Titolo: La predestinata
Autore: Simon Toyne
Pagine: 467
Prezzo: € 18.90
Editore: Sperling Kupfer
Genere: thriller storico
Data di pubblicazione: marzo 2013
Trama
Liv sa di essere entrata nella monumentale Cittadella nel cuore di Ruin, ma non riesce a ricordare altro. Buio totale. Qualcosa di strano le si agita dentro, sussurrandole che lei è predestinata a essere "la chiave". Ma di che cosa? Per colui che chiamano lo Spirito, un mercenario che opera nel deserto siriano, Liv potrebbe essere la chiave per svelare uno dei più importanti segreti dell'umanità. Per la confraternita di monaci arroccati nella Cittadella - ora afflitta da una terribile epidemia - il suo ritorno è l'unica possibilità di sopravvivenza. E per una potente fazione a Roma lei rappresenta una grave minaccia per il futuro stesso della Chiesa cattolica. Braccata di continente in continente e involontariamente coinvolta in eventi che sfidano ogni logica, Liv si rivolge all'unica persona di cui ancora si fida: Gabriel Mann. Lui l'ha introdotta ai misteri di Ruin, là dove tutto è cominciato. Insieme, iniziano una nuova, pericolosissima avventura, e una ancor più pericolosa ricerca. Che li condurrà a una scoperta sconcertante, ma anche a una drammatica separazione...
Dopo “Sanctus” eccomi a parlarvi, in questo caso abbastanza
velocemente, de “La predestinata”, secondo libro della trilogia di Simon Toyne.
Dopo aver scoperto la natura del Sacramento i diversi
protagonisti appartenenti a diverse fazioni, iniziano una corsa contro il tempo
per riportare tutto alla normalità, con piano radicalmente diversi: la
cittadella di Ruin colpita nel profondo da una parte, la Chiesa di Roma
dall’altra e Gabriel e Liv nel mezzo, che cercano un via d’uscita differente.
Sinceramente, a differenza del primo che mi era piaciuto
abbastanza, questo secondo libro è stato piuttosto deludente: il ritmo non era
incalzante, il cambiamento di punti di vista rendeva tutto confusionario e
molti avvenimenti erano prolungati inutilmente. Insomma, in questo secondo
volume non succede quasi nulla di rilevante e interessante come succede spesso
nei libri mezzani di una serie.
Ci sono tre “grandi” punti di vista più alcuni secondari che
vanno a mischiare le carte più che portare avanti la storia e infatti tutto il
racconto si svolge a cavallo di una manciata di giorni. Francamente non ho
molto da dire in merito perché ho trovato il libro superfluo e adesso credo che
leggerò a breve il terzo e ultimo volume per capire un po’ dove l’autore andrà
a parare. Davvero un gran peccato perché “Sanctus” mi aveva appassionata
parecchio!
Assegno due stelline e mezzo in attesa della ribalta del
terzo libro.
Lya
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