Titolo: Un padre è un padre
Autore: Catena Fiorello
Pagine: 329 pagine
Editore: Rizzoli
Prezzo: 18 €
Trama:
Cara Paola. Quando apre quella
lettera, il cuore le martella in petto per l’emozione. A ventidue anni, Paola è
una giovane donna che ha vissuto solo il calore dell’abbraccio materno, e
quelle parole sono il primo contatto con il padre, l’uomo che non ha mai
conosciuto. È il giugno del 1982, a Catania, stanno per iniziare i mondiali e
alla radio Giuni Russo canta Un’estate al mare, ma Paola si è appena ritrovata
sola. Prima di lasciarla, la madre le ha dato un foglio con un indirizzo e un
nome: quello dell’uomo che le ha abbandonate. Così lei lo ha contattato,
vincendo il proprio rancore. Si chiama Roberto, e quando si incontrano per la
prima volta è un colpo di fulmine. Paola non ci riesce proprio a odiare quella
persona che sa subito farsi amare e anzi, si sente in profonda sintonia con
lui. Per questo fa cadere ogni barriera e inizia a frequentarlo, rivendicando
con un’energia tutta nuova il diritto ad avere un padre. Nessuno però deve
sapere di lui, non Sandy e Milena, le amiche di una vita, e nemmeno Lorenzo,
che è riuscito a farle battere il cuore dopo anni di storie sbagliate. Quando
però Paola decide di dare una svolta al loro legame, una nuova verità arriva a
sconvolgerle la vita per sempre. Ma solo accoglierla potrà renderla felice e
aprire il suo cuore all’amore. Quello che non tradisce. Catena Fiorello ci
racconta in questo romanzo la storia che ha sempre voluto scrivere: quella di
un uomo che impara a essere padre e di una donna che scopre di essere figlia.
Perché padri, e figli, si diventa, grazie alla forza sorprendente dell’amore.
Recensione:
«Perché di essere figli non si smette mai»
“Un padre è
un padre” è il primo romanzo che leggo della scrittrice Catena Fiorello. Il
pericolo principale in cui può incorrere un lettore, quando ha tra le mani un
romanzo di questa autrice, è di lasciarsi influenzare dal cognome: Fiorello. Io
ho una grandissima stima per i due Fiorello della televisione: Rosario, il
celebre showman e da tutti conosciuto come solo “Fiorello”, e Beppe, famoso
attore che io amo follemente! La mia paura era di lasciarmi in parte influenzare
dal cognome dell’autrice nella lettura e nel giudizio finale del libro. Perché purtroppo
certe cose è difficile controllarle (non impossibile!).
Quando ho
preso in mano il romanzo, e ho iniziato a leggere, ho dimenticato tutto! Chi
fosse l’autrice, il suo cognome, la sua storia, la sua famiglia. Ero solo io e al
mio fianco c’era Paola che mi narrava la sua vita e il suo primo incontro con il
padre che mai aveva conosciuto. Sono bastate poche righe per essere catapultata
nella Palermo del 1982 a conoscere questa bellissima storia.
Paola ha 22
anni ed ha da poco perso sua madre
Angela. Suo padre non l’ha mai voluta e Paola per tutta la sua infanzia lo ha
conosciuto solo attraverso le parole di rabbia e rancore che sua madre riservava
per l’uomo che aveva amato, ma che non aveva esitato a scappare non appena lei
gli aveva confessato di essere incinta. Rabbia ed orgoglio che le hanno sempre
impedito di riprovarci. Ma in punto di morte qualcosa era cambiato in lei,
forse la paura di lasciare sola Paola o forse la consapevolezza che fosse
giusto che anche sua figlia conoscesse il padre, le fece compiere un ultimo
gesto: darle un bigliettino con un nome e un indirizzo. Il padre di Paola si
chiamava Roberto e viveva a Milano.
E così, dopo
la morte della madre e l’inevitabile lutto che l’aveva colpita, Paola prende
carta e penna e scrive a quell’uomo che tanto aveva idealizzato e che,
nonostante le parole della madre, in fondo al suo cuore non era mai riuscita
davvero ad odiare. Qualche giorno dopo arriva una lettera di risposta, una
lettera che inizia con un semplice “Cara
Paola”, due parole che però bastano a far emozionare la giovane. Dopo qualche
giorno arriva una chiamata e la promessa di un primo incontro che avviene a
Palermo, in un afoso giorno di quel giugno 1982 che, inevitabilmente, cambierà
il futuro di Paola!
«(…) amare
senza essere ricambiati. Un’inutile perdita di tempo cui ci assoggettiamo senza
ragionare»
La storia di
Paola mi ha coinvolta e commossa. Ha un carattere particolare e in certi
comportamenti non mi sono riconosciuta. Lei è pacata, riflessiva. L’uomo che l’ha
abbandonata cerca di recuperare un rapporto con lei e Paola gli concede il beneficio
del dubbio, pur mostrando ogni tanto qualche istinto di rabbia o di gelosia per
la famiglia che lui si è costruito dopo aver abbandonato lei e sua madre.
Paola però
mostra di essere una ventiduenne come altre, nonostante il suo passato: un amore
sbagliato, errori di cui deve pagarne le conseguenze e anche un ragazzo che
sarà pronto a starle accanto e darle l’amore che merita.
I personaggi
che circondano Paola sono tutti ben caratterizzati ed è stato per me facile
sentirli vicini e immaginarli. Ci sono Sandy e Milena, le sue migliore amiche,
anch’esse con una loro storia che, seppur rilevante, non risulta mai occultante
la storia principale. Esse infatti vivono un amore clandestino, quando parlare
di omosessualità era ancora un vero tabù e la parola “lesbica” non era nemmeno
contemplata nel dizionario.
«Tutti
sapevano, nessuno sapeva».
Ci sono poi
Riccardo, il classico figlio di papà a cui tutto è dovuto e nulla è tenuto a
dare e Lorenzo, un suo caro amico, ma che non può essere più diverso da lui. Altre
figure importanti che gravitano attorno a Paola sono Mariella, la sua premurosa
vicina di casa e Lucy, la sua datrice di lavoro
Ci sono poi
la nonna e Zio Antonio che, pur vivendo a pochi km da Palermo, non le fanno mai
mancare l’appoggio e l’aiuto di cui una ragazza sola ha bisogno.
E infine c’è
Roberto, un uomo che ha deciso di riparare ad una rottura del passato che non avrebbe
mai avuto ragione di esistere se lui ed Angela non si fossero lasciati
trasportare dall’orgoglio e dall’ambizione di arrivare sempre più in alto.
Un libro
delicato e coinvolgente narrato in maniera toccante, che non risparmia sorprese
al lettore. Sorprese spiazzanti, ma che danno una nuova linfa al romanzo.
Però anche
in questo romanzo ho trovato qualche pecca: infatti, a volte, ho trovato che le
descrizioni molto dettagliate e prolisse, a lungo andare un po’ stancavano. Un
vero peccato perché la scrittura della Fiorello è capace di trasportarti,
attraverso le parole, in ogni luogo che descrive.
Lo stile
narrativo della Fiorello però non è facilissimo. Ho trovato nella scrittura un
uso esagerato delle virgole, soprattutto in alcuni periodi. All’inizio questo
stile mi ha messa in crisi: troppe
cesure, un ritmo troppo incalzante, però dopo un po’, grazie anche alla
lettura ad alta voce (E sì! Spesso lo faccio!), sono entrata “nel ritmo
narrativo” e il romanzo ha preso una nuova musicalità. Le parole sembravano
note di un misterioso spartito che dava vita a una melodia che ben si
apprestava ad accompagnare la narrazione della storia di Paola e di come la sua
vita fosse cambiata in quel giugno 1982!
Se mi
dovessero chiedere: “Consigli questo romanzo?” direi “Sì, ma non a tutti”. Il
finale potrebbe deludere alcuni. Per me è un bel finale, proprio come quelli
che piacciono a me. Non è un vero lieto fine! Si tratta di un finale che fa
pensare…
Che da una
speranza a chi resta…
Come se…
Assegno a
questo splendido romanzo 4 stelline!
PS: Voglio spendere
due parole in merito alla presentazione del romanzo che è stata organizzata dal
“Presidio del libro” del mio paese. (Nella recensione ovviamente ho cercato di
avere un occhio critico, cercando di non lasciarmi coinvolgere da questo
incontro! Spero di esserci riuscita!)
Ho avuto il
piacere di conoscere Catena Fiorello e posso descrivere questo incontro con le
parole di una signora presente alla serata: “Si vede che è una Fiorello! Ha dimestichezza
sul palco proprio come i due fratelli!” (Rosario e Giuseppe Fiorello, nda).
Infatti più che una presentazione è stato uno “spettacolo” in cui l’autrice ha
sì parlato del libro, ma ha saputo intrattenere, parlare di argomenti
importanti, coinvolgere il pubblico e farlo ridere. E ha dedicato anche un
pensiero toccante a due persone che non ci sono più: Alberto, un ragazzo morto
in un incidente, a cui ha dedicato la serata e il romanzo, e Giorgio Faletti
scomparso lo scorso 4 luglio.
Sono a pagina 20 e chissà forse perchè ci sento tanto di me che ogni due righe piango.....questo per dire che mi sta piacendo molto...non conoscevo Catena Fiorello, non sapevo neppure che fosse sorella dei "Fiorello", mi piace il suo modo di scrivere, semplice, empatico, molto descrittivo ma non eccessivo....profonda. Penso che a fine serata avrò finito il libro con due occhi gonfissimi e poi vi riaggiorno....
RispondiEliminaAttendo un tuo responso ^^
Elimina