Buona lettura!
Autore: M. Stewart Atwell
Pagine: 286
Prezzo: 17 euro
Editore: Rizzoli
Contadini, ricchi villeggianti, ragazze per bene, hippie ingrigiti e
perdenti d'ogni risma: c'è posto per tutti a Swan River, un pezzo
d'America sperduto e un po' selvatico nel cuore degli Appalachi, sede di
un'esclusiva scuola per fanciulle e di un'antica comune ormai in
rovina. È in questo luogo per metà idilliaco e per metà infernale che
vive Kate Riordan. A sedici anni, Kate ha paura di una cosa sola:
diventare un giorno uguale a sua madre. Troppo distratta per occuparsi
delle figlie, troppo stanca per contemplare un futuro qualunque. Ma
quando una serie di episodi violenti funesta la cittadina, l'antica
leggenda delle "ragazze selvagge" riaffiora, e tra le compagne del
collegio dove Kate studia insieme all'amica Willow si diffonde il
terrore di un contagio tanto misterioso quanto ineluttabile. Prima che
sia troppo tardi, Kate dovrà provare a salvare se stessa e il ragazzo
che ama dalla follia distruttrice che divampa tutto intorno. E scoprire
chi è veramente.
Avete presente quando siete in una libreria fisica o
virtuale e vi viene l'impulso di comprare un determinato libro senza
soffermarsi particolarmente sulla trama? Ebbene, l'acquisto de "Le streghe
di Swan River" è stato dettato proprio da questo impulso incontrollabile
che talvolta mi prende. A volte mi va bene, a volte mi va male. In questo caso
si tratta di un ni.
La protagonista è Kate che abita in una piccola città di
provincia che non offre nessuna prospettiva ai giovani se non disperazione e
desiderio di fuga. Insieme a tutto questo sono secoli che alcune adolescenti
diventano "ragazze selvagge": precoci assassine che dopo aver fatto
scempio nella città non ricordano più nulla. Kate, dopo aver sperimentato da
vicino la pazzia delle ragazze selvagge s'impegna a non diventare una di loro:
lei vuole una vita diversa lontano da tutto questo squallore.
Sinceramente non so bene cosa pensare del libro anche a
diversi giorni dalla sua conclusione; il mio giudizio è un ni perché da una
parte vi direi che è un romanzo adolescenziale abbastanza insipido, dall'altra
che ha dei risvolti interessanti e promettenti che però non comprendono
l'aspetto sovrannaturale di tutta la faccenda.
Kate è la protagonista della storia che ci racconta in modo
spicciolo la sua vita di teenager in questo posto sperduto e davvero poco
stimolante. L'unica cosa positiva è la presenza dell'accademia femminile che
frequenta per potersi costruire un futuro più roseo lontano da quei posti così
lontani da tutto e da tutti. Sin dalle prime pagine del libro si avverte una
certa tensione da parte della protagonista che tenta per tutto il romanzo di
non tramutarsi in una delle famose ragazze selvagge che fanno parte de folklore
locale: vuole disperatamente essere una normale ragazza della sua età. Tra
amicizie ballerine, primi amori, tragedie e cambiamenti Kate vive un periodo
complesso.
Fin qui vi ho parlato della parte NO del romanzo perché l'ho
trovata lenta e a tratti ripetitiva, con pochissimi spunti originali. Anche il
fattore sovrannaturale è più un no che un si perché sembra incombere per tutto
lo svolgimento ma poi non è così importante. La leggenda delle ragazze selvagge
è sempre presente ma è un sottofondo.
L'unico tema interessante, che mi ha portato definire il libro un ni, è quello del degrado
di Swan River, della sua posizione periferica che sembra al confine con un
altro mondo lontano dalla civiltà e dalla normalità. Insomma, l'ambientazione è
forse la parte migliore del romanzo perché mette in relazione dei giovani
adolescenti con una realtà con poche prospettive di realizzazione e corruzione della
società; tutto questo attraverso il suicidio, la violenza sessuale, la
disoccupazione e ovviamente l'omicidio delle ragazze selvagge. Questi temi però
emergono solo dalla metà del libro in poi e non vengono approfonditi
totalmente.
Altra nota stonata è il fatto che gli episodi di sangue
presenti non sembrano lasciare tracce emotive profonde sui ragazzi, al
contrario, sembrano scivolare lontano dalla mente della protagonista che è
concentrata soprattutto su se stessa.
Nonostante la storia non sia di per se brutta, non mi ha
appassionato particolarmente perché la protagonista sembra distanziarsi da
tutto: il suo primo amore è ridotto a poche pagine, le sue amicizie e la sua
famiglia pure.
Insomma, non so bene cosa pensare del romanzo e per questo
motivo metto un voto medio: due stelline e mezzo.
Lya
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