Titolo: Niente
Autore: Janne Teller
Pagine: 119
Prezzo:12 euro
Editore: Feltrinelli
Trama
"Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.
Ho scovato questo strano romanzo mentre
bazzicavo in giro per la rete, la sua brevità e gli argomenti trattati mi hanno
convinta a inserirlo nella mia lista di libri da leggere. Dopo più di un anno
mi sono finalmente decisa.
In una piccola scuola media di un paese del
nord europa, un giorno, uno dei ragazzi decide di mollare tutto, salire su un
albero e chiedere a tutti i passanti, e i suoi compagni in particolare, quale
sia il "significato" di ciò che facciamo quotidianamente. Per lui
nulla ha valore, quindi è meglio lasciarci vivere piuttosto che sottomettersi
al giogo della società. I suo amici, per dimostrare che esiste un
"significato" nella vita, creano la catasta del Significato dove
raccolgono tutto ciò che ha importanza per loro. Partono giocando, in modo del
tutto innocente, per poi perdere quasi il senso della realtà e della morale
esagerando....
"Niente" è un romanzo dai risvolti
filosofici che sfrutta "l'innocenza" intrinseca dei ragazzi
protagonisti per cercare una risposta umanamente accettabile sul significato di
ogni cosa. La particolarità del libro, oltre alla storia, è legata allo stile:
il lettore legge un resoconto dei fatti a posteriori dove una delle ragazze
racconta l'accaduto dal suo punto di vista. La spasmodica ricerca del significato,
attraverso rinunce e sfide sempre più grandi e audaci e azioni molto
discutibili, porta i ragazzi a perdere il senso della realtà. Gli adulti non
capiscono il vero significato di quella catasta e i ragazzi non riescono a
spiegare l'importanza che ha per loro.
In generale il libro "disturba" il
lettore perché i protagonisti sono dei ragazzi che non distinguono ancora
totalmente cosa è giusto o sbagliato, che non sanno quali sono i limiti
accettati, che non conoscono l'etica o la morale e che persi nel loro gioco
arrivano ad azioni che mai avrebbero compiuto da soli. Gli adolescenti sono
azione mentre gli adulti sono stasi e quindi tocca ai primi trovare la
soluzione al problema.
Insomma, se si vuole analizzare bene questo
piccolo libro emergono molti spunti interessanti con risvolti evidentemente
filosofici. Alla fine della lettura mi sono ritrovata a riflettere su parecchie
cose senza però arrivare a una soluzione definitiva... come accade ai
protagonisti i quali, dopo aver terminato la loro importantissima catasta,
capiscono che il significato che cercavano non sta dentro quegli oggetti e in
determinate azioni, ma si nasconde altrove inafferrabile e impalpabile.
Assegno tre stelline al romanzo che non so bene
come classificare. Se cercata una lettura diversa dal solito e più profonda
potete provare con questo libro.
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