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26 luglio 2015

RECENSIONE: Il canto del cielo di Sebastian Faulks



Buona domenica e buona lettura!

Titolo: Il Canto del Cielo
Autore: Sebastian Faulks
Pagine: 496
Prezzo: 13,90 €
Editore: Beat Edizioni
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2012
 
Trama
In un giorno di primavera del 1910, Stephen Wraysford, venti anni, inglese, gli occhi bruni e attenti e una sfrontata indifferenza giovanile dipinta sul volto, fa il suo ingresso nella casa degli Azaire ad Amiens, in Francia. L’agiato signor Azaire possiede una rinomata filanda che ha tra i suoi fidati clienti la ditta per la quale lavora Stephen Wraysford, spedito ad Amiens per appurare la possibilità di una più stretta collaborazione tra le due sponde della Manica nella lavorazione dei tessuti. Il soggiorno in casa Azaire si rivela, tuttavia, fatale per il giovane inglese. La casa, piena di eleganti salette e corridoi che schiudono alla vista incantevoli scorci, oltre al signor Azaire, un quarantenne gravato già dal peso degli anni, e ai figli Lisette e Grégoire, accoglie tra le sue mura Isabelle, la giovane, affascinante moglie del proprietario della filanda. Capelli castani dai riflessi color fragola,viso luminoso e femminile in cui ogni tratto sembra alludere a intrighi e sofisticatezze mondane, Isabelle è per Stephen un’apparizione irresistibile che sovrasta ogni sua convenzionale idea della bellezza. Il giovane inglese cerca in ogni modo di venire a capo della sua pericolosa attrazione, così come Isabelle si sforza di giudicare il ragazzo con condiscendenza, di vedere in lui la giovinezza che si è lasciata alle spalle il giorno in cui ha sposato Azaire. La passione tra i due, però, esplode ed è così violenta e bruciante che Isabelle e Stephen si amano e, ad un tempo, si voltano le spalle. Stephen torna in Inghilterra e Isabelle alla sua irreprensibile vita di madame Azaire. Un amore così fugace e intenso lascia, tuttavia, ferite indelebili, ricordi che la mente non può scacciare. Così quando scoppia la Grande Guerra e Stephen si ritrova, da combattente inglese, sul teatro di quella grande carneficina che fu il fronte francese, è inevitabile che Isabelle Azaire e la sua famiglia ricompaiano, questa volta con esiti inaspettati, nella sua vita. Appassionante storia d’amore, d’abbandono e di speranza, che non esita a fare propri il respiro e il ritmo dei grandi romanzi d’amoree di guerra, Il canto del cielo è uno di quei rari libri in cui la letteratura assolve perfettamente il suo compito: narrare di destini e passioni individuali sullo sfondo di imponenti eventi storici.
 
 
Ho questo libro nella mia tbr da tre o quattro anni circa e, un po’ per l’argomento trattato, un po’ perché non era mai il momento giusto, l’ho accantonato. Per decidermi a leggerlo l’ho inserito nella sfida del comodino di quest’anno e quindi eccomi con questa recensione.

Il protagonista è Stephen che viene presentato nel romanzo in diversi stadi della sua vita: da giovane lavoratore che dall’Inghilterra si reca in Francia per fare ricerche nel settore tessile, a soldato in trincea durante la prima guerra mondiale. Stephen è un giovane che sa cosa vuole nella vita e, dopo aver ammirato da lontano Isabelle, moglie del proprietario dell’azienda tessile dove fa l’osservatore, decide che quella donna dovrà essere sua. Questa decisione porterà il ragazzo a fare un netto cambiamento nella sua vita lasciandosi alle spalle tutto quanto.

Parto subito dicendo che ci avevo azzeccato per quanto riguarda le premesse tematiche della storia: “il canto del cielo” è un libro che ho trovato di difficile lettura e spero che nella recensione riuscirò a spiegarvi i miei motivi. M sono avvicinata con cautela alla storia perché odio le storie di guerra, soprattutto quelle incentrate sulle azioni belliche; non vedo film del genere e i libri mi spaventano notevolmente. Vi starete chiedendo allora perché l’ho comprato e perché l’ho inserito nella mia tbr. Ebbene, mi piacciono le sfide, mi piace provare nuove strade nelle mie letture e sapevo che, oltre la guerra, c’era un’intensa storia d’amore. Diciamo che le mie attese sono state confermate. Il libro è diviso fondamentalmente in tre parti: l’incontro e la conoscenza tra Stephen e Isabelle, il loro allontanamento durante i difficilissimi anni della guerra e la terza parte dove una giovane, che vive nel 1978, cerca di scoprire le proprie origini familiari. Come potrete immaginare le parti che mi hanno colpita di più sono la prima e la terza perché sono più narrative e appassionanti. La lunghissima parte centrale è stata molto difficile da leggere perché la guerra è dipinta in modo molto realistico e drammatico e, se da una parte ho trovato questa scelta narrativa giusta e calzante, spesso ho trovato il tutto molto crudo. So bene che ferite, mutilazioni e vite fatte di stenti e privazioni siano state una realtà per i giovani soldati della prima guerra mondiale, però è più forte di me, non riesco a digerire questa tipologia di romanzi e film. Sicuramente non mi è piaciuta questa parte perché l’ho trovata lenta e ripetitiva in quanto si concentra sul racconto della vita in trincea con dovizia di particolari: ogni morto, ogni ferita, ogni azione, attacco, attesa, tutto descritto in modo attento e particolareggiato.ma l’ho trovato pesante e lento da leggere. Ciò che mi ha colpita in modo particolare però, è il logoramento psicologico del protagonista che di anno in anno perde la sua determinazione e le sue motivazioni per combattere: lui, come tutti gli altri, vorrebbero che tutto finisse temendo però il rientro nella società poiché, dopo tutto ciò che hanno affrontato e vissuto, loro si sentono molto lontani dal mondo che conoscevano. Insomma, se da una parte ho trovato “interessante” questa evoluzione del personaggio, dall’altra la violenza e le azioni belliche, che sono rese molto bene, non hanno incontrato il mio gusto; ci sono argomenti che non riesco a “sopportare” sia nella lettura sia nella visione. Conosco molto bene la nostra storia, ma nei momenti di svago preferisco altro.
Nonostante questo, il libro mi è piaciuto nel suo complesso perché ho trovato la storia profonda e realistica: la passione che Stephen ci mette nel vivere ogni attimo della sua vita, pur arrivando quasi a odiare se stesso, ha reso la lettura interessante e coinvolgente.
Assegno al romanzo quattro stelline.

Lya

  

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