Titolo: Jane la bruttina
Autore: M.C. Beaton
Traduttore: Simona Garavelli
Pagine: 197
Prezzo: 15 euro
Editore: Astoria
Trama
Depredati dall’orrendo Palmer, l’intermediario del duca di Pelham, i servitori di 67 Clarges Street si trovano di nuovo in miseria e non possono che sperare in una nuova Stagione. Quando finalmente giunge la famiglia Hart, una ventata di ottimismo serpeggia in Clarges Street. Ci sono due ragazze che devono prendere marito, Euphemia e Jane, e Mr Rainbird e la sua piccola famiglia si augurano di poter trarre doppio vantaggio. Presto però si accorgono che Jane è messa in ombra dalla grazia e dalla bellezza della sorella maggiore, al punto da non voler quasi partecipare alle feste e ai balli, indispensabili per poter combinare un buon matrimonio. Inizialmente quasi per interesse personale, e poi sempre più affezionata a Jane la bruttina, la servitù di Clarges Street s’impegna per trasformare la ragazza…
Sinceramente parlando? Non mi aspettavo che il libro fosse
così adorabile! L’ho scovato per puro caso e ho deciso di leggerlo… ora voglio
leggere gli altri della stessa serie! Non sono stati tradotti in italiano e
sono autoconclusivi quindi posso concedermi di leggerne un altro paio XD
Il romanzo, come s’intuisce dal titolo, si concentra su
Jane, ragazza appartenente a una famiglia benestante che vive in tranquillità
in campagna verso la fine dell’ottocento.
Jane, bruna, spiritosa e poco incline ad assecondare l’altro
sesso, viene chiamata “la bruttina” perché paragonata ogni giorno a sua
sorella, bionda, occhi chiari e portamento leggiadro. Questa forte differenza
fa credere a lei stessa di essere scialba e poco interessante ma, durane la
Stagione londinese si rivela essere tutto il contrario: Jane attira l’interesse
di un facoltoso gentiluomo e, insieme a lui inizia a indagare sui misteriosi
avvenimenti accaduti nella casa dove alloggia la ragazza.
Come ho già detto nell’introduzione, il romanzo è stato una
vera sorpresa, per una volta in positivo! L’ho trovato scorrevole,
accattivante, simpatico e a tratti favolistico/austeniano. Insomma, tra la
protagonista sveglia e abbastanza fuori dalla sua epoca, i servitori della casa
dove sono avvenute misteriose morti e l’indagine maldestra fatta nella Londra
ottocentesca, il romanzo è davvero molto carino.
Il primo punto positivo è relativo all’ambientazione
vittoriana e alle tradizioni della società: c’è una famiglia campagnola, ci
sono due figlie in età da marito e si avvicina la stagione londinese dove presentare
le due fanciulle alla buona società. La storia si svolge proprio tra salotti,
giri in carrozza per i parchi e case altolocate e Jane, da perfetta eroina
auteniana, è praticamente un pesce fuor d’acqua. Non è lei che viene messa (e
si mette) in bella mostra ma sua sorella ma, nonostante questo, viene
avvicinata da diversi gentiluomini, tra cui l’unico che potrebbe interessarla.
Jane però si crede brutta, goffa e poco interessante mentre considera sua
sorella come il perfetto esempio della dama inglese e della futura moglie
aristocratica. Sentendosi, quindi, il brutto anatroccolo della situazione,
grazie anche alla cattiveria della madre e della sorella, Jane si fa un po’
beffe delle tradizioni e dei comportamenti femminili che tutti si aspettano da
una giovane e inizia a mettere il naso in situazioni più grandi di lei. Tutto
perché vuole scoprire cosa è accaduto alla ragazza, trovata morta, che abitava
nella stessa casa londinese che loro hanno preso in affitto per la stagione.
Fortunatamente sarà aiutata da un aitante gentiluomo e dai servi della dimora,
tutti alleati con la piccola e per niente brutta Jane. Quindi, tra un ballo,
una soirée e una passeggiata in carrozza Jane fa breccia nel cuore di molti
dimostrando la sua audacia e impulsività.
Quello che mi è saltato più all’occhio, insieme
all’ambientazione e alla protagonista, è certamente il modo in cui viene
dipinta l’alta società vittoriana londinese. Viene spessissimo messa in luce la
superficialità degli aristocratici, mascherata e abilmente nascosta dall’eleganza
dei modi e degli abiti e delle consuetudini ormai radicate. Tutto questo anche
per quanto riguarda i matrimoni che sono decisi in base al reddito dell’uomo o
alla dote della donna. Esempio di questi calcoli (abbastanza comprensibili per
le donne dell’epoca), sono la madre e la sorella di Jane: sono delle snob
interessate solo a mostrarsi come pavoni durante gli incontri con gli altri
membri della società. Queste loro caratteristiche permettono alla semplice
schiettezza di Jane di risaltare e prosperare.
Il mistero da risolvere è, in realtà, un surplus che dà più
corpo alla storia e, nonostante si un po’ banalotto, risulta comunque piacevole
ed efficace, così come il finale che tutti ci aspettiamo!
Assegno quattro stelline a questo romanzo che è riuscito a
incantarmi!
Lya
Non lo conoscevo, ma sembra davvero promettente! :) Me lo segno!
RispondiEliminaè davvero molto carino ^^
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