Titolo:Il re delle ombre
Autore: Eve de Castro
Pagine: 500
Prezzo:19 euro
Editore: Rizzoli
Trama
Versailles, estate del 1665: il giovane Luigi XIV sta edificando una reggia che sia insieme il simbolo del potere del Re Sole e il più incredibile parco dei divertimenti. Per farlo, ha bisogno del lavoro di migliaia di ombre, uomini e donne lontani dallo splendore della grande Storia: muratori, carpentieri, servitori, artigiani, e ladri, prostitute, cortigiani, senza i quali Luigi e il fratello Filippo d'Orléans, perennemente in cerca di amanti, non potrebbero inseguire il piacere e la gloria. In questa folla brulicante, Batiste il giocoliere e Nine La Vienne, un po' strega e un po' medico, si muovono tra intrighi e colpi di Stato, matrimoni combinati e tradimenti, decisi a sfidare le leggi del proprio tempo per uscire dall'oscurità a cui il destino li ha condannati.
Il re delle ombre è forse uno dei migliori romanzi storici
che io abbia letto nell’ultimo periodo. Come ormai avrò ripetuto fino alla
nausea, cerco sempre dei romanzi storici che riescano a coniugare l’esattezza
dei fatti con elementi narrativi che seguano le vicende facendole vivere anche
al lettore. Ebbene, dopo tante delusioni, ho trovato un bel romanzo di questo
genere che mi ha coinvolta e che ho apprezzato davvero molto.
I protagonisti del romanzo sono due e raccontano altrettante
realtà parallele ma piuttosto distanti tra loro socialmente nella Francia del
giovane Luigi XIV. Nine è una ragazza che non vuole diventare donna, vuole
studiare e fare il medico ma, poiché appartiene al “sesso debole” non può
realizzare il suo sogno, anche se, circostanze casuali e non, la porteranno
molto vicina a concretizzare questo desiderio. Batiste è un giovane scapestrato
senza scrupoli dedito al crimine e povero in canna che vive con sua madre, suo
fratello e sua sorella. Sempre irrequieto e alla costante ricerca di un
introito, decide di trasferirsi con la sua famiglia vicino al cantiere di
Versailles e di farsi assumere come manovale. Questa decisione lo porterà a
conoscere una strana ragazzina, Nine e a iniziare una nuova vita tra ostacoli e
violenze.
Come ho già detto nell’introduzione, “Il re delle ombre”,
oltre ad avere un bel titolo, è anche un godibilissimo romanzo storico che
mostra le luci e le ombre della vita a Parigi durante la metà del 1600.
Francamente, sin dalle prime pagine, sono rimasta piuttosto
colpita poiché viene utilizzato, in modo diverso un espediente narrativo
vecchissimo: l’epistola al proprio pupillo. La storia viene raccontata da un
uomo che è al servizio di un giovanissimo duca francese e che, attraverso delle
lettere scritte in prima persona che poi si trasformano in narrazione
onnisciente in terza, racconta la vita di questi due strani personaggi: Nine e
Batiste. Questo narratore che tutto conosce è uno dei misteri che viene svelato
solo alla fine del romanzo e che mi ha permesso di calarmi ulteriormente nella
storia.
Ho molto apprezzato i due protagonisti che sono davvero
fuori dalle righe: lei non è una ragazza per bene posata e tranquille e lui non
è per nulla un gentiluomo, anzi non nasconde nessuno dei suoi crimini. Vi
assicuro che questa cosa non è per nulla scontata nei romanzi di questa
tipologia! Oltre ai due protagonisti sono anche narrati i difficili rapporti
che intercorrono tra il re e suo fratello tra antichi e nuovi rancori.
Non voglio soffermarmi troppo sui personaggi di cui si può
notare un’evidente evoluzione psicologica, vorrei soffermarmi soprattutto
sull’ambientazione e sulla ricchezza della trama.
L’autrice colloca la sua storia agli arbori del lungo regno
del re sole, un sovrano contraddittorio e ricco di sfaccettature, esattamente
come il periodo in cui è vissuto. La maggior parte della narrazione si svolge
ai margini della nobiltà e della famiglia reale, nell’immenso cantiere del
palazzo di Versailles, voluto fortemente dal re. In questa cornice viene
sviluppata una storia articolata e ricca di dettagli e descrizioni che vanno a
rendere il romanzo ancora più bello e appassionante. In tutto il libro è
evidente come l’autrice abbia voluto ricreare un ritratto di un’epoca fatta di
contraddizioni sociali e lotte intestine all’ombra di quella che poi sarà una
delle maggiori rappresentazioni del potere monarchico francese. Insomma ho
riscontrato la presenza di un’ottima rappresentazione della vita dell’epoca tra
miseria, borghesia e alta nobiltà collocati in quest’ambientazione così
realistica ed efficace.
Parlando di efficacia, anche il doppio/triplo punto di vista
dei personaggi che raccontano la storia valorizza ulteriormente la narrazione
poiché è possibile osservare dall’alto e dall’interno i sentimenti e la azioni
dei protagonisti.
Lo stile utilizzato dall’autrice è complesso e dà la
parvenza di essere antico, come se effettivamente il narratore/scrittore fosse
appartenuto a un’epoca lontana dalla nostra.
Insomma, dopo avervi detto tutto ciò, avrete sicuramente capito
che il romanzo mi è piaciuto moltissimo e che ho deciso di assegnargli quattro
stelline e mezzo, non cinque perché alcune parti sono un po’ troppo lente.
Lya
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