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22 aprile 2015

RECENSIONE: Middlesex di Jeffrey Eugenides



Buongiorno e buona lettura!
Titolo: Middlesex
Autore: Jeffrey Eugenides
Pagine: 602
Prezzo: 9,80€
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 2003

Trama
Calliope Stephanides, rara specie di ermafrodito, ha vissuto i primi anni della sua vita come bambina, fino a quando l'arrivo della pubertà l'ha sottoposta a inevitabili trasformazioni. Responsabile della sua 'eccentricità biologica' è un gene misterioso che attraversa come una colpa tre generazioni e che ora si manifesta dando inizio all'odissea di Callie: un viaggio che ci proietta nei sogni e nei segreti della famiglia Stephanides, tra furbi imprenditori e ciarlatani, sagge donne di casa e improbabili leader religiosi, in un alternarsi di nascite, matrimoni, scandali e segreti, che dalla Turchia ottomana si trasferisce nell'America del Proibizionismo e della guerra, dei conflitti razziali e della controcultura, del Vietnam e del Watergate. E' un mito contemporaneo quello che Eugenides ci racconta, un romanzo di trasformazioni che affronta i temi più dibattuti dell'epoca moderna, da quello dell'identità a quello del tempo, in una sublime combinazione di elegia, avventura e analisi storico-sociale.
 
"Middlesex" è un romanzo di cui ho sentito parlare a destra e a manca da tutti: c'è chi lo ama e chi non lo trova particolarmente entusiasmante. Personalmente ho travato il libro interessante e davvero originale perché non era per nulla ciò che mi aspettavo in quanto la chiave di volta della storia è solo il punto di partenza per narrare una storia di famiglia.

Calliope è una ragazza timida e introversa che, arrivata nel periodo adolescenziale, si rende conto di non essere come tutti gli altri. Dopo analisi e visite mediche il verdetto è che lei è un ermafrodito, con genitali maschili e femminili non completamente funzionanti.
Da questa situazione Cal inizia a raccontare le origini della sua famiglia e anche della sua deformazione, narrando in modo molto particolare una storia di difficoltà e sofferenze.

Come ho già detto, mi aspettavo qualcosa di diverso dal romanzo, mi aspettavo una storia incentrata completamente su Calliope, che al contrario è relegata nelle ultime pagine del libro. Il fatto cruciale di essere un ermafrodito è solo un punto di partenza per raccontare la storia di famiglia partendo da due generazioni precedenti; non una storia normale ma legata all'evoluzione dei geni che portano Cal ad essere ciò che è. I suoi nonni e i suoi genitori occupano la maggior parte della narrazione mettendo in evidenza come un legame geneticamente inappropriato, abbia portato diverse generazioni dopo a problemi irreversibili.
I nonni di Cal raccontano la loro vita dalla fuga dalla Grecia durante la guerra, al loro approdo in America, fino alla vecchiaia dei due con figli e nipoti. Allo stesso modo anche i genitori del "protagonista" delineano la loro storia dalla gioventù fino alla scoperta dell'ermafroditismo della loro bambina. Insomma, il punto focale rimane sempre il corpo di Calliope, ma le storie che si vanno a intrecciare vedono molti personaggi, molte tradizioni, amori e difficoltà.
Sicuramente mi aspettavo qualcosa di più intimistico e non una storia dei genetica familiare ma, nonostante ciò, il libro mi è davvero piaciuto perché l'ho trovato vario, complesso e davvero ricco di contenuti e temi: dall'amore illecito, da sempre nascosto tra due fratelli, alla migrazione, dal crollo della borsa del 1929 alle scoperte sessuali di una ragazzina in piena adolescenza.
Insomma sono narrate le scoperte ed emozioni di diverse generazioni con differenti approcci alla vita moderna, soprattutto in relazione ai rapporti con gli altri.
Altra cosa che mi ha colpita positivamente è lo stile un po' scanzonato che permane in tutto il libro infatti, nonostante vengano raccontati avvenimenti dolorosi per i diversi membri della famiglia, l'io narrante rimane sempre un po' lontano da tutto, tanto da poter giudicare con occhio critico ciò che succede. Ovviamente questo non accade per le ultime pagine che vedono Calliope come protagonista che purtroppo ha davvero troppo poco spazio: le sue esperienze personali si concentrano nelle ultime 100 pagine circa. Anche il finale non mi ha particolarmente convinta perché l'ho trovato monco, manca quel qualcosa per chiudere il cerchio della vita.

Ho deciso di assegnare 4 stelline al romanzo ripromettendomi di leggere altro dell'autore (pensavo alle vergini suicide).


Lya
 

6 commenti:

  1. Molto chiara la tua recensione! Io ho il libro sul comodino da una vita, non ho ancora avuto il coraggio di affrontarlo, ma mi hai incuriosita! se è una storia di più destini intrecciati..probabilmente mi piacerà.

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    1. Grazie! è praticamente una storia di famiglia raccontata in modo scanzonato nonostante le tematiche piuttosto serie. Spero di esserti stata utile con la mia recensione!^^

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  2. E' da tantissimo tempo che lo voglio leggere, sono proprio appena tornata dalla libreria dopo averne letto la prima pagina xD la tua recensione capita a pennello! Purtroppo continuo a rimandare e rimandare, prima o poi penso lo leggerò!

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    1. Anche io all'inizio ero titubante per quanto riguarda questo libro. Sono sempre un po' frenata quando si parla di romanzi che hanno avuto così tanto successo. Però questa vlta mi è andata bene, spero che piaccia anche a te!

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  3. E' una vita che faccio la posta sia a questo sia alle vergini suicide (che detto così suona un po' male, ma ci siamo capite!) ma non sono ancora riuscita a leggerli... devo darmi una mossa! :)

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    1. Questo libro è stata una lettura davvero interessante :) Un romanzo per nulla scontato ^^

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