prostitute e i soldati cinesi fuggono dalla minaccia di morte e sono costretti a bussare alla porta del collegio per chiedere asilo. Questi gruppi umani affrontano la convivenza forzata dividendo pochissime risorse e cercando di rimanere separati ma senza mai riuscirci completamente complici la curiosità e la noia dell’attesa. L’astio “naturale” tra le ragazze però, alla fine del libro, diventa ammirazione e gratitudine.
Sinceramente non mi aspettavo che questo libro mi colpisse così tanto e così profondamente, mi sono davvero commossa per il finale del tutto inaspettato. Durante la lettura ci si trova davanti un romanzo che racconta la storia di scelte molto difficili da prendere soprattutto in una situazione al limite come quella che vivono i protagonisti: fuori la morte, dentro un’attesa senza speranza. Ci sono diverse voci che si alternano tra alcune ragazze del collegio, alcune prostitute che conoscono e vivono in un mondo completamente diverso e gli uomini lì presenti. Questa varietà e differenza viene scritta e descritta in modo molto efficace nonostante la brevità della storia e, pur ripetendomi, devo dire che ne sono davvero colpita. Conto di rileggerlo in un altro momento per soffermarmi meglio sui particolari anche se il messaggio e il significato del titolo sono parecchio evidenti: spesso i fiori più belli si nascondono in luoghi oscuri e inaspettati.
Assegno al romanzo quattro stelline.

Lya

4 commenti:

  1. Ciao! Non conoscevo questo libro e, sinceramente, non credo che lo leggerò, perché non rientra proprio nelle mie corde, né per il genere, né per il periodo storico, ma la tua recensione è davvero molto interessante, sono contenta che questa lettura ti sia piaciuta :)

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  2. Questo romanzo l'ho letto subito dopo la visione del film omonimo in tv e l'ho amato.
    Avendo una passione per l'Estremo Oriente e avendo studiato un paio di anni prima quel particolare periodo storico per preparare la tesi, conoscevo già le atrocità perpetrate dai giapponesi nei confronti della popolazione cinese (e non solo) in quegli anni, eppure questo libro, testimonianza romanzata di quei giorni, fu un pugno nello stomaco ed allo stesso tempo una ventata d'aria fresca per la speranza che nonostante tutto permea da queste pagine. Per settimane l'ho consigliato praticamente a tutti quelli che conoscevo perché è davvero un peccato che questo libro non sia più noto.

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    1. Concordo, è un libro che merita una lettura così come la storia che racconta.

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