Titolo: La ragazza del dipinto
Autore: Ellen Umansky
Pagine: 352
Prezzo:10 euro
Editore: Newton Compton
Trama
Vienna, 1939. Mentre lo spettro della guerra terrorizza l’Europa, i genitori di Rose Zimmer cercano disperatamente un modo per lasciare l’Austria. Non riuscendoci, decidono di salvare almeno la loro giovane figlia. Rose viene così affidata a degli sconosciuti e portata in Inghilterra. Sei anni più tardi, quando la guerra è finalmente terminata, Rose tenta di ricostruire la propria vita devastata: si mette quindi alla ricerca di un quadro di Soutine, appartenuto alla madre, e al quale la donna era legatissima. Dopo essersi trasferita a Los Angeles e aver trascorso lì la propria vita, Rose si imbatterà nuovamente nelle tracce di quel dipinto, diventato per lei quasi un’ossessione, e in Lizzie Goldstein, che ne è entrata in possesso dopo di lei. Tra Lizzie e Rose nasce un’amicizia inaspettata, destinata però a interrompersi bruscamente quando le due donne si troveranno di fronte a una verità dolorosa: un segreto che ha a che fare con il quadro di Soutine e che è rimasto nascosto per tanti anni… Una prosa cristallina per una storia che parla di nostalgia, dolore, perdita e perdono.
Ero alla
ricerca di un libro che parlasse di storia e arte e ho deciso di buttarmi su
“La ragazza del dipinto” che sembrava essere esattamente ciò che desideravo
leggere.
La
protagonista della storia è Lizzie che, dopo la morte del padre, si ritrova a
ripensare a un dipinto prezioso che fu rubato da casa sua quando era ragazzina.
Queste sue riflessioni si amplificano quando conosce Rose, la vera proprietaria
del dipinto che incontra per caso al funerale. Il quadro è un Soutine che
rappresenta un giovane in divisa: la madre di Lizzie lo aveva comprato a Parigi
dopo la seconda guerra mondiale dopo che i tedeschi lo avevano trafugato dalla
casa di una famiglia ebrea di Vienna. La famiglia di rose, appunto.
Seguendo la
storia de quadro vengono ricreate in parallelo le esperienze di vita di
entrambe le donne.
Prima di
passare alla mia opinione in merito al libro, vorrei soffermarmi sulla cover e
sulla scelta del titolo: sono entrambi fuorvianti. Se io lettore scelgo di
leggere “La ragazza del dipinto” con la cover che rappresenta una giovane donna
all’interno di un quadro, ebbene, mi aspetto di trovare una ragazza in un
dipinto e una storia legata ad essa. In questo caso, le due protagoniste
raccontano la propria vita che viene simbolicamente unita dal quadro in
questione ma, il fulcro di tutto, sono le esperienze di Lizzie e Rose divise da
un secolo di distanza. Il quadro, che ritrae un giovane fattorino in divisa, è
il très d’union che lega le due donne ma non il centro della storia. Il titolo
originale è “The fortunate ones” e la cover raffigura una carta da parati con
una cornice vuota. Bene, quando sono effettuate determinate scelte, la cosa mi
infastidisce abbastanza.
Titolo e
cover a parte, ho trovato il romanzo carino e interessante, a tratti piatto ma
comunque una lettura piacevole e di compagnia. Dopo una parte iniziale che vede
Lizzie al funerale di suo padre, la storia procede facendo dei salti sia
storici sia alternando i punti di vista delle due donne. Lizzie racconta la
storia di famiglia e il trauma del furto del quadro dalla sua casa mentre Rose,
una donna anziana e scorbutica, narra le esperienze della sua gioventù.
Ovviamente la parte che mi è più piaciuta è quella di Rose: una ebrea di Vienna
che viene mandata dai genitori in Inghilterra per salvarsi dalla furia nazista.
Questa donna ha un profondo vuoto che si porta dietro da anni e, solo
raccontando quello che le è successo a una perfetta estranea, inizia a vedere
le cose con una prospettiva diversa e a fare pace con sé stessa. Pur non
riportando gli orrori del genocidio nazista che lei non vive mai sulla sua
pelle, Rose riesce a comunicare un senso di profonda sofferenza e disperazione
che si porta dietro durante gli anni della guerra e per il resto della sua
vita.
Come ho
accennato all’inizio, ci sono delle parti che ho trovato un po’ piatte e
inutili e sono soprattutto incentrate su Lizzie che non mi ha colpita molto
come protagonista. Insomma, il mio giudizio sul libro è medio perché ho
apprezzato la storia di Rose, una piccola parte del vissuto di Lizzie e il
finale. Assegno tre stelline al romanzo.
Lya
mmm come genere anche a me piace e devo dire che il titolo infatti aveva catturato la mia attenzione e indirizzata verso un determinato tipo si storia, però se non è un romanzo memorabile... mi sa che per per ora lo passo :D
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